Non solo fisicità e falli: Isiah Thomas spiega la logica tecnico-tattica e l’esecuzione delle famose “Jordan Rules”
Questo contenuto è tratto da un articolo di Aikansh Chaudhary per Fadeaway World, tradotto in italiano da Redazione Around the Game per Around the Game.
Fermare Michael Jordan durante il prime della sua carriera non era certo un gioco da ragazzi; anzi, era spesso un compito che provocava incubi agli avversari. Tuttavia, prima dell’arrivo di Phil Jackson sulla panchina dei Bulls, i Detroit Pistons dei “Bad Boys” in qualche modo ci riuscirono. E parte del merito va dato alle famose “Jordan Rules”, una serie di strategie per limitare il fenomeno con il numero 23.
Le Jordan Rules sono spesso ricordate come una tattica di duro attacco fisico contro MJ, il che era ovviamente parte della logica, ma c’era molto altro.
Ai microfoni del podcast “All the smoke”, Isiah Thomas, il leader di quei Pistons, ha spiegato piccoli interessanti dettagli delle Jordan Rules:
All’epoca Jordan era un passatore riluttante. Non gli piaceva passare la palla. Era un realizzatore di volume. Oggi vedi ragazzi con grande palleggio che fanno tutto, lui non lo era, non aveva un grande palleggio. Non sapeva andare verso sinistra, se palleggiava verso sinistra più di due o tre volte, doveva raccogliere la palla
Quindi, le regole erano davvero semplici. Nella parte sinistra del campo, mandarlo verso sinistra; nella parte destra del campo, mandarlo verso sinistra; nella parte centrale del campo, mandarlo verso sinistra. Una volta che andava a sinistra, mandavamo il raddoppio. Il difensore gli toglieva la mano destra, e doveva costringerlo a passare la palla attraversando il campo. E a quel punto eravamo abbastanza veloci da ruotare e tornare a posto.
Una volta che il difensore lasciava il suo uomo per raddoppiare Jordan, un secondo difensore lo copriva. A quel punto, il passaggio di Jordan doveva attraversare il campo. Ma Jordan non voleva fare quel passaggio, quindi cosa faceva? Tirava. E spesso sbagliava
Questo e il resto delle Jordan Rules, compresa la parte meno sportiva e più fisica, hanno permesso ai Pistons di battere i primi Bulls di Jordan ai Playoffs.
Questi ultimi, tuttavia, ebbero presto modo di migliorare e prendersi la rivincita con gli interessi.