Nelle prime 12 partite il rookie si è imposto come candidato al Rookie of the Year. Nessuno, tranne Nick Nurse, si aspettava un inizio del genere. E ora?
Questo contenuto è tratto da un articolo di Manny Rao per Raptors Republic, tradotto in italiano da Alberto Pucci per Around the Game.
Dopo 12 partite di stagione, sembrerebbe che Scottie Barnes sia proprio un buon giocatore di pallacanestro. La sua stazza gli permette di vedere il campo meglio di altri, mentre la sua forza fisica lo ha aiutato ad essere un fattore dal primo giorno.
Ci sono alcune cose che stupiscono nella sua transizione dal college alla NBA, come il suo jumper, meno tragico rispetto a quanto predetto da molti scout. Sommando tutte le sue caratteristiche, tra cui anche il suo approccio nei confronti del gioco, sembra difficile non immaginarselo avere successo nel sistema dei Toronto Raptors.
Questo porta ad una domanda: dovrebbe essere utilizzato maggiormente come portatore di palla della squadra? Prima di gridare allo scandalo, è bene sottolineare che questo non toglierebbe Fred VanVleet dall’equazione. I due hanno dimostrato di poter convivere tranquillamente e Freddie è senza dubbio il leader della squadra. Allo stesso tempo, sviluppare Scottie in questa direzione non avrebbe come diretta conseguenza una trade di Pascal Siakam.
L’approccio riguarderebbe unicamente: gestione del pick&roll, uso della sua fisicità e capacità da passatore.
Pick&Roll
A prescindere dalle evoluzioni della Lega, il pick&roll resterà sempre uno dei principi di base del gioco. A cambiare, infatti, è unicamente il tipo di giocatori utilizzati per questo schema. Dieci anni fa c’era un’evidente distinzione tra il ‘piccolo’ che portava palla e il ‘lungo’ che si occupava di bloccare. Oggi non è più così. Esistono infatti, nella NBA contemporanea, diverse variazioni sul tema. Nonostante i principali portatori di palla in situazione di pick&roll siano comunque delle guardie, sempre più spesso si vedono lunghi giocare da ball-handler.
I Raptors dovrebbero seguire quest’onda.
Barnes è un sicuro candidato al All-Rookie First Team ed un papabile per il premio di Rookieof the Year. Inserire un giocatore di queste potenzialità all’interno del maggior numero possibile di pick&roll non può che essere la direzione giusta per ampliare il suo gioco e abituarlo a leggere situazioni del genere.
Da ball-handler, Barnes non ha (ancora) il tiro perimetrale per essere pericoloso come le migliori guardie dell’NBA. Tuttavia, il suo ottimo mid-range game potrebbe permettergli di sfidare le difese avversarie, creandosi un tiro dal palleggio o trasformandosi in passatore per i giocatori sul lato debole.
Le sue abilità da passatore ed il modo in cui vede il campo non sono una novità. Con tiratori come VanVleet, Trent, Mykhailiuk e Anunoby, potrebbero trovare terreno fertile in questi Raptors.
Uso della fisicità (e delle attenzioni)
La stazza di Barnes non lo limita in nessun modo, anzi. Gli avversari hanno potuto constatare fin da subito quanto il rookie sia efficace. In transizione e nel pitturato gli viene facile bullizzare ogni difensore che si voglia frapporre tra lui e il canestro.
Forse è presto per dirlo, ma in futuro i raddoppi inizieranno ad arrivare e sarà il momento per il numero 4 di mettere in mostra quel QI cestistico che tanto ha colpito gli scout dei Raptors (e anche Kevin Durant).
Passaggi
Il suo naturale passing game è una bellezza. La sua capacità di mettere in moto i compagni in transizione con passaggi ad una mano, unita all’incredibile precisione durante gli attacchi a metà campo, lo rendono fin da subito un playmaker di alto livello in NBA. Raddoppiarlo, potrebbe essere un’arma a doppio taglio per chiunque.
La scelta di Scottie come ball-handler, quindi, aiuterebbe anche i compagni, dando più soluzioni a metà campo alla squadra. Centrare l’attacco maggiormente intorno a Barnes? Forse è presto, ma è solo questione di tempo.