
Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Il martedì mattina di DeMar DeRozan, intanto a recarsi al primo allenamento in vista della Stagione 2024/25, certamente deve essere stato alquanto scioccante. Il 6 volte All-Star era a tutti gli effetti divenuto un membro dei Sacramento Kings. “Svegliarsi in una città diversa mi ha colpito davvero tanto nel mio arrivo qui.”. Parole di DeRozan rilasciate ad Andscape al termine della sessione di allenamento dei Kings.
“Tutto era semplicemente diverso. Lo scenario uscendo di casa, il vialetto e l’arrivo in auto, e dannazione, sto ancora provando a ricordare come raggiungere il mio armadietto in spogliatoio dell’arena.”
“Tutto era così semplicemente nuovo e lindo, ed io stavo solo provando ad entrare a farne parte. A volte è una cosa buona. Una nuova sensazione. Per le prossime settimane tutto continuerà a sembrarmi nuovo.”
DeMar DeRozan
DeRozan ha scioccato la NBA quando il 6 luglio ha deciso di accettare la sign&trade che lo ha portato ai Sacramento Kings, con Harrison Barnes passato da Sacramento ai San Antonio Spurs e la guardia Chris Duarte, insieme a 2 scelte al Second Round del Draft, finito ai Chicago Bulls. DeRozan ha firmato un triennale da $74 milioni. Il veterano, con una carriera lunga ben 16 anni in NBA, ha messo a referto 24 punti, 5.3 assist e 4.3 rimbalzi di media in 79 sfide di Regular Season con la canotta dei Bulls l’anno scorso.
DeMar DeRozan è nativo di Compton, sobborgo di Los Angeles. Avendo sottoscritto il contratto con i Kings, si trova adesso a soli 90 minuti di volo dai suoi 5 figli, da sua madre e gli altri membri della sua famiglia che vivono ad LA. Questa è la prima volta in carriera NBA dell’ex USC, iniziata nel 2009, che gioca a ovest del Texas. “Per me vuol dire molto,” ha affermato DeRozan sul vivere in California, “Ed anche una delle mie figlie mi chiede sempre quando può venire a trovarmi, anche solo per un giorno, per trascorrere del tempo insieme e poi tornare a casa. Sapere che sono qui la eccita molto. E tutto questo mi rende molto felice.”.
“Ed io penso decisamente a tutti quei momenti in cui se avranno qualche problema, o se dovessi avere anche solo un giorno libero, mi sarà possibile tornare a casa e poi tornare, anche in giornata. Perciò, penso soprattutto a questo più di ogni altra cosa.”
DeMar DeRozan

DeMar DeRozan è stato impegnato durante l’estate, prima del training camp, per via del lancio sul mercato editoriale del suo libro, Above the Noise: My Story of Chasing Calm, sia negli Stati Uniti che a Toronto. DeRozan ha parlato pubblicamente del suo problema con la depressione nella speranza di poter incoraggiare chi ha bisogno d’aiuto, inclusi gli uomini afroamericani – di solito meno inclini a chiedere aiuto per ricevere trattamenti inerenti la salute mentale. Il libro dell’ex Toronto Raptors è già divenuto un best seller in Canada, secondo Toronto Star. Di recente DeMar ha parlato all’intera rookie class di quest’anno, inviando ad ogni rookie una copia del libro accompagnata da una nota scritta di suo pugno.
“Decisamente per me si è tratta di un’esperienza del tutto nuova, che non avevo mai vissuto. Non avevo mai fatto nulla del genere. Pur essendo la mia prima volta, mi ha aiutato molto perché ho compreso quanto e come debba lavorare per poter essere un amico, padre, leader migliore in futuro. Quindi è stata una cosa per cui mi sono messo in discussione. Ma all’inizio è stata dura.”
DeMar DeRozan
Il coach dei Sacramento Kings, Mike Brown, ha chiesto a DeRozan di parlare del suo libro “fenomenale” prima che il primo allenamento stagionale prendesse il via: DeMar ne ha parlato per 10 minuti. Tenendo una copia dello stesso libro in mano, coach Brown ha raccontato ai media dopo la fine della seduta che tutti i giocatori dei Kings ne hanno ricevuta una copia. Brown ha affermato che la salute mentale sia un problema serio tra gli afroamericani. Secondo il McLean Hospital nel 2024 il 25% degli afroamericani ha bisogno di aiuti, contro il 40% dei cittadini bianchi statunitensi. Il suicidio è la 3° causa di morte tra gli uomini afroamericani tra i 15 ed i 24 anni, secondo la National Alliance on Mental Illenss nel 2024.
“Ha raccontato alla squadra del processo meditativo che c’è dietro la scrittura del libro.”. Ha rivelato coach Brown.
“Ha inoltre raccontato alla squadra il motivo per cui lo abbia scritto mentre stava ancora giocando. Si tratta solo di lui e del fatto che abbia voluto far sapere a tutto il mondo ciò che ha sofferto. Anche se sono giocatori della NBA, sono pur sempre esseri umani e vanno incontro ad alti e bassi esattamente come chiunque altro. Ma va bene, è normale essere vulnerabili durante la propria vita.”
“E per me la parola chiave è stata proprio ‘essere vulnerabili’. Nella nostra comunità afroamericana non si va in giro a piangere e non si va dal dottore. E purtroppo è uno stigma. Per lui, aprire a questo e parlarne a tutto il nostro gruppo oggi, avendo con sé il libro, è stata una cosa incredibile, ed ho amato farne parte.”
Coach Mike Brown

DeRozan ha dimostrato di essere uno scorer provetto ed un eccellente finalizzatore. Brown ha dichiarato ai media, a fine allenamento, di essere piacevolmente sorpreso dalle sue skills in assistenza ai compagni. Inoltre, sia coach Brown che la guardia dei Kings, De’Aaron Fox, sono stati colpiti in positivo dalla pazienza e dall’efficienza di DeRozan nei suoi tentativi a canestro. “Non è soltanto uno scorer, è un giocatore di basket completo.”. Dichiarazioni di coach Mike Brown. “Lo ribadisco davanti a tutti voi, alcuni dei passaggi che ha fatto martedì, pensavo che non sarebbero mai arrivati a destinazione. Ma non è mai andato in panico, in nessuna giocata. Ha giocato al suo ritmo. Ha accelerato quando lo ha ritenuto necessario, ed altrettanto ha fatto diminuendo il ritmo. Ha mantenuto fase offensiva e difensiva bilanciate. Quando qualcuno era libero ha fatto il passaggio giusto. Avere il lusso di avere un altro giocatore capace di fare la giocata giusta, di passare, di andare in dribbling o tirare – e, cosa più importante, è incline al passaggio – ci aiuterà molto ad essere più dinamici in fase offensiva.”. Fox, invece, ha detto che “DeRozan attira molte attenzioni, specie quando è in possesso del pallone. Ma anche attirando tante attenzioni riesce a crearsi gli spazi e mettere il pallone dentro. E quando 3-4 della difesa avversaria collassano si ottengono molti spazi liberi.”.
Oltre a DeMar DeRozan, i Sacramento Kings hanno in roster il centro 2 volte All-Star, Domantas Sabonis, e De’Aaron Fox, All-Star nel 2023. I Kings hanno inoltre un’altra potenziale giovane stella, l’ala Keegan Murray, giunto al suo 3° anno in NBA, oltre che svariati veterani come le guardie Kevin Huerter e Malik Monk. I californiani sono tornati ai Playoffs dopo 17 anni nel 2023, ma non sono riusciti a mettere in pratica un buon Play-In Tournament la scorsa stagione. La Western Conference è piena di potenziali contender: ci sono Dallas Mavericks, Minnesota Timberwolves, Oklahoma City Thunder, Phoenix Suns, Los Angeles Lakers, Los Angeles Clippers e Golden State Warriors. DeRozan, tuttavia, ritiene che i Kings abbiano abbastanza talento per poter riuscire a raggiungere le Western Conference Finals. I Kings non arrivano alle Conference Finals dal 2002. “La passione, la fiducia ricevuta da giocatori e coaching staff da parte della fanbase ricopre tutto, dal basso in alto,” ha affermato DeRozan. “La gente ha voglia di vincere. Tutti hanno visto dove sono arrivati due anni fa. Il loro talento li ha portati dove sono giunti, ed anche l’anno scorso, anche se ci sono stati parecchi infortuni. Tutto è possibile. Penso che il modo in cui abbiamo lavorato martedì, la fiducia in sé stessi che hanno i ragazzi ed il mio approccio estivo verso questa nuova stagione mi hanno dato una gran mano in tutto questo.”.

L’All-Star dei Los Angeles Lakers, LeBron James, che compierà 40 anni a dicembre, inizierà la Stagione 2024/25 come giocatore più anziano della lega, nonché da leader della classifica punti All-time in NBA. DeRozan non è tra i più anziani in circolo in NBA avendo ancora solo 35 anni, ma è il giocatore più anziano all’interno del roster dei Kings, in cui solo 2 giocatori sono over 30. DeRozan ha giocato almeno 74 partite o più nelle scorse 3 stagioni. Nella sua 15° stagione in NBA ha disputato il league-high di 2,989 minuti, 37.8 di media a partita. E dopo parole sagge da parte di LeBron James quest’estate, DeMar spera in un’altra buona annata dal punto di vista della salute, per poter giocare molti minuti sul parquet anche a Sacramento. “Amo ancora molto ciò che faccio e farlo ad alto livello,” ha affermato DeRozan. “Vado fiero di ciò e voglio che sia speciale, per rompere il pregiudizio nei miei confronti che afferma che io sia vecchio. Ho condotto la lega in quanto a minuti a partita disputati l’anno scorso, e volevo giocarne di più. Mi prendo cura del mio corpo. Riposo abbastanza. Non faccio altro che rilassarmi con i miei bambini e giocare a basket. Poter ancora giocare vuol dire tutto per me. Se penso ad altri ragazzi che sono riusciti a giocare ad alto livello così a lungo devo nominare LeBron James: è incredibile ciò che sta facendo, e quanto bene lo stia facendo. Si prende cura di sé stesso. Ricordo che una sera, quest’estate, stavamo giocando a carte ed anche in quel caso ha iniziato a competere. Questo spiega il motivo per cui stia giocando così a lungo: è qualcosa di incredibile. Perciò, provo a “rubare” cose come queste perché tutti vogliono giocare il più a lungo possibile e farlo ad alti livelli, e questo fa quasi pensare che più ci si prende cura di sé stessi e più a lungo si potrà giocare.”.
DeMar DeRozan compierà 38 anni alla fine del suo attuale contratto con i Sacramento Kings: riuscirà ad arrivare fino ai 40? Beh, la sua risposta è stata breve, ed accompagnata da un sorriso: “No.”.