L’allenatore privato di Stephen Curry ha raccontato un retroscena sul workout fatto insieme alla terza scelta del Draft Scoot Henderson

Allenarsi con gli standard di un veterano NBA, per un ragazzino appena entrato nella lega, non è mai semplice. Ancora di più se il veterano è Stephen Curry, che possiede una dote per il tiro ai limiti del sovrannaturale.

E’ di circa un mese fa la notizia che Curry avrebbe svolto il ruolo ufficiale di “mentore” di Scoot Henderson durante i primi passi della carriera di quest’ultimo. Scelto con la terza chiamata assoluta dai Portland Trail Blazers nell’ultimo Draft, Scoot ha tutte le carte in regola per diventare presto uno dei migliori giocatori della lega.

Svolgere workout con un giocatore del calibro di Curry non può che aiutarlo a raggiungere più in fretta i suoi obiettivi. Adattarsi, però, non è semplice.


Lo dimostra il racconto di Brandon Payne, allenatore privato del numero 30, sull’allenamento fatto insieme a Scoot qualche giorno fa:

Mr Curry non toccava un pallone da circa quattro settimane, e per cominciare ha deciso di segnare 60 tiri di fila.

Gli occhi di Scoot si sono spalancati… Ho dovuto ripetergli “Non preoccuparti, tutto questo non è normale, non è la normalità”

Scoot, probabilmente, non potrà mai replicare le percentuali al tiro del quattro volte campione NBA. Sarebbe sufficiente, tuttavia, assorbire tutta la sua mentalità e la sua etica del lavoro.