FOTO: NBA.com

“Offense sells tickets, defense wins games, rebounding wins championships.” – una formula non proprio originale e fin troppo semplicistica, ma che in questo caso calza piuttosto a pennello (almeno per 2 parti su 3). Già, perché la serie fra Minnesota Timberwolves e Dallas Mavericks si prospetta brutta e cattiva, proprio come devono essere la difesa e la lotta a rimbalzo. Per contestualizzare, partendo dai freddi numeri, questo è come si presentano entrambe le squadre:

PlayoffsT-WolvesMavs
Def. Rating109.9110.6
OREB%29.931.3
Opp. OREB%21.928.3
Halfcourt-O100.9 pts/play94.0 pts/play
Transition-O135.7 pts/play139.2 pts/play

Partendo dall’aspetto più semplice, entrambe fanno parte del top in questi Playoffs per quanto riguarda il rimbalzo in attacco, dove i texani stanno addirittura sopra a Minnesota. Ovviamente, quando si parla di post-season, la questione dipende molto anche dal matchup affrontato e, per esempio, i Thunder non hanno lo stesso personale dei Nuggets in termini di taglia, stazza, verticalità nei tagliafuori, tanto che la forza dei Timberwolves si nota molto di più sotto i propri tabelloni, dove lasciano pochissimi extra-possessi (3° ai Playoffs per percentuale di rimbalzi offensivi avversari). Dopo la trade deadline, l’altezza media dei Mavs ha comunque compiuto un upgrade grazie all’aggiunta di PJ Washington e Daniel Gafford, aspetto che ha permesso di sfruttare così anche l’energia di Dereck Lively II in uscita dalla panchina e di avere sempre in campo un rim protector da un lato, lob threat dall’altro. Questi avranno il compito non semplice di vedersela contro un maestro della disciplina come Rudy Gobert in primis, poi anche Karl-Anthony Towns e Naz Reid, altri lunghi molto mobili e abili nel catturare la palla quando viene sputata dal ferro. Questa, in linea generale, la situazione dei tre pilastri:

  • Daniel Gafford: 10.5 offensive rebound%, 15.6 defensive rebound%
  • Dereck Lively II: 11.6 offensive rebound%, 18.5 defensive rebound%
  • Rudy Gobert: 10.4 offensive rebound%, 24.4 defensive rebound% (!)

Questo sarà un fattore, considerando che l’attacco dei Timberwolves non va molto spesso in transizione da rimbalzo difensivo ma che, quando lo fa, la qualità è altissima: 130.0 PTS/100 Plays, nei pressi della top-5 di questi Playoffs. Correre non sarà la chiave della serie, ma strappare qualche punto in transizione o da seconda chance potrebbe essere importantissimo per gli attacchi.


Molto più complessa, invece, la questione della difesa a metà campo, vero fattore determinante di questa serie. Purtroppo non ci sono stati incontri fra le due squadre dopo la trade deadline, il che rende completamente obsoleto qualunque tipo di analisi, ma possiamo provare a trarne qualche spunto interessante. La partita più utile sotto questo aspetto è quella del 7 gennaio scorso, dove le due squadre (Dallas molto diversa) erano pressoché al completo, chiusa da una giocata abbastanza importante per descrivere le chiavi della serie.

Come si può notare, i Timberwolves sul pick&roll salgono con il lungo sopra al livello del blocco, facendo in questo caso un blitz aggressivo (di solito è più uno show o un hedge&recover), lasciando nel pitturato Rudy Gobert: questo è quello che viene chiamato “The Wall” in gergo dallo staff di Minnesota, chiudere la linea di passaggio al portatore per poi otturare il pitturato. In questa situazione, i Mavs se la devono giocare sostanzialmente in 3-contro-4 e la decisione importante da prendere è quella sullo short roll, ben gestita da Derrick Jones jr. sfruttando anche il blocco in area di Powell sull’avversario francese. Ecco, DJJ (o PJ Washington, in base alle marcature) da bloccante potrebbero essere la chiave per creare il primo contrattacco: se Minnesota opterà spesso per questa coverage, le decisioni dallo short roll serviranno a concretizzare il vantaggio creato. Ipotizzando che Gobert parta su una delle ali (DJJ, idealmente), battezzandole in angolo, Towns avrà come primo incarico il centro avversario che, in caso di ricezione nel pitturato, si troverà subito il DPOY in roaming a chiuderlo. Le soluzioni per l’attacco sono queste:

  • high-wall di Towns su Doncic, Gafford/Lively da bloccante, Gobert in roaming battezza l’angolo: o skip pass diretto dello sloveno in angolo, o passaggio dallo short roll
  • high-wall di Towns su Doncic, DJJ/Washington da bloccante, Gafford/Lively nel dunker spot: situazione vista sopra, dove il lungo dei Mavs può anche tagliare fuori Gobert con un blocco o stare pronto sul lob dallo short roll di una delle ali
  • high-wall di Gobert su Doncic: questa situazione può essere innescata o in caso Minnesota decida di affidare il lungo rollante a Gobert anziché a Towns, o in caso sia ancora Jones Jr./PJ Washington a portare il blocco, senza cambio da parte dei Timnerwolves e con KAT a fare il lavoro usualmente del compagno francese. Questo è forse il best case scenario per i Mavs:

Le varie sfumature per la difesa di Minnesota prevederanno probabilmente un inizio in drop su Doncic da portatore, facendolo braccare da McDaniels e mantenendo una coverage più “tradizionale”; poi, in caso di difficoltà, si passerà all’high-wall (magari prima con qualche show leggero) e infine direttamente i blitz e il 4-contro-3 battezzando il battezzabile e togliendo il ferro. Ed è qui che diventa molto importante il lavoro di Kyrie Irving. Su di lui il senso di urgenza sarà inferiore rispetto a quello utilizzato per marcare Doncic, e dovrà essere bravissimo a punire la drop coverage di Gobert in palleggio arresto e tiro sia dalla media, sia da tre punti. In caso di “mano calda”, le risposte di Minnesota consisteranno o nel cambiare con il lungo (già visto nella serie contro i Suns) o nell’uscire leggermente sopra al livello del blocco giusto per forzare un palleggio in più. Proprio una confusione legata a questa “difficoltà” nell’alternare high-wall a drop coverage ha prodotto un divertente malinteso in stagione fra KAT e Gobert, dove il primo si aspettava un’uscita alta del compagno, chiudendo nel pitturato, mentre il secondo gli ha urlato di essere in drop coverage su Irving. Il risultato? Una tripla facile di Derrick Jones Jr. – su errore, ovviamente, di Towns, dato che il piano partita prevedeva proprio posizione profonda del lungo francese su Kyrie da palleggiatore:

Riassumendo, seguendo l’approccio difensivo dei Timberwolves, faranno la differenza le percentuali in corner di PJ Washington e Derrick Jones Jr. (i Mavs più di tutti tirano dall’angolo in questi Playoffs, 14.2 frequency%, e il 27% dei tiri di DJJ arriva da lì), le decisioni dei bloccanti sullo short roll e l’aggressività di Irving contro la drop coverage. E per quanto riguarda la difesa dei Mavericks? L’attacco di Minnesota ha avuto un rendimento molto superiore a quanto ci si aspettasse, complici le prestazioni mostruose di Anthony Edwards in termini realizzativi, che hanno forzato le difese a collassare su di lui al punto da consentire il sovrannumero. I Suns, che non hanno personale per difendere sul punto d’attacco, hanno chiuso il pitturato lasciandogli spesso lo skip pass nell’angolo opposto o il kick, mentre i Nuggets sono arrivati a raddoppiarlo preventivamente su ogni possesso in Gara 6 e 7 (in generale a partire da Gara 5). La scelta di Dallas, in un primo momento, sarà più simile a quella di Phoenix, mettendogli addosso Derrick Jones Jr. nel tentativo di infastidirlo, per poi chiudere il pitturato con altre quattro maglie. Per intenderci, l’approccio visto su Shai Gilgeous-Alexander, ben riassunto nel seguente thread:

L’anello debole di Minnesota sarà Jaden McDaniels, almeno in partenza sicuramente battezzato, dato che – prima di ritrovare il tiro nel momento più delicato, Gara 6 e 7 contro Denver – nelle prime 9 partite Playoffs ha tenuto il 21.7% da fuori su 2.6 tentativi a partita. Ma non sbagliatevi, i Timberwolves hanno moltissime alternative per attaccare Dallas in più rispetto a quante non ne avesse OKC e questa volta Edwards non dovrà giocare così tanto palla in mano come contro i Nuggets – sui quali serviva mettere pressione soprattutto al ferro, che Jokic fosse in aiuto o meno. L’attacco di coach Chris Finch funziona proprio perché è molto variegato, alterna double drag o horns set per coinvolgere i lunghi, spesso facendo agire poi Towns da vero e proprio portatore (ne abbiamo parlato QUI), a uscite dai blocchi di Mike Conley per giocare pick&roll dinamici sul lato forte sguarnito. Non è un sistema eliocentrico, ma un attacco a metà campo ben strutturato e con tante opzioni:

Per i Mavericks, il piano partita iniziale dovrà ovviamente in primis basarsi sul limitare le scorribande di Edwards a centro area senza subire troppo dai compagni, ma il resto della difesa dovrà essere incentrato anche su quelle azioni che non vedranno Ant-Man coinvolto direttamente. Se i due migliori difensori, Derrick Jones Jr. e PJ Washington, saranno impegnati sulla giovane stella avversaria e su KAT, Irving e Doncic dovranno stare molto attenti a non farsi tirare dentro, inermi, ai giochi a due fra Conley e Gobert, o a non concedere il cambio sul post di Towns troppo alla leggere – i Nuggets lo hanno pagato molto in Gara 7. Se tutti si comporteranno come si devono comportare, sia nelle file dei Minnesota Timberwolves, sia in quelle dei Dallas Mavericks, sarà una serie davvero equilibrata. Brutta, cattiva e, di conseguenza, bellissima.