FOTO: Fadeaway World

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nico Martinez per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


Ogni giocatore ha il proprio modo di prepararsi a una partita, e LeBron James non fa eccezione. In una puntata di ‘Playmaker’ podcast, uno dei più celebri compagni dell’attuale stella dei Lakers, la leggenda dei Miami Heat Mario Chalmers, ha fatto luce su alcuni rituali pre-partita del nativo di Akron, inclusa una bizzarra superstizione in spogliatoio:


“Quel tipo distendeva il suo intero outfit sul pavimento prima della partita e si assicurava che tutti ci girassero intorno. Una volta qualcuno fra i media ha calpestato la maglia, lui ha fatto uno scatto e ha mandato il responsabile dell’equipaggiamento a prendergli canotta, pantaloni, calzamaglia, fascia per capelli, fascia da braccio e calzini nuovi di zecca. Poi li ha stesi di nuovo a terra. Si tratta di una superstizione da simil disordine ossessivo-compulsivo, sarà meglio che tutti ci girino intorno. È una specie di rituale di contorno rispetto al gesso.”

Apparentemente, LeBron James prendeva molto seriamente questo meccanismo prima di ogni partita e non avrebbe lasciato nessuno camminare sulle sue cose per entrare in spogliatoio. E, sebbene posa suonare strano, non è inusuale che i giocatori siano molto superstiziosi riguardo alla loro routine pre-partita, è successo moltissime volte: Jason Terry, per esempio, indossava i pantaloncini della squadra avversaria a letto prima di ogni gara, mentre Michael Jordan aveva i suoi “lucky pants” portati talvolta sotto la propria uniforme NBA. Nel caso di ‘The King’, si tratta di una serie di rituali sperimentati nel corso degli anni, il più famoso dei quali resta senza dubbio il suo leggendario “chalk toss” (“il lancio del gesso”), che ha fatto impazzire le folle dal primo istante. Così come per l’outfit disteso, solo LeBron James sa perché senta il bisogno di fare certe cose, ma come si possono criticare i risultati? Da 20+ anni di carriera è all’apice della NBA e, qualunque sia la formula che glielo abbia permesso, fa bene a continuarla.