Marcatore di Nikola Jokic, collante di difesa e attacco degli Warriors: Draymond Green ha mostrato il suo meglio nelle prime due gare ai Playoffs.
I Golden State Warriors sono avanti 2-0 sui Denver Nuggets, dopo due partite dominate e archiviate con un quarto in anticipo.
Gli Splash Brothers Stephen Curry e Klay Thompson, insieme al nuovo aggregato Jordan Poole, si stanno prendendo la scena a suon di canestri. Draymond Green, invece, ha segnato 18 punti totali nei due match d’apertura della serie.
Eppure, la sensazione (confermata da Steve Kerr nel post-Game 2) è che sia stato proprio Draymond ad avere il controllo di entrambe le gare, sia in difesa che in attacco.
La marcatura su Nikola Jokic
A inizio serie, si parlava della marcatura di Jokic come un compito impossibile, anche per Green. L’MVP in carica è infatti più alto e dotato di un tocco sopraffino, quindi sulla carta in grado di non soffrire troppo la difesa del numero 23.
Eppure, almeno fino a questo momento, Green sta limitando Jokic come quasi nessuno era riuscito nelle ultime due stagioni. Marcato dal prodotto di Michigan, il serbo ha messo a segno solamente 9 dei 28 tentativi di tiro (0 su 8 da tre), per una percentuale del 32%.
Le piccole-grandi cose
Difendere su uno dei giocatori meno marcabili della lega non è il solo compito di Draymond Green, che come ormai sappiamo funge da coordinatore difensivo ed offensivo della squadra di Steve Kerr. Il contributo meno immediato da notare è proprio quello offensivo.
Green non è un attaccante ortodosso, non ha praticamente nessuna abilità di scoring, ma si è ritagliato il ruolo di direttore nel sistema Warriors. Controlla il ritmo, chiama i giochi offensivi, si occupa della distribuzione dei tiri e della gestione dei momenti.
Nel fare ciò, ovviamente, sfrutta l’esperienza ormai decennale nel giocare al fianco di Curry e Thompson, e la conoscenza totale del sistema di Kerr.
Le prime due gare della serie contro i Nuggets hanno rappresentato una perfetta dimostrazione di ciò. Il movimento di palla e uomini, complice il ritmo alto, porta a liberare i compagni, ma sta a Green saperli servire. Sono 15 gli assist messi a referto finora nella serie, in 59 minuti giocati.
Occhi fissi su Klay per sparargli un missile in mezzo alle mani appena c’è la linea di passaggio. Tra l’altro, non tutti i passaggi sono uguali, questo dà un ritmo pazzesco, e aiuta molto il tiratore in catch&shoot pic.twitter.com/iG1TRoHFUD
— Emil Cambiganu (@emilan46) April 20, 2022
Si accorge di Jokic accoppiato con Klay, chiama la giocata a gran voce e punisce tempestivamente la mancanza di comunicazione dei Nuggets pic.twitter.com/46NTj6GZ3f
— Emil Cambiganu (@emilan46) April 20, 2022
Detto ciò, la metà campo in cui il 32enne fa strabuzzare gli occhi, per capacità e letture, rimane quella difensiva. Green non è solamente un buon singolo difensore, è l’ancora di un intero sistema difensivo, che infatti abbiamo visto peggiorare sensibilmente in sua assenza durante la stagione, subendo quasi 6 punti in più ogni 100 possessi.
Le prime due partite dei Playoffs non fanno eccezione: 119 il Defensive Rating con lui in panchina, 108 con lui in campo.
La sua unicità da difensore dipende soprattutto dalla conoscenza del gioco e dalle sue letture. Queste abilità sono ancora più importanti in una serie in cui conoscere e saper fermare i set offensivi preferiti della squadra avversaria è determinante.
Ad esempio, potete scommettere sul fatto che Green abbia studiato a lungo il modo in cui i Nuggets sanno tagliare verso il canestro, e come Jokic riesce a trovarli.
Questo è pazzesco imo. Sta marcando Jokic, e vede il taglio di Gordon quasi ancora prima che lo veda Jokic stesso. Si stacca e il tempo in aiuto è semplicemente perfetto pic.twitter.com/I7QAnRiLQy
— Emil Cambiganu (@emilan46) April 20, 2022
Il suo essere un “tuttofare” difensivo ha permesso a Kerr di schierare a tratti un quintetto iper-offensivo e small, che in entrambe le partite ha scavato il solco decisivo per la vittoria. Per rendere l’idea, negli 11 minuti di impiego la lineup formata da Curry, Poole, Thompson, Wiggins e Green ha fatto registrare uno spaventoso +129 di Net Rating (aspettando una conferma nelle prossime partite con un campione statistico più idoneo).
Ciò che appare chiaro è che a rendere difensivamente sostenibile un quintetto del genere è proprio la presenza di Green, che ormai da anni è riuscito a reinventarsi centro, nonostante la sua altezza non superi il metro e 98. Durante la stagione regolare, le lineup con Dray da 5 hanno avuto un generale Net Rating pari a +10.9 (96esimo percentile), con soli 100.5 punti subiti ogni 100 possessi (99esimo percentile).
Nonostante la taglia, è un rim protector in aiuto incredibile, perché non sbaglia praticamente mai il tempismo pic.twitter.com/5w6RgOiumz
— Emil Cambiganu (@emilan46) April 20, 2022
Ancora oggi, 10 anni dopo il suo ingresso nella lega, l’impatto di Draymond Green viene spesso sottostimato, messo in secondo piano rispetto a quello dei pirotecnici compagni di squadra; ma se la corsa Playoffs dei Golden State Warriors continuerà in questo modo, diventerà impossibile non riconoscere la sua grandezza.