Pat Riley ha già speso parole al miele per Kareem Abdul-Jabbar, tutte quelle che trovate QUI. Parlando con Associated Press, in un’intervista uscita ieri, ha reiterato alcuni dei propri pensieri a riguardo, tirando nuovamente in ballo l’unico argomento di cui si parli in NBA durante questi giorni: lo scoring record che LeBron James sta per battere.

Al numero 6 dei Los Angeles Lakers mancano solo 89 punti per superare i 38,387 di Kareem, momento iconico che lo andrebbe a consacrare simbolicamente fra i più grandi dell’Olimpo NBA – se proprio debba essere ancora necessario. Adesso non resta che scegliere la gara, con i giallo-viola che torneranno a LA solo mercoledì notte (7 febbraio) per la gara contro OKC, e ci resteranno per il matchup contro i Bucks di venerdì 9 febbraio. Quest’ultima è forse la data più probabile per celebrare la milestone che LeBron si appresta a raggiungere, essendoci una forte connessione tra Milwaukee e Abdul-Jabbar, che ha militato per la squadra del Wisconsin per 6 stagioni prima di approdare a Los Angeles.

Queste le parole di Pat Riley per l’ex compagno e “sottoposto” nel suo periodo da coach dei Lakers:


“Kareem non aveva alcun potenziale, era pura grandezza. Potevi percepirlo. Quando superi il concetto di potenziale e muovi subito verso la grandezza sin dalla High School, per poi farlo anche al College e nei pro… appartieni a un circolo molto ristretto. Si contano sulle dita di una mano quelli così, massimo due.”

“Si sentiva speciale perché lo era, perché lo è. Era trattato da tutti come un patriarca”

E il commento su James:

“Adesso ruota tutto attorno a LeBron, e giustamente, con la sua carriera unica e l’opportunità di completarla. L’allenamento, i viaggi, i cuochi personali e i personal trainer, tutto questo c’è da dopo Kareem. Spero che la gente realizzi quanto la storia di Kareem sia differente: lui è andato al college 4 anni, LeBron è uscito dall’high school. Ma hanno entrambi dominato dal giorno 1, trasformato il potenziale in grandezza dal giorno 1.”

Ma cosa pensi Kareem Abdul-Jabbar del fatto che il proprio record verrà infranto? La leggenda dei Lakers e dei Bucks ne ha parlato sulla propria newsletter a ottobre scorso:

“Quando LeBron ha scavalcato Kobe per diventare il terzo miglior scorer di sempre, sapevo che fosse questione di tempo prima che superasse anche me. I record sono fatti per essere infranti, sono un modo molto diretto e preciso per indicare il raggiungimento di un obiettivo. Non è come nell’arte o nella letteratura, la grandezza non è questione di gusto o di opinioni, non si misura in altro modo che in numeri. E ogni volta che un record viene infranto, tutti si alzano.”

“Quando ho infranto il record di Wilt Chamberlain nel 1984, l’anno di nascita di LeBron, ha infastidito Wilt, che percepiva una rivalità con me sin da quando ho iniziato a fare bene in NBA. Io non mi sento così nei confronti di LeBron. Non solo festeggerò il suo risultato, ma inneggerò ad esso.”

Sempre riportando le parole da Associated Press, anche coach Darvin Ham ha espresso la sua su cosa significhi questo record, soprattutto in relazione agli anni trascorsi e al periodo storico in cui è avvenuto: “Dobbiamo sempre essere consapevoli di chi è venuto prima di noi, di chi ci ha spianato la strada. Ci pensate che Kareem ha segnato tutto quei punti con, quanto? Una tripla in carriera?”.

Adesso non resta altro che aspettare. Salvo imprevisti, già dalla prossima settimana dovremmo avere un nuovo nome in cima alla scoring list storica della NBA, con una certezza: l’iconicità che LeBron James raggiungerà simbolicamente dopo questo risultato è tale solo grazie alla grandezza di Kareem Abdul-Jabbar.