Con l’aumento della fama del figlio Ja, Tee Morant è diventato una celebrità fra il pubblico NBA. Ma non è in cerca di attenzioni.

FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears per Andscape, tradotto in italiano da Davide Angelo Corna per Around the Game.



Domenica mattina. Tee Morant è davanti al suo hotel di San Francisco in attesa del suo Uber, quando nota un uomo che lo fissa, seduto in un’auto. Appena prima che il padre della star dei Grizzlies prenda il suo passaggio, l’uomo che lo fissa abbassa il finestrino e gli chiede quella che sta diventando una domanda sempre più abituale.

“Il fatto che la gente mi riconosca è una novità. È strano, ma non ho problemi”, ha dichiarato Tee Morant a Andscape. “Quella mattina stavo per andare all’hotel dove si trovava Ja. E mentre stavo aspettando Uber, un tizio era seduto in auto e mi fissava. Camminavo avanti e indietro, ma lui continuava a fissarmi. Stavo per dirgli – Ehi tu, c’è qualche problema? Tutto ok? Poi, quando è arrivato il mio passaggio, stavo per entrare in auto e quel tipo ha abbassato il finestrino e mi ha detto ‘Ehi, ma tu non sei Tee Morant?’. E io gli ho detto ‘Potevi chiedermelo prima, invece di star lì a fissarmi.’ È strano ed è una novità per me, ma non mi crea problemi”.

Tee Morant si è dimostrato un padre “cool”, da quando suo figlio Ja Morant è arrivato in NBA. Ben vestito e con un cappello in testa, è arrivato agli onori della cronaca nazionale quando suo figlio lo ha ringraziato sentitamente “per tutto quello che ha fatto per me” su ESPN, mentre era al suo fianco dopo essere stato selezionato con la seconda scelta al Draft 2019. Tee Morant era seduto accanto al suo “sosia” Usher, famoso cantante R&B, durante Gara 5 del primo turno di Playoffs contro i Timberwolves.

Ma ciò che portato più attenzione verso Morant senior è il momento in cui lui e Karl Towns Sr., padre di Karl-Anthony Towns, hanno scherzato fra loro, prendendo parte a una serie di interviste divertenti e dense di apprezzamenti per i propri figli.

“Il modo in cui lui e Karl Towns Sr. hanno parlato è piaciuto anche a mio padre; è l’orgoglio di vedere tuo figlio giocare ai più alti livelli possibili che ti fa provare qualcosa di speciale. Ed è bello vedere il proprio padre che ti supporta”, ha dichiarato Stephen Curry.

Tee Morant è poi apparso anche in televisione e sui social media quando ha discusso con Curry e Klay Thompson, i cui padri hanno giocato in NBA, durante la serie del secondo round fra Golden State e Memphis. Anche il padre di Curry, l’ex tiratore NBA Dell Curry, ha avuto qualche scambio con Tee Morant durante la serie.

Steph sostiene che “significhi molto” per i giocatori NBA avere il supporto dei propri padri e ha lodato l’atteggiamento di Tee Morant. “Si nota quanto sia importante guardando che effetto ha avuto per Ja. Quello che fa Tee Morant non riguarda tanto se stesso. Tutto ciò che dice, critiche o lodi, serve per far migliorare suo figlio. È bello da vedere”, ha detto Curry.

Non c’è stato solo amore per Tee Morant, però. Ha ricevuto molte critiche sui social media per essere un po’ troppo appariscente e in cerca di attenzioni, quando assiste alla partite. Ad esempio, l’account Instagram di @SlamStudios ha scritto: “Tee Morant si sta avvicinando ai livelli di fastidio provocati da LaVar Ball”, padre di LaMelo e Lonzo Ball. Ja Morant ha risposto con un tweet in cui ha scritto, senza troppi giri di parole, “Che vadano a f******, noi pensiamo a giocare TM”.

A riguardo, Tee Morant dice che continuerà a essere se stesso, e che non lo fa per ricevere attenzioni. “Dopo Gara 1 con Golden State, qualcuno ha scritto sui social che sono fastidioso perché ho abbracciato Curry e ho parlato con lui e con Klay Thompson. E dopo questo, all’improvviso sono fastidioso? Invado lo spazio dei giocatori? Per me si tratta solo di sportività, e per loro sarei fastidioso per il solo fatto di fare il tifo per mio figlio?

“Chi mi conosce sa che il mio modo di pensare, scusate il francesismo, è ‘Questo non cambia per un c**** la mia pressione sanguigna’. Significa che non mi importa nulla se qualcuno pensa che ciò che faccio sia positivo o negativo. Continuerò a essere me stesso, perché è l’unica cosa che so fare”.

Tee Morant è anche stato visto prima di Gara 2 contro Golden State mente parlava con Dell Curry e indossava una t-shirt con scritto “Padre orgoglioso, nero e tifoso”. Alle domande a proposito della maglietta, Tee ha risposto: “Non siete abituati a vedere il padre di un giocatore così coinvolto con il gioco e con i tifosi, e con tutto ciò che sta attorno al basket NBA. L’ho indossata per dire ‘Ehi, ecco perché sono qui’. Tutto qui. Ma è ridicolo che parlino di quella maglietta, e di tutto quello che faccio, e del perché lo faccio… solamente perché sto supportando mio figlio”.

Considerando la strada di Ja Morant verso il successo, ha sicuramente senso il fatto che suo padre, che ha giocato a basket alla Caflin University, storicamente afroamericana, è così entusiasta e orgoglioso del suo successo. ESPN 100 non aveva incluso Ja Morant fra i migliori prospetti del college basketball quando era uscito dall’high school nel 2017, nemmeno come 3-star prospect. Ha poi frequentato la Murray State University, e grazie al suo rendimento con i Racers è diventato la seconda scelta assoluta al Draft del 2019.

Convocato all’All-Star Game 2022, Ja è cresciuto esponenzialmente in termini di popolarità in questa stagione, grazie al ruolo di guida che ha assunto a Memphis, grazie alla spettacolarità del suo gioco e al suo atletismo, fino a venire paragonato a un Hall of Famer come Allen Iverson. Ja ha ora in bacheca il premio di Most Improved Player del 2022, e la sua maglia è la nona più venduta della Lega.

“Mentirei se dicessi che me l’aspettavo”, racconta Tee quando gli viene chiesto se avesse previsto che suo figlio sarebbe diventato una star NBA così presto. “Mentirei se dicessi che mi aspettavo che sarebbe stato scelto addirittura alla 2, ma pensavo che sarebbe stato una delle prime scelte. E non mi aspettavo che sarebbe già entrato nel secondo quintetto All-NBA. Sapevo che sarebbe stato in grado di competere ad altissimi livelli, ma non mi aspettavo che ci sarebbe arrivato così in fretta”.

“Il mio amore per mio figlio è sottovalutato. Darei la mia vita per quel ragazzo. È sostanzialmente una versione di me in miniatura. Dopotutto, sono stato io a ‘farlo’. Con sua madre e con la benevolenza di Dio, ovviamente. Ma, come ho sempre detto loro, mi considero la sua prima linea di difesa. Se qualcuno vuole prendersela con lui, deve prima vedersela con me”.