Le dichiarazioni di Jaylen Brown sui problemi della tifoseria dei Boston Celtics
Non è ormai più una novità sentire giocatori NBA parlare del razzismo avvertito da parte di una numerosa parte dei tifosi dei Boston Celtics nei loro confronti. L’ultimo a denunciare il problema è stato Draymond Green, dopo gli insulti pesanti ricevuti durante le tre partite giocate al TD Garden in occasione delle Finals 2022-
Tuttavia, quando a dirlo è un giocatore dei Celtics, tra l’altro tra i più rappresentativi, fa tutto un altro effetto.
Intervistato dal New York Times, Jaylen Brown ha raccontato la sua esperienza da atleta nero a Boston, e tutti i problemi che ne conseguono:
Ci sono più tipi di esperienza: come atleta, come giocatore di pallacanestro, come normale cittadino, come qualcuno che vuole avviare un business o come qualcuno che cerca di fare cose nella comunità. Non c’è molto spazio per una persona di colore, imprenditori neri, per venire qui e avviare un business. La mia esperienza non è stata fluida come me l’aspettavo
Essendo un atleta, pensi di avere un certo tipo di influenza per essere in grado di fare certe esperienze, per fare in modo che le porte si aprano più facilmente. Ma pur essendo chi sono, cercando di avviare un business, comprare una casa o fare certe cose, incontro diversi problemi
Sì, ho avuto esperienza di razzismo da parte dei tifosi qui a Boston. Non è l’intera tifoseria, ma c’è una parte all’interno della tifoseria che è problematica. Se giochi male una partita, la collegano al tuo carattere personale
Penso sicuramente che ci sia un gruppo di tifosi Celtics estremamente tossico, che non vuole vedere atleti che usano le loro piattaforme, vogliono solo che andiamo in campo per intrattenerli e poi a casa. E per me è un problema