Difendere la causa di Klay Thompson, di questi tempi, non è esattamente il lavoro più facile del mondo. Le statistiche d’altronde parlano piuttosto chiaro: cinque punti a partita in meno rispetto alla passata stagione con un misero 55% di True Shooting (3 punti percentuali al di sotto della media della lega) e parecchie – troppe – prestazioni da tanti tiri tentati e pochi canestri fatti.

In virtù di queste difficoltà, Steve Kerr ha addirittura deciso di estrometterlo dal quintetto titolare degli Warriors, preferendo al suo posto Brandin Podziemski.

Ma dove si trova il punto in cui finiscono le critiche legittime ed iniziano quelle esagerate?


Sì, Thompson ha perso la letalità del suo tiro. E sì, non ha più il passo per tenere difensivamente contro le guardie più rapide (sebbene se la cavi piuttosto bene contro le ali). Ma no, il numero 11 non si può definire un giocatore inutile o, ancora peggio, nocivo.

Questo perché, oltre alla già citata difesa sulle ali, Klay è trattato ancora dalle difese come una minaccia di prim’ordine ogni qualvolta piazza i piedi sul perimetro. Questa dinamica, che in gergo viene chiamata ‘gravity’, apre gli spazi per le iniziative dei compagni.

L’ascesa di Jonathan Kuminga in questo inizio di 2024, ad esempio, non può che essere direttamente correlata alle spaziature dell’attacco degli Warriors, e quanto esse gli permettano di attaccare liberamente il ferro. Il box-score mostra i ventelli di Kuminga, ma non quanto siano influenzati dalle attenzioni difensive riservate a Curry e Thompson sul perimetro.

Quando Thompson è in campo insieme a lui, Kuminga concentra il 43% delle sue conclusioni al ferro e segna con il 62% di True Shooting, Con Klay in panchina, tali dati scendono rispettivamente al 37% (-6%) e 58% (-4%).

Questo tipo di discorso, ovviamente, vale anche per gli altri giocatori atletici presenti a roster. L’esempio perfetto lo abbiamo avuto due giorni fa, nell’incontro casalingo contro i Lakers: il box-score registra 1/9 dal campo per Thompson e 17 punti per Trayce Jackson-Davis, il campo racconta invece di diversi assist di Thompson per canestri semplici del rookie.

Insomma, uno come Klay Thompson è (quasi) sempre meglio averlo in campo, anche nelle partite in cui non trova il fondo della retina.