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Dopo aver superato, nonostante la prestazione a dir poco oscena, i Timberwolves nel Play-In, i Los Angeles Lakers si trovano ora a dover affrontare quella che, a conti fatti, è stata la seconda miglior squadra della Western Conference nelle ultime due stagioni, guidata da una Point-Guard top-20 NBA e dal grandissimo favorito al premio di Defensive Player of the Year.

Per la prima volta da quando hanno unito le forze, LeBron James e Anthony Davis si presenteranno a una serie Playoffs da sfavoriti, seppur solo leggermente, e, per quanto il consensus popolare sembri ormai vederli come una delle migliori squadre della lega, ci sono ottimo motivi per considerare questo primo turno alla stregua di un coin-flip (nella mia modesta opinione, forse 51-49 Lakers, ma poco cambia).

Partire avendo, sulla carta, i due migliori giocatori della serie, dovrebbe, in astratto, portarti ad essere il proibitivo favorito, ma abbiamo visto che, per quanto questo assioma sia tendenzialmente valido, ci sono contesti nei quali la mera superiorità individuale non basta.

Sicuramente, se la franchigia giallo-viola si presenterà nella condizione vista martedì notte, la serie non avrà nemmeno senso di iniziare, dal momento che tutte le lacune che Minnesota ha esposto sarebbero evidenziate in modo esponenzialmente maggiore sotto i riflettori da una squadra ben più strutturata e dalle dinamiche molto consolidate.

Come detto, però, i Lakers hanno sicuramente delle buonissime possibilità di uscire vincitori dal confronto. Andiamo dunque a vedere quali potrebbero essere le 3 chiavi principali che dovranno essere esplorate per raggiungere questo obiettivo:

Anthony Davis vs Jaren Jackson Jr.

Nei 3 confronti stagionali, i numeri di Davis recitano 29 PPG, 20.5 RPG e 3.5 BPG, con una TS% ben sopra la media della lega, grazie soprattutto ai numerosissimi viaggi in lunetta (quasi a 11 a gara) regalati della difesa dei Grizzlies. Su questo aspetto i Lakers dovranno indubbiamente insistere. Memphis infatti dal post All-Star-Break ha il 18esimo FT Rate difensivo dell’intera lega, mentre i Lakers al contrario sono la terza squadra per rapporto tiri tentati-tiri liberi nell’intera stagione.

Questo leitmotiv rischia di essere ancor più estremizzato dalle assenze di Adams e Clarke, che, quasi sicuramente, costringeranno JJJ a doversi prendere cura di AD per larghi tratti della partita, impedendogli dunque di esprimersi nella componente che forse difensivamente lo rende più terrificante, ovvero il roaming lontano dalla palla.

È molto probabile che, perlomeno in prima battuta, coach Jenkins proverà Tillman sul centro ex-wildcats, con tutte le conseguenze che però la sua presenza si porta inevitabilmente in dote nella metà-campo offensiva.

A tutto questo si può tranquillamente aggiungere il problema a rimbalzo, con Davis che ha dimostrato, specie nell’ultimo periodo, di essere sostanzialmente incontenibile quando gli viene data la possibilità di accoppiarsi con un centro non in grado contrastarlo da questo punto di vista.

L’utilizzo di AD passerà tantissimo anche dal non sfruttare in modo eccessivo le situazioni di post-basso statico. I Lakers hanno ampiamente dimostrato di faticare enormemente nel far uscire la palla dai raddoppi in quei casi (un po’ per deficit dello stesso Davis, e un po’ per la mancanza quasi totale di decoy action sul lato debole, stante anche il regale immobilismo, salvo qualche sporadico random cut di Sua Maestà). Molto più congeniale, a questo punto, cercare di sfruttarlo in situazioni dinamiche, non necessariamente derivanti da un pick&roll diretto (opzione comunque sempre viabile), ma anche solo da un semplice pin-down o pin-in, che gli permetta di partire con quel passo di vantaggio che lo porti a concludere a 5/6 piedi dal ferro, dove il tocco è più che educato.

Rim Pressure

Questo punto, viste le deficienze a livello di roster disponibile per i Grizzlies, dovrebbe essere pleonastico, ma, visto lo sviluppo della partita con Minnesota, non è così scontato che i Lakers non tanto “provino”, ma “riescano” a sfruttarlo al meglio.

Dillon Brooks, per quanto si possa o voglia dire qualsiasi cosa sul suo conto, rimane uno dei difensori più fisici ed intensi sugli esterni dell’intera lega. Questo potrebbe rendere la vita molto più difficile del previsto a LeBron James, visto e considerato che molto difficilmente i Grizzlies adotteranno un sistema di heavy-switching, preferendo piuttosto passare dietro sui ball-screen che coinvolgano The Chosen One e convivendo con il risultato di questa scelta, prima di, eventualmente, effettuare degli aggiustamenti.

Arrivare al ferro dal perimetro non sarà per nulla facile, dunque, e starà proprio alle guardie dei Lakers cercare di sfruttare la gravity delle due superstar per mettere in foul-trouble Jaren Jackson, cercando di attaccarlo il più possibile nei pressi del ferro, dove però, come detto, sarà possibile arrivare solo mantenendo una determinata pericolosità dal perimetro.

Tornando a James, sarà di estrema importanza per lui, soprattutto, se non solo, nelle line-up senza Davis, tornare a giocare con continuità in post-basso, cercando ove possibile una ricezione profonda sulla quale la difesa ha molte più difficoltà a mandare aiuti con i tempi corretti. I Grizzlies sono una difesa elitaria però su questo tipo di situazioni. Molto difficilmente, infatti, lasciano il difensore in single coverage, preferendo, piuttosto, “zonarsi” nel momento in cui si accorgono dell’esistenza di un mis-match, se non addirittura fronteggiarlo, sfruttando in entrambi i casi le enormi capacità di Jaren Jackson Junior nell’arrivare a coprire orizzontalmente zone di campo irraggiungibili per qualsiasi altro difensore.

Osservate come, nella prima situazione, la posizione di JJJ, coadiuvata dal totale immobilismo dell’attacco sul lato debole (un taglio a 45 gradi contro quello schieramento è il minimo), renda impossibile la penetrazione, problema che si ripropone anche nel finale di partita con Davis che non riconosce un comodo ribaltamento nell’angolo

Quanto detto vale, a maggior ragione, vista la necessaria presenza per molti minuti di Vanderbilt in campo, fondamentale per la fase difensiva ma in completa difficoltà nelle ultime partite anche solo a chiudere nei pressi del ferro dopo aver ricevuto uno scarico, motivo in più per velocizzare le scelte e rendere complesso a Memphis effettuare raddoppi estremi scommettendo sul (non) tocco di Vando.

Pace

Siamo di fronte a due delle squadre con il ritmo più alto dell’intera lega (rispettivamente quarto per i Lakers e ottavo per i Grizzlies, con più che discreti PPP in entrambi casi) ma, in questo particolare matchup, credo sia molto più conveniente per i californiani cercare di mantenere la partita su pace più contenuto a livello sistemico, cercando la transizione primaria solo quando ve ne sia una chiara occasione (e.g. live-ball turnover o rimbalzo non contestato). Non a caso proprio le palle perse sono state la chiave dell’unica sconfitta stagionale ottenuta in Tennessee, quando i Lakers buttarono via ben 26 palloni, un numero superiore a quanti ne abbiano persi, sommati, nelle 2 vittorie.

Chiaramente fare ciò limiterà le possibilità offensive e costringerà ad attacchi più prevedibili a difesa schierata, situazione in cui i Lakers non hanno sicuramente brillato. Ma, al contempo, prevedendo una serie “non breve”, permetterà a James di prendere fiato anche all’interno dei possessi stessi e, ancor di più, impedirà ai Grizzlies di sfruttare quella che è una parte fondante del loro sistema, ovvero la capacità di accelerare nord-sud con estrema facilità per generare punti facili.

A questo proposito, una piccola bonus track, ovvero la difesa su Ja Morant. Sarà di assoluto obbligo non permettergli di arrivare in area con velocità e, per fare questo, servirà presumibilmente spendere su di lui un corpo contro il quale possa avere delle difficoltà fisiche, che sia esso quello di Brown Jr., Vanderbilt o anche Reaves, piuttosto che Russell o Schroeder. Sfidarlo al tiro sarà inoltre la parola d’ordine, alternando magari qualche sporadico blitz, giusto per non dare a Jenkins la possibilità di fare aggiustamenti troppo rapidi/semplici.

Qui, a difesa schierata, Brown fa un ottimo lavoro nel passare sul blocco (a dire il vero piuttosto impalpabile) di Jackson per poi impedire a Ja di prendere velocità ed esplodere al ferro

Morant ha più volte mostrato le sue difficoltà a creare contro una difesa schierata, preparata e costruita su di lui, e oltre a questo di avere molte difficoltà a livello di motor nel muoversi con costanza lontano dalla palla. Che siano quindi Bane e Brooks a creare, e poi vivere con le conseguenze.

Bonus Track: Rimbalzi

Le assenze di Clarke e, soprattutto, Adams, hanno, come prevedibile, fatto crollare i Grizzlies dall’essere una delle migliori squadre a rimbalzo della lega, se non la migliore, all’essere ampiamente sotto la media da questo punto di vista. I Lakers, al contrario, sono passati dal 21esimo percentile stagionale in OREB%, al decimo posto post-deadline (pur non generando una quantità di second chance points proporzionata), segno di una squadra che fa della fisicità sotto canestro, specialmente nelle line-up con Davis+Vanderbilt/Hachimura, una delle sue armi principali. Ed è proprio su questo che i Lakers dovranno spingere tanto per mettere ancor di più sotto pressione le, già non lunghissime, rotazioni nel Front-Court avversario.

Quasi troppo facile per Davis vincere il corpo a corpo con JJJ e chiudere con una facile schiacciata