
Questo contenuto è tratto da un articolo di Orlando Silva per Fadeaway World, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Bradley Beal è stato uno dei giocatori più discussi in NBA nelle ultime stagione, dato che i Washington Wizards hanno fatto fatica a emergere nella Eastern Conference e, di conseguenza, a fare i Playoffs. Anche con Russell Westbrook in squadra ne hanno avuto solo un piccolo assaggio e, dopo la sua partenza, le cose sono andate ancora peggio.
I Wizards hanno fiducia, stando ai report, di poter essere competitivi costruendo un nucleo solido accanto a Beal, Kyle Kuzma e Kristaps Porzingis, ma il resto della Lega sembra non essere della stessa idea. A dire il vero, nemmeno Beal è parso troppo convinto.
Intervistato da Marc J. Spears di Andscape, Beal non ha celato troppo la frustrazione nell’assistere alle ultime Finals da spettatore, spiegando come sentisse quasi di “essere parte della squadra”, riferito a Boston, e che “volesse essere parte di quello, da competitor quale è”. Oltre a questo, ha anche detto che “non è facile” fidarsi di quello che sta provando a costruire il GM Tommy Sheppard, rispondendo così a una domanda su quanto sarebbe importante per lui far parte di una squadra da titolo:
“Sento di aver raggiunto buoni obiettivi nella mia carriera: All-Star, All-NBA, 30 di media. Ma se mi dico ‘Ok, cosa posso fare ora? Cosa voglio fare?’, la risposta è solo vincere. Vincere, vincere, vincere, vincere ai livelli più alti, giocare gare importanti, vincere serie Playoffs, arrivare alle Finals e vincerle. Ecco cosa voglio.”
Molto chiaro e, se questo non fosse già abbastanza preoccupante, vista la situazione attuale della squadra, una dichiarazione in particolare potrebbe far venire i sudori freddi ai tifosi Wizards:
“Sono paziente, ma arriva un momento in cui devi essere un po’ più egoista e tracciare una linea, senza dubbio. Perciò ho pensieri nella mia testa ma, allo stesso tempo, cerco di restare nel presente. Resto concentrato su quello che abbiamo e su cui dobbiamo lavorare, non mi faccio prendere dal rumore di fondo e vado avanti da qui. Un giorno alla volta, controllando ciò che posso.”
Abbastanza chiaro che lo sguardo di Bradley Beal sia dunque orientato al futuro e, in particolare, alle potenziali vittorie del futuro. Il giocatore ha avuto un calo nell’ultimo paio di stagioni, ma resta comunque il pezzo su cui costruire per Washington, soprattutto dopo la lauta estensione firmata. Qualora i Wizards non riuscissero a diventare competitivi nel breve periodo, non sarebbe una sorpresa vederlo partire, dato che le squadre interessate e che monitorano la situazione non mancano.
Che non si sbagli, comunque. Beal farà di tutto per portare questo nucleo alla vittoria, essendo molto legato a Washington, come si deduce da altre dichiarazioni per Andscape:
“Io, Steph e Dame la pensiamo allo stesso modo sulla lealtà. Si tratta del nostro impegno a voler vincere dove ci troviamo, e non c’è nulla di sbagliato in questo. Abbiamo semplicemente fiducia nella organizzazione che ci ha scelto e ha creduto in noi.”
Bradley Beal è stato, e sarà, collegato a eventuali partenze da D.C. per un bel po’ e, nonostante la lunga e onerosa estensione firmata, potrebbe stancarsi di una situazione non troppo competitiva per decidere di forzare una trade in offseason. E non sarebbe nulla di strano, dopo quello che abbiamo visto con Kevin Durant, o che potrebbe accadere con altre star come Zach LaVine o Trae Young (ne abbiamo parlato QUI). Convincere i giocatori a restare è sempre più difficile per le franchigie, e anche il più leale dei Bradley Beal, prima o poi, sembra destinato a partire.