Nessuno fa regali in NBA, nemmeno sotto Natale.

FOTO: NBC News

No, si può leggere così, si può legger cosà, ci si può sforzare di fantasticare, ma non è assolutamente come lo si vuol far sembrare. I Los Angeles Lakers, ad ora, non si possono muovere per un giocatore del calibro di un All-Star. Vogliono farlo, sì. Secondo Adrian Wojnarowski (ESPN), muoveranno le loro scelte future (la 2027 e la 2029) solo qualora servissero per un profilo di questo calibro, sì, e così resterà, perché non c’è nemmeno l’ombra di questo scenario.

O vogliamo continuare a illuderci che il contratto di Russell Westbrook abbia acquisito un valore positivo solo perché non esisterà più la prossima stagione? Davvero qualcuno vede progetti che accetterebbero di naufragare, cedendo una star per acquisire un “giocattolo” da buttare a fine anno? Le trattative per liberare spazio salariale esistono, eccome, basti guardare all’operato (prendendone 3 a caso con molto spazio attuale) di squadre come Pacers, Spurs o, in misura minore, Pistons per uscire da uno scomodo Limbo – in cui i Lakers sono, tra l’altro, immersi fino al collo, come scritto QUI.

Per quanto Charles Barkley, nelle sue (lecite) uscite da personaggio televisivo, si possa divertire a giocare con i progetti delle franchigie agendo come membro plenipotenziario di un qualunque front office fittizio, al momento non ci sono squadre disposte a ‘farsi saltare in aria’ per il gusto di farlo. Nemmeno i Bulls, che non sono certo nella miglior posizione possibile e, fra tutti, rappresentano forse il trade partner più plausibile per i giallo-viola (alcuni rumors QUI).


Chicago ha avuto un calendario molto difficile, è in attesa del rientro di un martoriato Lonzo Ball e ha esteso a inizio stagione coach Billy Donovan. Quantomeno, prima di armarsi per radere completamente al suolo lo United Center, si può lasciar loro il beneficio del dubbio – o, come minimo, un’aspettativa.

Tornando ai Lakers, ecco un estratto piuttosto significativo degli scenari di mercato da un nostro articolo, seguendo le fonti di Jovan Buha:

Secondo gli ultimi aggiornamenti di Jovan Buha (The Athletic), i tre possibili scenari – e relativi trade packages – per i Lakers sono i seguenti:

1. Westbrook + 1/2 prime scelte (2027 e/o 2029) – in cambio di una stella o una coppia di starter.

2. Beverley e/o Nunn + 1 prima scelta e/o multiple seconde scelte – in cambio di uno starter o due role player.

3. Una prima trade cedendo Beverley + Nunn + 1 scelta – una seconda trade cedendo Westbrook + 1 scelta.

Secondo Buha, l’ipotesi più probabile nell’immediato è la numero 2, ovvero una trade con cui provare a migliorare il roster, ma senza stravolgerlo. Almeno per il momento.

Ecco, fermatevi alla frase finale, su un punto in particolare: “L’ipotesi più probabile nell’immediato è la numero 2”. Stop, fermi un attimo, ci siamo. Non perché sia un’illuminazione, ma un percorso logico.

Pensiamo per un istante alla fantomatica Chicago che voglia svendere assolutamente DeMar DeRozan per caricare di tritolo le facilities dei Bulls, con il buon Chuck a dirigere il cantiere.

Pensate che la trade di cui si è vociferato su The Ringer prima, da Zach Lowe poi, con il pacchetto di Russ e le due pick per DDR e Nikola Vucevic, sia qualcosa di anche solo lontanamente competitivo? Per chi in estate avesse avuto, a differenza dello sciagurato qui presente, qualcosa di meglio da fare di seguire il trade market, il prezzo per una star di qualunque tipo include numerose Draft picks future, al primo giro, senza protezioni. Per trascinare Rudy Gobert a Minnesota ce ne sono volute 3 non protette, 1 mascherata (Walker Kessler, scelto nel 2022), 1 swap e una protetta, oltre a role player funzionali, dei quali si intravede solo l’ombra nel roster giallo-viola. Dejounte Murray è stato impacchettato, direzione Atlanta, per non meno di tre future prime scelte e una pick swap.

Qualora DeRozan si liberasse, volete che non emerga qualche GM desideroso di vitalizzare i tifosi? Magari proprio da un altro big market? Magari proprio conosciuto per scambi di questo genere? Esatto, cari amici angeleni, Leon Rose e i Knicks hanno 8 prime scelte da poter mettere sul tavolo, e non hanno paura di usarle.

E lo stesso discorso si può applicare con un protagonista di lunga data dei rumors coinvolgenti i Lakers: Bradley Beal. Anche pensando che quest’ultimo fosse in totale malafede dichiarando di non essersene andato solo per mancanza di appeal delle offerte ricevute in estate, perché Washington non dovrebbe trattare col migliore offerente? Senza dimenticare che, seppur nella grigissima D.C., Beal è fresco fresco di rinnovo, e avrà tempo di piangere tutte le lacrime di cui avrà bisogno nei prossimi 5 anni sui suoi $251 milioni. Infine, con tutto il rispetto: se la superstar degli Wizards non se ne è andata perché nessuna tra le pretendenti gli ha fatto esclamare – citando testualmente – ‘Oh, posso andare lì e vincere’, beh, immaginate cosa non potrebbe dire dei giallo-viola.

Per concludere, i Los Angeles Lakers, stando così le cose, dovrebbero fare quello che ha suggerito esattamente Adrian Wojnarowski: non muovere le scelte (non entrambe, almeno), e andare alla ricerca di expring contracts. Il tutto, ricordando che le trade talks con gli Indiana Pacers, seppur intermittenti, restano aperte, anche solo si trattasse di uno fra Buddy Hield e Myles Turner.

La priorità resta, dunque, liberarsi – se possibile – del contratto di Westbrook, senza andare ad incappare in firme pesanti come quella, ipoteticamente, di DeRozan ($27.3M quest’anno, $28.6M il prossimo); seguita immediatamente da mosse minori che si reputino funzionali alla causa – e, da questo punto di vista, il contratto di un giocatore come Kendrick Nunn, che ha deluso molto le aspettative, deve essere sfruttato nella maniera più spietata possibile.

I Los Angeles Lakers magari si muoveranno, sì, ma non arriverà nessun All-Star. Speriamo che sia chiaro.