Dopo le Finals, inizi di stagione invertiti rispetto a un anno fa; quanta differenza c’è oggi tra Celtics e Warriors?

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Vi piacciono le curiosità statistiche e gli intrecci? Date un’occhiata a questo:

Dopo 26 partite della stagione 2021-22, il record dei Boston Celtics era 13-13 e quello dei Golden State Warriors 21-5.
Dopo 26 partite della stagione 2022-23, i Celtics sono 21-5 e gli Warriors 13-13.

Andamenti e umori invertiti, proprio alla vigilia del primo dei due incontri stagionali tra le due finaliste.


In vista del match di stanotte, facciamo il punto sulle due squadre: che cosa funziona ai Celtics, che cosa non funziona agli Warriors, e cosa aspettarsi dal resto della stagione.

Cosa funziona a Boston

Lo erano già stati nella seconda parte della scorsa stagione, lo sono in modo ancora più imponente all’inizio di questa: allo stato attuale delle cose, i Celtics sono nettamente la squadra migliore della lega.

Il cambio repentino di allenatore, che poteva causare scompiglio, ha invece portato ad un arricchimento di soluzioni offensive. Aiutato dall’innesto estivo mirato di Malcolm Brogdon, Joe Mazzulla ha creato un sistema diverso da quello che ha faticato alle Finals.

Almeno per il momento, i Celtics sembrano aver detto addio alla staticità offensiva; il movimento senza palla dei giocatori è raddoppiato, e Jayson Tatum e Jaylen Brown sono quasi sempre messi nelle condizioni di ricevere il pallone in situazioni dinamiche vantaggiose.

E come potete vedere qui sotto, la fantasia nell’architettare set offensivi non manca affatto.

I frutti del lavoro sono sotto gli occhi di tutti. Se la stagione finisse oggi, i Celtics registrerebbero il miglior Offensive Rating della storia NBA, con quasi 122 punti segnati su 100 possessi.

E attenzione, il materiale difensivo è lo stesso dell’anno scorso, e Robert Williams III è sulla via del ritorno. Se e quando i Celtics sapranno mettere insieme il reparto difensivo della stagione passata e quello offensivo della stagione corrente, saranno giorni davvero duri per il resto della lega.

Cosa non funziona a Golden State

Il record di 13 vinte e 13 perse è un po’ bugiardo rispetto al reale valore espresso (solamente a tratti) dagli Warriors, complice un inizio sonnecchiante e alcune partite perse in maniera rocambolesca. Tuttavia, gli allarmi non vanno ignorati, nemmeno se hai appena messo un anello al dito, e con un dicembre molto tortuoso dal punto di vista del calendario, i campioni in carica si sono messi in una posizione davvero scomoda.

L’unico vero problema strutturale dell’attuale versione degli Warriors è facilmente individuabile: profondità del roster. Nonostante Jonathan Kuminga stia mostrando segni di vita, la rotazione dei lunghi è ancora molto povera. James WIseman non è pronto, e molto probabilmente non lo sarà mai in questa stagione, e JaMychal Green ha tutta l’aria di essere un giocatore sulla via del tramonto. Non è certo un caso che Steve Kerr si senta costretto ad affidare minuti importanti a un two-way contract come Anthony Lamb.

E’ vero, l’ovest non sta attraversando un particolare picco di competitività, e rimarrà apertissimo fino alla fine, ma ad oggi i Dubs non sono (ancora) attrezzati per lottare per il titolo.

E ora?

Esattamente come gli Warriors l’anno scorso, con l’arrivo dell’anno nuovo i Celtics avranno come unico compito quello di mantenere in salute i propri giocatori, e prepararsi alle partite davvero importanti, con un occhio di riguardo al reinserimento di Williams.

Esattamente come i Celtics l’anno scorso, gli Warriors avranno probabilmente bisogno di un aiuto dal trade market per affinare la qualità della rotazione. Se Brad Stevens aggiunse Derrick White, Bob Myers andrà invece probabilmente alla ricerca di un’ala versatile che possa giocare sia da 4 che, occasionalmente, da 5.

Quante chance ci sono di vedere una rivincita alle Finals 2023? E’ ancora molto presto per dirlo. Nel frattempo. godiamoci la partita di stanotte.