Stephen Curry, Luka Doncic, le strategie difensive e l’importanza dei vari comprimari: tutti i quesiti (e le possibili risposte) su Warriors-Mavericks.

FOTO: NBCSPORTS.com

Se dall’altro lato del tabellone si affrontano due squadre abbastanza simili tra loro, le finaliste della Western Conference, Dallas Mavericks e Golden State Warriors, non potrebbero essere più diverse, sotto ogni punto di vista.

Da una parte una superstar 34enne, che ha vinto più volte nel passato e si avvicina alle sue ultime chance; dall’altra una superstar giovane ed emergente, alla prima lunga Playoffs run in carriera. Da una parte il sistema motion per eccellenza, che crede fortemente nel movimento di uomini e pallone; dall’altra un sistema completamente eliocentrico, con un accentratore magnifico e comprimari che brillano spesso solamente di luce riflessa, anche se perfettamente compatibili con il leader.

Questo è quello che rende particolarmente affascinante questa serie, una battaglia generazionale ed ideologica, pronta a divertire il pubblico.


Quali domande tattiche e non solo possiamo porci a qualche ora dalla palla a due di Gara 1?

1 – Difesa Warriors: farsi battere da Doncic o dai suoi compagni?

Il quesito è sempre presente nella testa di ogni coach quando si ha di fronte una squadra con un dominatore assoluto e un core che gira intorno a lui.

Luka Doncic ha chiuso la serie vinta contro i Phoenix Suns con 32.6 punti e 7.0 assist di media, con il 58% di True Shooting. Più la serie è andata avanti, più è apparso chiaro come Doncic fosse impossibile da limitare per chiunque in isolamento. E allo stesso tempo, Luka è riuscito a creare moltissimi buoni tiri per i compagni.

È davvero difficile trovare qualcuno nel roster di Golden State che possa marcare Luka Doncic. Probabilmente non lo può fare nemmeno Andrew Wiggins, che sarà il suo marcatore primario. Nelle partite di Regular Season, Doncic ha tirato 10 su 22 dal campo (45%) e 6 su 12 da tre punti (50%) quando marcato da Wiggins, e l’ex-Timberwolves non sembra avere la fisicità adatta per impensierire lo sloveno.

L’unico che per stazza e intelligenza potrebbe provarci è Draymond Green, ma il 32enne è troppo importante in aiuto per fungere da primary defender, ed è probabile che Doncic stia alla larga da lui. L’assenza di Gary Payton II è molto pesante in questo senso, e Jonathan Kuminga potrebbe soffrire l’astuzia del 23enne.

Detto ciò, il più delle volte pensare di portare più uomini a occuparsi di Doncic crea ancora più problemi, sempre per l’intelligenza e l’istinto naturale dello sloveno nel trovare il compagno giusto. Se a partire dai suoi isolamenti Dallas produce 1.097 punti per possesso, dato eccellente, quando viene raddoppiato i punti per possesso salgono a 1.277.

Di conseguenza, è probabile che Steve Kerr opti per il trattamento riservato a James Harden qualche anno fa: accettare spesso i cambi difensivi, lasciarlo giocare (e segnare) in isolamento e provare a non far entrare in ritmo i compagni, con la speranza di stancarlo con l’andare della serie. È più una necessità che una virtù, considerata la mancanza di personale difensivo e la qualità del playmaking di Doncic e dei tiratori di Dallas.

Il problema irrisolvibile (o quasi) per la difesa dei Dubs sarà il mismatch hunting dell’ex Real Madrid.

Come mostrato anche nella serie appena passata, Doncic è un maestro nel cercare costantemente i punti deboli della difesa avversaria e attaccarli. In quelle situazioni, spesso finisce per aggiungere punti a referto.

Tra le file di Golden State, potrebbe trovare pane per i suoi denti in Stephen Curry e Jordan Poole. Se il primo è comunque migliorato rispetto a qualche anno fa (ma risulta ancora troppo sottodimensionato per pensare di limitare Doncic), il secondo è apparso finora un vero e proprio danno per la difesa.

Per quanto possibile, Kerr dovrà cercare di evitare che Curry e Poole finiscano su Doncic. E, anche in questo caso, potrebbe essere utile rispolverare i game-plan utilizzati qualche anno fa, quando LeBron James provava a fare la stessa cosa.

L’esecuzione dello show&recover deve essere necessariamente perfetta, perchè Luka è bravissimo anche nello sfruttare le piccole finestre di debolezza in strategie di questo tipo, ma è comunque meno rischiosa rispetto a dare un mismatch in pasto a Doncic.

Ad ogni modo, doversi preoccupare di due bersagli per l’avversario è fin troppo pericoloso, quindi non è affatto escluso che Poole possa vedere il suo minutaggio scendere drasticamente rispetto alle prime due serie, e debba assistere ai minuti finali delle partite dalla panchina.