In una partita a dir poco decisiva come Gara 6 tra Lakers e Warriors, i dettagli faranno la differenza: i tre aspetti tattici da tenere d’occhio

Arrivati a Gara 6, dal punto di vista tattico le serie sono solitamente ormai mature. I grandi aggiustamenti sono già stati fatti, e le squadre si conoscono a memoria. La serie tra Los Angeles Lakers e Golden State Warriors non è da meno: il canovaccio è lo stesso da almeno due partite.

Quello che allenatori e giocatori possono fare è lavorare ai margini, fare piccole scelte e curare al massimo l’esecuzione. In questo modo, un determinato fattore tattico può andare da una parte o dall’altra, e decidere partita e serie. Soprattutto considerando che, dopo cinque partite giocate, lo scarto totale tra le due squadre non va oltre i quattro punti.

Quali sono quindi le tre principali sottotrame tattiche da tenere d’occhio?


1 – Il dilemma del Pick&Roll di Curry

Nel corso di tutti questi anni, abbiamo conosciuto Stephen Curry come un giocatore in grado di decidere le partite giocando molto spesso lontano dalla palla. In questa serie (e anche un po’ nella precedente), tuttavia, il sistema di Steve Kerr ha portato molti meno frutti di quanto sperato, obbligando gli Warriors a ricorrere sempre più spesso al Pick&Roll del numero 30.

Con il passare degli anni e il lavoro in palestra, Curry è diventato un giocatore sempre più efficace con la palla in mano. Il suo Pick&Roll è ormai una situazione immarcabile per le difese avversarie, che sono forzate a scegliere la soluzione semplicemente meno dannosa.

Per la maggior parte della serie, i Lakers hanno fatto difendere Anthony Davis in “High Drop Coverage”, una soluzione a metà tra la protezione totale del pitturato e il raddoppio aggressivo per togliere la palla dalle mani del palleggiatore. In questo modo, l’obbiettivo è quello di riuscire a contestare i tiri di Curry (grazie alla lunghezza delle braccia) ed essere allo stesso modo nelle condizioni di disturbare lo short roll.

Spesso e volentieri, Golden State è riuscita comunque a creare buonissimi tiri contro la suddetta strategia. Curry è sempre molto furbo nel servire il rollante appena Davis fa un passo di troppo verso di lui, e in quel momento si innesca il solito gioco di tagli. Il tutto diventa più facile quando il bloccante porta il nome di Draymond Green.

Durante Gara 5 quindi, Darvin Ham ha deciso di ricorrere ad un aggiustamento già utilizzato (con successo) nel finale di Gara 4: lo switch. Davis è abbastanza versatile per cambiare sul perimetro e limitare (per questo possibile) la pericolosità di Curry.

Il problema per i gialloviola è che, con AD impegnato sul perimetro in marcatura su Steph, il pitturato rimane privo di un difensore del ferro. Quando gli Warriors se ne sono accorti, hanno semplicemente attaccato l’area approfittando dell’esclusione forzata dall’azione del miglior difensore avversario.

Fin dalla palla a due di Gara 6, sarà interessante vedere quale coverage i Lakers decideranno di cavalcare, e il modo in cui cambierà durante la partita.

Ancora più importante sarà studiare quanto e come gli Warriors si affideranno al Pick&Roll di Curry. Se è vero che si è dimostrata l’unica soluzione davvero efficace, e che è indubbiamente fondamentale per portare Davis fuori dal pitturato, è altrettanto vero che esagerando l’utilizzo il rischio è quello di togliere ritmo e flow ad un attacco che se ne ciba da otto anni, raffreddando ulteriormente le mani di Klay Thompson: Golden State non se lo può permettere.

L’equilibrio nelle dosi e l’esecuzione faranno la differenza.

2 – Schroeder, Russell, Reaves vs “ice defense”

LeBron James ed Anthony Davis rimangono i due giocatori più importanti nell’attacco dei Lakers, con ampio margine. Ma con i 38 anni sulle spalle del primo e i limiti nella “self creation” del secondo, c’è la chiara necessità di un certo tipo di contributo da parte degli altri creator on-ball presenti a roster: Dennis Schroeder, Austin Reaves e D’Angelo Russell.

La difesa sui loro Pick&Roll non è mai cambiata e, prevedibilmente, non cambierà: gli Warriors stanno usando parecchia “ice defense”. L’ice ha l’obbiettivo di “congelare” l’azione sul lato, forzando il palleggiatore a non usare il blocco e portandolo verso la linea di fondo.

Draymond Green, in qualità di difensore di Davis, è un maestro di questo tipo di difesa: sa quasi sempre quando è il momento di fare un passo verso il palleggiatore e quando, invece, rimanere in copertura sul numero 3.

Tuttavia, con le abilità di Schroeder, Reaves e Russell nell’operare nella zona del mid-range e il tocco di Davis, quella della difesa dei Dubs è una strategia attaccabile. Occorre però farlo con le giuste contromisure. I Lakers lo hanno fatto bene in Gara 3 e 4, molto meno in Gara 5.

La frequenza con cui le tre guardie sapranno punire le scelte degli Warriors in queste situazioni determinerà il tempo che Davis e soprattutto James potranno concedersi prima di alzare i giri del motore e provare ad ammazzare la partita nel momento giusto.

3 – Il ritmo della partita

Arrivati ormai al sesto episodio della serie, la variabile ritmo ha risvolti evidenti: se la partita è veloce favorisce gli Warriors, se invece è lenta e spezzettata favorisce i Lakers.

Per quanto spesso distruttivi quando possono schierare la difesa, i gialloviola tendono a concedere qualcosa di troppo in transizione difensiva, tra accoppiamenti mancati e ritorni lenti. Curry e compagni lo hanno capito, e corrono tutte le volte che ne vedono l’occasione.

Tutti in NBA sanno quanto possono essere fatali gli Warriors quando sono in grado di costruire parziali nel giro di pochi minuti a colpi di transizioni rapide. Lo sanno perfettamente anche i Lakers, che avranno bisogno di rallentare la partita.

Non solo attraverso possessi offensivi macchinosi, che finiscono talvolta per danneggiare eccessivamente l’attacco, ma anche attraverso una certa quantità di viaggi in lunetta. In questo, il metro arbitrale sarà un fattore decisivo.

A questo punto della serie, la sensazione è che Los Angeles non possa permettersi una partita ad alto ritmo. Al contrario, un match spezzettato potrebbe togliere ritmo ed aggiungere nervosismo a Golden State, come già successo in Gara 3.