Tra draft, free agency e sviluppo dei giocatori, ecco il nuovo volto della squadra di OKC

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Dopo l’entusiasmante stagione scorsa terminata con la sconfitta nel secondo turno di Play-In, gli Oklahoma City Thunder sono pronti a riprendere il percorso che li sta pazientemente facendo tornare nelle zone alte della classifica. La sapiente guida manageriale di Sam Presti ha infatti portato questa squadra ad una sola vittoria dal disputare i Playoffs con un gruppo di giocatori ancora lontani dal proprio prime, una quantità di scelte future al Draft invidiabile e anche un pizzico di sfortuna per quanto riguarda gli infortuni (in particolare quello che ha colpito Chet Holmgren, assente per tutta la stagione, ma da segnalare ci sono anche quelli di Aleksej Pokusevski, che ha saltato gran parte delle partite del 2023, e Kenrich Williams, fuori da marzo scorso).

La squadra di Mark Daigneault ha quindi posto basi solide in vista della prossima stagione, anche grazie ad un’offseason ricca di movimenti, a partire dal Draft del 22 giugno scorso.

Cosa ha portato il Draft

I Thunder arrivavano a questo appuntamento con le scelte numero 12 e 50, dopo che la 37 era stata ceduta ai campioni in carica dei Nuggets insieme ad una prima scelta del 2024 (la peggiore tra quelle in possesso di OKC) e ad una scelta al secondo round dello stesso anno, il tutto in cambio di una pick protetta al primo giro del 2029 (QUI i dettagli).


FOTO: The Oklahoman

La scelta in lottery di quest’anno di OKC si è poi tramutata in una 10, in seguito allo scambio con i Mavericks che ha portato Davis Bertans ed il suo contratto non graditissimo ai Mavs nell’Oklahoma, dando così la possibilità a Sam Presti di selezionare Cason Wallace. Il giocatore in uscita da Kentucky rappresenta una risorsa importante per i Thunder perché in grado di ricoprire un ruolo cruciale come quello del portatore di palla primario della second unit: nella passata stagione è stato Tre Mann ad occuparsi di questo compito con risultati non eccezionali, ragion per cui l’arrivo di un playmaker in grado di coinvolgere i propri compagni, convertire i tiri con spazio e difendere forte sul perimetro costituisce un tassello importante per questa squadra.

Al secondo giro invece la scelta è ricaduta su Keyontae Johnson, prodotto di Kansas State che ha raggiunto la NBA dopo 5 anni, seppur non interamente giocati, in NCAA. Ciò che ha costretto la scelta 50 di questo Draft a saltare quasi per intero 2 stagioni è stato infatti il cedimento del suo cuore durante una partita contro Florida State che lo ha portato a 72 ore di coma indotto e un conseguente stop forzato di 2 anni. Poi il ritorno in campo da protagonista, una stagione regolare conclusa con 17.4 punti di media (con shooting splits da 52/41/72) e la qualificazione al torneo NCAA da testa di serie numero 3, concluso alle Elite Eight.

Johnson è un giocatore pronto a dare il proprio contributo sin da subito grazie soprattutto alla sua imponente fisicità e ai suoi mezzi atletici fuori dal comune: rallentarlo quando decide di attaccare il ferro risulta difficile a molti difensori, i quali però non possono nemmeno lasciargli spazio da dietro l’arco, essendo il nuovo giocatore dei Thunder molto efficace in spot-up. Il reparto ali di OKC è molto ricco, ma il nativo di Norfolk potrebbe comunque ritagliarsi minuti importanti durante il corso della prossima stagione, nonostante per il momento abbia firmato un two-way contract.

I nuovi arrivi della Free Agency

La squadra di Sam Presti ha visto iniziare la propria free agency con gli addii di Dario Saric, per scadenza di contratto, e dei 2 two-way players Olivier Sarr e Jared Butler, la cui offerta qualificante non è stata estesa; dopodiché, anche Lindy Waters III è stato costretto a cercare una nuova squadra, visto il rifiuto da parte del GM di OKC di esercitare l’opzione squadra che l’accordo del tiratore ex Oklahoma State prevedeva. Chi invece è rimasto, almeno per il momento, è Jeremiah Robinson-Earl, che ha visto i suoi 1.9 milioni di dollari previsti per la stagione 2023-24 diventare interamente garantiti.

Sul fronte nuovi arrivi, sono state 2 le firme che hanno contraddistinto l’estate dei Thunder: la prima riguarda Jack White e la seconda, attesa da svariato tempo, è stata quella dell’ex MVP dell’Eurolega ed ex campione d’Europa Vasilije Micic. L’ala ex Nuggets ricoprirà il ruolo di role player e potrà dare una mano in uscita dalla panchina grazie alla sua efficacia al tiro da lontano, all’abilità nell’attaccare i closeout dal palleggio e alla solidità nella metà campo difensiva; il playmaker ex Efes sarà invece chiamato ad un ruolo di rilievo come possibile alternativa a Cason Wallace per guidare la panchina come portatore di palla primario.

L’aspetto che però più di tutti ha tenuto impegnato il front office della squadra dell’Oklahoma è stato quello degli scambi: in questo frangente sono state 4 le operazioni effettuate in totale. Oltre a quella che ha coinvolto Cason Wallace e Davis Bertans per la 12 (divenuta Dereck Lively II), nella franchigia di Clay Bennett sono arrivati, insieme a scelte future al secondo giro del Draft, anche Victor Oladipo e Patty Mills, quest’ultimo girato poi agli Atlanta Hawks in cambio di TyTy Washington, Usman Garuba e Rudy Gay. L’ex giocatore dei Jazz è stato inoltre tagliato pochi giorni dopo l’ufficialità dello scambio.

Infine, c’è stato il rinnovo pluriennale di coach Daigneault, che ha premiato l’ex assistente di Billy Donovan per l’ottima stagione disputata.

Uno sguardo al passato…

Una delle squadre che nella passata edizione del campionato NBA ha maggiormente superato le aspettative pre-stagione è stata proprio quella allenata da coach Daigneault, il quale ha visto sfumare il premio di Coach Of the Year dalle proprie mani solo per via di Mike Brown e dei suoi sorprendenti Sacramento Kings. In una regular season conclusa inaspettatamente al decimo posto nella Western Conference sono svariati gli aspetti positivi che hanno caratterizzato i Thunder:

  • la convivenza tra Giddey e Shai: i due componenti del backcourt di OKC hanno saputo combinare le proprie caratteristiche in maniera ottimale, con l’australiano che ha saputo dimostrarsi un giocatore efficace anche senza palla e il canadese che ha migliorato la propria attitudine difensiva per coprire le spalle al proprio compagno;
  • la profondità della squadra: la rotazione ha sempre goduto di interpreti pronti e ben amalgamati all’interno del sistema di gioco; giocatori come Saric, Waters, Muscala, ed Omoruyi hanno sempre risposto presenti quando chiamati in causa;
  • l’impatto immediato di Jalen Williams: si poteva immaginare un buon impatto da parte del giocatore ex Santa Clara, ma in pochi si sarebbero aspettati prestazioni di così alto livello, tanto da farlo finire subito dopo Paolo Banchero nella corsa al Rookie Of the Year;
  • le certezze: aspetti come la facilità di andare al ferro di Gilgeous-Alexander, le doti da passatore di Giddey, la solidità difensiva di Dort, ma anche la costanza del supporting cast rappresentata da giocatori come Kenrich Williams e Aaron Wiggins non sono mancati e hanno rappresentato la base su cui costruire i propri successi;
  • le sorprese positive: la crescita di Pokusevski ha sicuramente aiutato la squadra, così come il grande impatto su entrambe le metà campo di Jaylin Williams e la costanza di Isaiah Joe.

Tuttavia, il percorso di questa squadra verso l’essere una contender non è ancora terminato e sono ancora presenti alcune lacune da colmare, tra cui:

  • la mancanza di aggiustamenti in-game: nei momenti in cui il piano partita cessava di produrre i risultati sperati è sembrato che il coaching staff faticasse ad attuare aggiustamenti, e questo aspetto rischia di essere pagato a caro prezzo nei Playoffs;
  • l’assenza di floor generals: in svariate occasioni è mancato un vero e proprio leader a questa squadra, qualcuno capace di mettere ordine nelle situazioni in cui serviva un punto di riferimento; la giovane età del roster non ha sicuramente aiutato sotto questo aspetto;
  • le sorprese negative: Tre Mann ha incontrato parecchie difficoltà sia in attacco, dove spesso risultava prevedibile e poco propenso a prendersi tiri in ritmo, sia in difesa, vista la stazza non imponente del giocatore. Anche Darius Bazley non ha ben figurato, nel suo caso la mancanza di fondamentali e letture ha giocato un ruolo cruciale nella decisione di scambiarlo prima della trade deadline.

L’aspetto però più rilevante di tutti riguarda Chet Holmgren: la scelta 2 del Draft 2022 non è potuto scendere in campo con la sua nuova squadra per via di un infortunio alla caviglia. Questo avvalora ulteriormente quanto fatto da Gilgeous-Alexander e compagni, ma soprattutto significa che, in vista della prossima stagione, il prodotto di Gonzaga rappresenterà un ulteriore rinforzo di altissimo livello ad un roster che ha già dato prova del proprio valore.

…uno al presente…

Lo stesso roster dei Thunder dovrà inevitabilmente subire ulteriori variazioni, essendoci attualmente 20 giocatori con contratto standard su 15 consentiti ed un solo two-way spot assegnato su 3 disponibili.

I 2 principali indiziati a lasciare l’Oklahoma sono Oladipo e Bertans, i quali potrebbero accordarsi con la società per un buyout e rimettere il proprio nome tra quello dei free agent disponibili sul mercato. Anche nell’eventualità di una loro uscita, ci sarebbero comunque 3 giocatori di troppo: i contratti parzialmente garantiti di Joe e Wiggins potrebbero essere un indizio in tal senso, ma la loro importanza sul campo fa vertere verso la permanenza; chi invece è finito sempre più nel dimenticatoio è Robinson-Earl, il cui ruolo in squadra appare sempre più incerto dopo il ritorno di Holmgren, il grande inizio della passata stagione di Pokusevski nella posizione di centro e l’importanza nel sistema di Jaylin Williams. Per la stessa ragione potrebbe essere Garuba a dover contendersi il posto in squadra con lo stesso JRE. Anche TyTy Washington sembra essere chiuso da altri giocatori, in questo caso Giddey, Wallace e Micic, e risulterebbe quindi di troppo nonostante il grande talento che contraddistingue il playmaker ex Kentucky. L’ultima opzione percorribile sarebbe poi quella di uno scambio, con Dort che sembrerebbe essere il pezzo più facilmente sacrificabile per via del suo stipendio e dell’apprezzamento come ottimo difensore sulla palla da parte dei GM della lega. Per quanto riguarda gli ultimi 2 posti two-way ancora liberi, la lista dei giocatori seguiti con particolare interesse da Sam Presti negli ultimi anni porta a fare i nomi di Jahmi’us Ramsey, Hunter Maldonado, Caleb McConnell e Jaden Shackelford.

Con il roster attuale, scartando i possibili partenti pre-opening night, si può già pensare a quali uomini potranno comporre la rotazione:

Giddey, Shai e Holmgren avranno sicuramente un posto in quintetto, Dort sarà titolare a meno di stravolgimenti inaspettati, mentre appare meno solida la posizione di Jalen Williams, comunque favorito su Pokusevski e Jaylin Williams per affiancare l’unicorno ex Gonzaga come lungo, o presunto tale. Dalla panchina Cason Wallace potrebbe essere il giocatore in grado di fare maggiormente la differenza, soprattutto nel periodo di ambientamento di Micic, che però ha ottime chance di guadagnarsi minuti importanti nonostante l’elevata concorrenza; Joe dovrà dare continuità alle sue grandi prestazioni offensive dello scorso anno e Kenrich Williams sarà il collante di un quintetto B le cui caratteristiche intrigano sotto svariati punti di vista. A contendersi gli ultimi minuti rimanenti Mann, Wiggins e Dieng partono in vantaggio rispetto a Robinson-Earl, White e Johnson, ma quest’ultimo potrebbe guadagnare sempre più minuti con il passare dei mesi, nonostante al momento abbia firmato un two-way.

…e uno al futuro

Meritano un focus a parte scelte future, quelle che Presti ha accumulato più di chiunque altro nel corso degli ultimi anni, che fungono da risorsa sotto più punti di vista: in parte potranno essere usate per scegliere direttamente al Draft come si sta facendo attualmente, al fine di accumulare talento in squadra e creare un progetto duraturo; in altra parte potranno servire per portare ad Oklahoma City una superstar attraverso gli scambi. Questi 2 punti sono fondamentali nel progetto di ricostruzione di una squadra che opera in un piccolo mercato: le possibilità che un All-Star free agent firmi con i Thunder sono quasi nulle, perciò l’unico modo per assicurarsi un giocatore del genere è ottenendolo via Draft (come nei casi di Westbrook, Durant e Harden) o trade (come Paul George, Carmelo Anthony, Chris Paul e Shai Gilgeous-Alexander).

Le scelte a disposizione del General Manager dei Thunder nei prossimi 5 anni sono molteplici e di diverso tipo:

SCELTA E PROVENIENZATIPOLOGIA
1a 2024 da HoustonProtetta 1-4 (se rimane a HOU, ad OKC vanno la 2a 2024 e la 2a 2025 di HOU)
1a 2024 da Clippers
1a 2024 di Oklahoma City
1a 2024 da UtahProtetta 1-10 (se 1-10, è 1a 2025 prot. 1-10; se 1-10, è 1a 2026 prot. 1-8)
2a 2024 da CHA/MINA OKC la peggiore tra le 2 scelte
1a 2025 da Houston/ClippersA OKC la migliore tra le 2 scelte (con Houston che tiene la scelta se 1-10)
1a 2025 da MiamiProtetta 1-14 (se 1-14, è 1a 2026)
1a 2025 da PhiladelphiaProtetta 1-6 (se 1-6, è 1a 2026 prot. 1-4; se 1-4, è 1a 2027 prot. 1-4; se 1-4 è 2a 2027)
2a 2025 da AtlantaProtetta 31-40
2a 2025 Boston/MemphisA OKC la migliore tra le 2 scelte
2a 2025 da Philadelphia
1a 2026 da HoustonProtetta 1-4 (se rimane a HOU, ad OKC va la 2a 2026 di HOU)
1a 2026 da Clippers
1a 2026 di Oklahoma City
2a 2026 tra OKC/DAL/PHIA OKC la migliore tra le 3 scelte
2a 2026 da Golden State
1a 2027 di Oklahoma City
1a 2027 da DenverProtetta 1-5 (se 1-5, è 1a 2028 prot. 1-5; se 1-5, è 1a 2029 prot. 1-5; se 1-5, è 2a 2029)
2a 2027 OKC/HOU/IND/MIAA OKC le 3 migliori tra le 4 scelte
1a 2028 di Oklahoma City
2a 2028 di Oklahoma City
2a 2028 da Utah
FONTE: basketball.realgm.com

La caratteristica di alcune scelte che salta immediatamente all’occhio è la quantità di protezioni, spesso in anni consecutivi. Questa particolarità è dovuta al funzionamento della Stepien rule: una squadra non può ritrovarsi con la certezza o la possibilità di non avere scelte al primo giro, proprie o acquisite da altre squadre, per 2 o più anni consecutivi; perciò tutte queste protezioni servono a “bloccare” le possibilità di scambio di prime scelte delle altre squadre a meno che non vengano rimosse, almeno parzialmente, le protezioni dalle stesse, ovviamente dietro ad un conguaglio in favore del GM dei Thunder. Tutto questo accade perché la protezione su una scelta al primo giro implica la possibilità che la squadra in questione possa non poter selezionare con la stessa scelta in caso questa fuoriuscisse dal range di protezione, di conseguenza la pick al primo round della stagione successiva non potrà essere ceduta, perché si potrebbe aprire uno scenario in cui la stessa squadra potrebbe non scegliere per 2 primi giri consecutivi, cosa impossibile appunto per via della Stepien rule. Con le protezioni in svariati anni consecutivi come nelle scelte di OKC questo “blocco” è ancora più importante.

Nel recente passato è accaduto che una squadra dovesse “sbloccare” le proprie scelte al primo giro per avere la possibilità di cederle in degli scambi: i Miami Heat nel febbraio 2022 hanno infatti ceduto KZ Okpala ai Thunder in cambio della second-round 2026 peggiore tra OKC, Dallas e Philadelphia e della rimozione delle protezioni sugli anni 2023 e 2024. La squadra di Pat Riley ha risparmiato sulla tassa di lusso, si è aggiudicata una scelta al secondo giro del 2026 e ha guadagnato maggiore flessibilità per quanto riguarda la cessione di prime scelte future; mentre Sam Presti, riconoscendo che gli Heat saranno una squadra da Playoffs almeno fino al 2024 e considerando che la scelta era originariamente una first-round 2022 protetta 1-14 (e se fosse finita nel range 1-14, sarebbe diventata nel 2023 protetta 1-14; se nuovamente 1-14, sarebbe diventata la nel 2024 protetta 1-14; e via dicendo fino a che, qualora fosse poi finita per la quarta volta di fila in lottery, la scelta sarebbe infine diventata una first-round 2026 di Miami scevra di protezioni), con questo scambio ha fatto sì che Miami dovesse solo mancare i Playoffs nel 2025 per ricevere una scelta priva di protezioni nel 2026, invece che doversi accontentare di una scelta fuori lottery in una stagione presumibilmente competitiva della squadra di Spoelstra.

Per quanto riguarda invece lo sviluppo del core di giocatori a disposizione di coach Daigneault, le prospettive sembrano essere rosee: le caratteristiche dei giocatori permettono una molteplicità di soluzioni estremamente differenti tra loro che solo poche altre squadre nella lega possono permettersi. La soluzione preferita dell’ex assistente di Billy Donovan è stata finora quella della small-ball con Giddey, Gilgeous-Alexander, Dort e Jalen Williams spesso in campo contemporaneamente, ma non ci sarebbe da sorprendersi nel vedere un quintetto lungo (ricalcando una soluzione provata in svariate occasioni dai Magic dello scorso anno che iniziavano le partite con Bol Bol, Banchero, Franz Wagner e Wendell Carter jr. titolari) con Dieng, Pokusevski, Holmgren e Jaylin Williams a condividere il campo. Un’altra possibilità sarebbe quella delle 5 ali interscambiabili, con Kenrich Williams nel ruolo di finto playmaker, già visto nel recente passato, affiancato da giocatori come Aaron Wiggins, Keyontae Johnson, Jalen Williams e Jack White, così come non sorprenderebbe la lineup con 3 portatori di palla già visti nella bolla con Donovan (al tempo CP3, Shai e Schröder, che insieme a Gallinari e Adams formavano il quintetto statisticamente più efficiente di quella squadra) che vedrebbe Wallace, SGA e Giddey, o eventualmente Micic al posto di uno dei tre. Questa moltitudine di opzioni garantisce imprevedibilità, ma anche la possibilità di far rientrare tutti i giocatori a roster nei piani partita in maniera più o meno ciclica.

Sono dunque queste le premesse che caratterizzano passato, presente e futuro di una franchigia in rampa di lancio, pronta a tornare nelle fasi dei Playoffs che più le competono in futuro, questa volta con l’ambizione di arrivare fino in fondo.