La legacy, le critiche ricevute negli ultimi anni e l’addio ai Brooklyn Nets: l’intervista a Kevin Durant

Oltre ad essere indiscutibilmente uno dei giocatori più forti di sempre, Kevin Durant è anche tra i più discussi. Vittorie, sconfitte, scelte impopolari e situazioni controverse hanno continuamente buttato benzina sul fuoco, rendendo la discussione portata avanti da media e social network su di lui sempre più morbosa e tossica.

Anche e soprattutto per questo motivo, oggi KD si approccia all’NBA con una mentalità completamente diversa rispetto ai primi anni nella lega. La lunga intervista rilasciata a The Athletic ci fornisce un’ulteriore prova.

Il concetto di legacy, ad esempio, non ha più la stessa attrattiva sul numero 35:


Non mi interessa la mia legacy. Una volta mi interessava. Una volta volevo ritagliare uno spazio per me stesso in questo gioco, in modo che le persone potessero ricordarmi. Ma è diventata una cosa troppo grande ora. E’ diventata una cosa su cui le persone si concentrano troppo.

Chiedono “Cosa ha fatto?”, fanno paragoni. Prima, quando non c’erano tutti questi dibattiti, mi interessava, volevo essere nella stessa categoria dei più grandi della storia. Oggi, non mi interessa. Voglio solo andare là fuori e produrre, essere la migliore versione di me stesso, e poi andare a casa con la mia famiglia

Come si è arrivati a questo punto?

Con decine di discussioni tra Durant e giornalisti (o addirittura tra Durant e alcuni tifosi) nel corso degli ultimi anni. Ecco perché KD sente di essere trattato in modo diverso rispetto agli altri giocatori:

Quando ho lasciato gli Warriors ho capito che con me non usano la logica. Quando si tratta di me, le persone non pensano in modo logico, non guardano semplicemente quello che ho fatto. Devono aggiungerci una narrazione, devono metterci qualcosa per screditarmi. Una volta che ho lasciato gli Warriors, è iniziato lo sport di come criticarmi per ogni cosa.

Non è nemmeno più divertente interagire con le persone perché non sono in buona fede. Spostano l’asticella ogni volta, si aspettano il meglio del meglio da me, e se non la raggiungo sono un fallimento. Qual è il problema?

Durante l’intervista, c’è stata anche occasione di parlare del recente addio ai Brooklyn Nets:

Quando Kyrie ha chiesto la trade, volevo semplicemente cercare di capire in quale direzione stesse andando la franchigia. Una volta che non sono riuscito a capire la direzione, ho cercato di prendere la migliore decisione per me stesso