Team USA ha vinto l’oro, e le copertine sono andate, ovviamente, ai grandi protagonisti della squadra e più in generale degli ultimi 15 anni di NBA: LeBron James, Stephen Curry e Kevin Durant.

KD ha dato il via ai giochi con un primo tempo contro la Serbia da 8 su 8 dal campo, per poi “limitarsi” a segnare qualche canestro decisivo a fine torneo: LeBron è stato il più costante e continuo nelle due metà campo, e si è portato a casa il premio di MVP della competizione; Steph, neanche a dirlo, ha chiuso con il botto, con 17 triple in due partite tra semifinale e finale.

In questo gioco, tuttavia, si vince in 10 o 11, considerando titolari e riserve, e nulla di tutto quanto detto sopra sarebbe stato possibile senza il contributo dei compagni, specialmente contro la concorrenza agguerrita che gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare. E tra i protagonisti secondari, il più importante è stato sicuramente Devin Booker: 11.7 punti e 3.3 assist di media con il 57% dal campo e il 56% da 3 punti (miglior percentuale del torneo).


Booker è incredibile. Nessuno parla di lui, ma è stato il nostro MVP silenzioso.

– Steve Kerr

Se giocatori come Holiday, White e Adebayo erano stati scelti proprio per le loro caratteristiche da role player, tutti gli altri elementi a disposizione di Kerr erano abituati ad essere la star in campo, con tante responsabilità, tanta palla in mano e, di conseguenza, statistiche di un certo tipo. Non era possibile accontentare tutti quanti, e sono stati in molti a farne le spese, due su tutti Tyrese Haliburton e Jayson Tatum, che si sono trovati a lunghi tratti fuori dalle rotazioni.

Booker, invece, ha saputo smentire Cesare Cremonini: in una squadra di eroi, lui si è prestato al ruolo di Robin, con pochi giochi disegnati per lui e tanti, invece, in cui il suo compito era solamente quello di rimanere fermo sul perimetro ad attendere uno scarico. Per farlo servono le caratteristiche tecniche, e la stella dei Suns certamente le ha, tra abilità nel muoversi senza palla e nel tirare in Catch&Shoot, ma è anche necessario sposare il ruolo, rimanendo concentrato e pronto, e lui lo ha fatto.

Per questo è stato il terzo giocatore con il minutaggio più elevato dopo James e Curry, per questo si è guadagnato il rispetto di compagni, allenatori e appassionati in tutto il mondo. Per questo si è meritatamente portato a casa la medaglia d’oro.