
No, questa iperbole non è mia, ma di Jahlil Williams di Air Alamo.
Potrebbe sembrare blasfemo, ed in parte lo è, ma la scorsa stagione di Devin Vassell non solo gli è valsa questo soprannome (come una password OTP, anche questo da usare una volta per poi non tirarlo fuori mai più), ma soprattutto l’estensione quinquennale con i San Antonio Spurs firmata ad inizio ottobre, del valore di $135milioni più $11 milioni di bonus, possibile nel suo caso essendo in scadenza al termine della stagione 2023-2024.
Here is the Devin Vassell rookie extension breakdown:
— Bobby Marks (@BobbyMarks42) October 3, 2023
There are $11M in unlikely total bonuses pic.twitter.com/s9SJIq6izG
Al di là di qualsiasi discorso del tipo “sono tanti /sono pochi”, che francamente nel 2023 lascia il tempo che trova, l’impatto di questo accordo sul Salary Cap degli Spurs fino al 2028-2029 è veramente modesto, come mostrato in maniera molto chiara da Bobby Marks, esperto del settore per ESPN.
In questo modo San Antonio, in piena fase di rebuilding dopo la scelta al draft di Wembanyama, si assicura la permanenza per le prossime cinque annate di un giocatore che lo scorso anno, nonostante abbia giocato solamente 38 partite, ha fatto un passo in avanti davvero importante e, per certi versi, inatteso.
Vassell è l’epitome di un ‘late bloomer”
Se infatti è vero che a Florida State segnava 13 punti di media a partita, in attacco era però visto soprattutto come un tiratore, con la maggior parte della produzione che derivava da jumper o tiri in spot-up.
La sua percentuale in C&S da 3PT si assestava su un ottimo 42.4%, al quale aggiungeva 2.5 jumper dalla media a partita, provocati in larga parte dai forti close-out della difesa, che chiaramente mirava proprio a toglierlo dalla linea dei 3 punti.
Dall’altro lato, arrivava al ferro meno di una volta per partita in situazioni di attacco a metà-campo, difetto che gli costava il guadagnarsi solamente due tiri liberi di media, mettendo dunque poca pressione agli avversari con le sue penetrazioni e i conseguenti scarichi.
Arrivato in NBA e scelto alla n°11 dagli Spurs, dopo due stagioni iniziali passate piuttosto sottotraccia, è stata la terza, ovvero quella passata, a metterlo definitivamente sulla mappa, con cifre grezze di tutto rispetto: 18.5 punti, 3.9 rimbalzi e 3.6 assist.
Devin Vassell’s improvement by year:
— The Lead (@TheLeadSM) October 2, 2023
2020-21: 2021-22: 2022-23:
5.5 PPG 12.3 PPG 18.5 PPG
0.9 APG 1.9 APG 3.6 APG
40.6% FG 42.7% FG 43.9% FG
34.7% 3PT 36.1% 3PT 38.7% 3PT
📈 across the board 💰 pic.twitter.com/uG7dyB78Lx
Ma oltre ai meri numeri, quello che salta immediatamente all’occhio è il suo miglioramento nella capacità di generare tiri con continuità, sia per se stesso che per i compagni.
Il 25.4% dei suoi possessi derivano da situazioni in cui si trova ad essere handler nel P&R, raddoppiando a livello di frequenza quanto fatto vedere fra la prima e la seconda stagione all’ombra dell’Alamo, e superando nettamente anche quanto mostrato da main-creator a Florida State, dove solo il 16% del suo attacco arrivava in questo modo.
Sul piano dell’efficienza, considerando il contesto, siamo ben oltre quanto fosse lecito aspettarsi, avendo convertito questo tipo di soluzioni con il 50.6% su 157 tiri.

Il dato che maggiormente salta all’occhio è come Vassell si sia preso solamente 30 tiri al ferro e 32 da tre punti, zone che tendenzialmente sono invece quelle dalle quali ci si attende arrivino la maggior parte delle conclusioni, vista l’evoluzione subita dal gioco negli ultimi anni.
Gli altri 95, più del 60% del totale, arrivano dal mid-range, in particolare dal centro del campo e dal gomito sinistro.
Devin Vassell has established himself as one of the best mid-range shooters in the NBA.
— Spurs Culture (@SpursCulture) December 17, 2022
Kobe would be proud #24 pic.twitter.com/dsoCtRf1zD
Dei 14 giocatori con almeno 4 tiri dal mid-range a partita nella stagione 2022/2023, solo Kevin Durant e Bradley Beal sono stati più efficienti di lui, un dato strabiliante e la cui naturale conseguenza è la possibilità per il rollante di agire con maggiore libertà, considerata la pericolosità di Vassell in pull-up.
The next step in Vassell becoming a legitimate three-level scorer is getting to and finishing at the hoop with the ball in his hands.
— Noah Magaro-George (@N_Magaro) February 19, 2023
We've seen flashes here and there of him self-creating layups or floaters, but the volume and percentage near the rim are both low. pic.twitter.com/ht6TOz5GWP
Altri aspetti che a Florida State non sembrava possedere abbastanza erano il ball-handling e la visione necessaria per effettuare passaggi in grado di generare buoni tiri per i compagni. Non gli capitava spesso di perdere la palla, ma più di una volta lo si è visto bloccato nella terra di mezzo, accerchiato dai difensori, e costretto ributtare indietro il pallone per resettare l’azione.
Ad oggi il suo controllo è stato di contro molto affinato, il che gli permette di mantenere vivo il palleggio molto più spesso anche sotto pressione: in particolare l’uso dell’inside-out gli permette non solo di creare separazione per tirare, ma anche per scaricare sui compagni per potenziali triple wide-open.
Devin Vassell is getting super duper dangerous off the bounce.
— Tom Petrini (@RealTomPetrini) December 12, 2022
Pick and roll and isos in the halfcourt, finding teammates, slicing to the rim and getting to his midrange.
Awesome creation for a wing with his size. pic.twitter.com/kmZ0zSqNUM
I suoi miglioramenti con la palla, aggiunti alle sue qualità lontano dalla palla, lo rendono una minaccia costante.
L’anno scorso, tra i 262 giocatori che si sono presi almeno 100 triple in catch-and-shoot, l’aver segnato il 43.3% da tre con quasi cinque tentativi a partita gli è valso il 14esimo posto in questa graduatoria, con un miglioramento di 5 punti percentuali rispetto all’annata precedente su un volume simile.
Sarà intrigante vederlo giocare queste situazioni con un lungo come Wembanyama, anche se il francese dovrà lavorare molto sulla sua percentuale da fuori, dovendo “aggiustare” il 27.5% su 5 3PTA a partita dello scorso anno con la maglia dei Metropolitans 92.
Se l’articolo finisse qua staremmo parlando di un All-Star fatto e finito: giocatore in grado di segnare dal P&R, creare per i compagni sia sul perimetro che in area per il rollante, ed uno degli ultimi culturisti del mid-range.
Le difficoltà al ferro
Il famoso centesimo che manca per fare la lira è però proprio la sua problematica nel chiudere nei pressi del canestro.
Non è esplosivo a sufficienza per finire contro un lungo in aiuto e non ha ancora sviluppato un foot-work che gli permetta di mandare fuori tempo il marcatore e trovare spazio per un tiro ad alta percentuale.
Fa inoltre fatica a creare con costanza un angolo di tiro, il che lo costringe a conclusioni lente e spesso fuori equilibrio, come confermato dal 48.5% al ferro, numero al limite del tragico.
Questo spiega in parte anche perché la sua True Shooting Percentage, secondo DunksandThrees.com, lo classifichi nel 45esimo percentile tra le guardie nella scorsa stagione.
In conclusione, Devin Vassell è un potenziale All-Star in-the-making, e questo è il motivo per il quale i San Antonio Spurs gli hanno garantito un rinnovo quinquennale a queste cifre.
In Texas non hanno fretta: devono aspettare Wemby e hanno tutta la durata del suo contratto da rookie per cercare altri pezzi da aggiungere alla squadra del futuro, capitanata appunto dal francese e guidata probabilmente da qualche discepolo prediletto di Popovich.
Sempre che Popovich stesso…