FOTO: Sportskeeda

Questo contenuto è tratto da un articolo di Nemanja Vukasinovic per Fadeaway World, tradotto in italiano da Andrea Borgonovo per Around the Game.


Se è vero che da sempre in NBA troviamo i migliori talenti al mondo, un tempo la differenza tra il basket americano e quello internazionale era meno marcata, e molti grandi del passato non hanno mai messo piede negli Stati Uniti. Oltre a questo, va detto e considerato anche un altro aspetto: molti giocatori erano così forti e amati nelle proprie squadre che non prendevano nemmeno in considerazione di fare il grande salto, che avrebbe comportato un certo rischio e la necessità di ripartire da zero. Ci sono casi, infine, in cui la risposta al perché non siano mai sbarcati Oltreoceano risiede in scelte personali o impedimenti di vario tipo.


Quale che fosse il motivo, in passato non abbiamo potuto ammirare diversi giocatori di alto livello nel contesto NBA. Ecco, di seguito, una classifica dei 20 migliori a non aver mai calcato un parquet NBA.

Menzione d’onore: Sergio Llull

Protagonista di molti successi in casa Real Madrid, Lull è un playmaker completo e molto intelligente, che ha avuto una grande carriera in Eurolega. Paragonato da alcuni a Tony Parker, è stato scelto nel 2009 dai Denver Nuggets al secondo giro del Draft, ma ha poi preferito e scelto di restare a Madrid.

20. Lenny Cooke

Leonard “Lenny” Cooke doveva essere secondo alcuni l’antagonista di LeBron James, ma la storia è andata diversamente. Ai tempi del liceo era un prospetto molto quotato, ma da professionista non ha avuto proprio la stessa carriera di LeBron, anzi. Passato alla storia più per un game-winner realizzato da James contro di lui che per meriti propri, Lenny ha perso ben presto la fiducia in se stesso, poi la forma fisica e quindi ogni velleità di arrivare in NBA. Come altri in questa classifica, verrà ricordato come un “what if”.

19. Bob Kurland

Robert Albert Kurland, detto “Bob”, ai tempi era talmente dominante che la NCAA ha dovuto inserire, all’inizio degli Anni ’50, le interferenze a canestro nel proprio regolamento. Alto oltre 2 metri e 10, riusciva a raggiungere tutti i tiri che passavano dalle sue parti e sarebbe stato interessante vederlo ai massimi livelli. Pur non avendo mai messo piede in NBA, Bob è stato comunque inserito nella Basketball Hall of Fame, in virtù delle sue vittorie in ambito olimpico.

18. Angelo Cruz

“Monchito” Cruz è stato una leggenda dello streetball nelle strade del Bronx, prima di diventare giocatore professionista e vincere un paio di titoli nel campionato di Porto Rico, fino ad arrivare alla Nazionale. Giocatore molto divertente da vedere sui campi di New York, ha addirittura giocato con Drazen Petrovic durante un torneo estivo internazionale. Il suo talento, però, non hai mai raggiunto i parquet NBA… peccato, sarebbe stato quantomeno divertente.

17. Larry Brown

Prima di essere conosciuto da tutti noi come uno dei migliori allenatori della storia recente della NBA, Larry Brown è stato uno dei migliori giocatori della sua generazione. Vincitore di una medaglia olimpica e di un campionato ABA, non abbiamo però mai avuto il piacere di vederlo in NBA. Unico allenatore ad aver vinto un titolo sia in NBA che NCAA, è considerato probabilmente la miglior point guard dell’ABA, avendo guidato la classifica marcatori per tre stagioni.

16. Ed Smith

Ed “Booger” Smith è addirittura finito sulla copertina di Sports Illustrated nel 1997, ma non giocò mai neppure un secondo in NBA, nonostante avesse uno dei movimenti di tiro più armoniosi e fluidi che si siano mai visti. Smith era capace di tirare, ma non solo: creava spazi per i propri compagni come nessuno all’epoca, aveva una grande visione del campo. Fu uno di quei casi, però, in cui i soldi “facili” della strada presero il sopravvento rispetto al college (e, quindi, alla possibilità di giocare in NBA).

15. Dejan Bodiroga

Dejan Bodiroga è uno dei giocatori europei più talentuosi (e amati) di sempre. Con i suoi 2.05 metri di altezza, era capace di giocare come playmaker ed era costantemente il giocatore con più talento sul parquet. Bodiroga ha dominato l’Eurolega negli anni 2000 e ha portato due squadre diverse al titolo, mettendosi in luce anche con la maglia della Nazionale serba. Fu scelto dai Kings nel Draft del 1995, ma non si dimostrò mai particolarmente interessato a lasciare l’Europa.

14. Ronnie Fields

A sentire Kevin Garnett, Fields era meglio di lui. E in effetti, a vedere le sue medie non si fa fatica a credergli: 34 punti, 12 rimbalzi, 4 assist, 4 palle rubate e 4 stoppate di media a partita all’high school. Purtroppo, però, Ronnie Fields è stato vittima di un grave incidente d’auto che gli ha provocato la rottura del collo, facendo svanire le sue chances di diventare un professionista ancora prima di mettere piede nel college basketball.

13. Dimitris Diamantidis

Dimitris Diamantidis è stato una leggenda del Panathinaikos, avendo dominato per anni il basket europeo ed essendo senza dubbio una delle figure più importanti nella storia del basket greco. È il leader di tutti i tempi dell’Eurolega sia per quanto riguarda le palle rubate che gli assist, nonché un sei volte MVP del campionato greco. Nel Draft del 2002, per cui si rese eleggibile, non fu scelto da nessuna franchigia NBA. Considerando le sue qualità e il suo talento – che lo hanno reso uno dei migliori playmaker europei della storia – sarebbe stato interessante vederlo in azione al di là dell’Oceano.

12. Raymond Lewis

Raymond Lewis era un autentico fenomeno, come conferma la sua media punti di 38.9 a partita durante i suoi anni al college. Tirava con il 60% dal campo e in una partita ne mise addirittura 73. Perché non ha raggiunto la NBA? In realtà, è stata una conseguenza di una controversia legale avuta con i Sixers. Lewis è stato il più giovane giocatore mai scelto da una squadra NBA, ma non è mai riuscito a dimostrare il suo valore al di là della Summer League. E anche qui, what if…

11. Demetrius Mitchell

Demetrius “Hook” Mitchell è cresciuto giocando con Jason Kidd e Gary Payton nelle strade di Oakland, ma la droga e le pessime frequentazioni gli hanno impedito di entrare nell’NBA nonostante un brillante periodo in NCAA. Alto solo 1,79m, la guardia era esplosiva e aveva un salto verticale incredibile, partecipando anche a gare di schiacciate e saltando sopra a delle auto. Kidd e Payton hanno dichiarato che avrebbe potuto essere molto più forte di loro, ma la sua carriera in NBA purtroppo non è mai iniziata.

10. Fly Williams

James “Fly” Williams è un altro esempio di streetballer di talento le cui cattive scelte di vita gli hanno impedito di diventare una stella dell’NBA, essendo coinvolto in crimini legati allo spaccio di droga. Williams è stato il miglior giocatore in uno-contro-uno della sua generazione, e il suo tiro da tre punti aveva una precisione e un range paragonabile alle migliori guardie di oggi. Il suo incredibile stile avrebbe incantato i tifosi NBA, che però non hanno mai potuto vederlo in azione da professionista.

9. Joe Hammond

Conosciuto anche come “The Destroyer”, Joe Hammond ha rifiutato la possibilità di giocare con i Los Angeles Lakers, perché ha preferito continuare a giocare il basket “da playground”, come altre leggende dello streetball. Hammond era fortissimo, e nello storico Rucker Park circolano leggende di ogni genere sul suo conto, tra cui un “cinquantello” in faccia a Julius Erving.

8. Marques Haynes

Se siete fan di giocatori come Bob Cousy o “Pistol” Pete Maravich, senza dubbio vi sarebbe piaciuto guardare Marques Haynes, il più elettrizzante playmaker della sua generazione. I suoi crossover e passaggi erano così folli e magici che Haynes ha brillato anche negli Harlem Globetrotters e ha persino fondato una sua squadra, gli Harlem Magicians. Ha giocato per 46 anni di fila, ma mai in NBA, prima di essere inserito nella Hall of Fame.

7. Nikos Galis

Come Diamantidis, Galis è stato uno dei migliori giocatori di sempre provenienti dalla Grecia. Inserito dalla FIBA nella Hall of Fame, ha vinto cinque volte l’MVP del campionato greco, grazie principalmente alle sue capacità in fase realizzativa; ha infatti mantenuto una media di oltre 31 punti a partita per tutta la sua carriera, ma non ha mai avuto interesse per l’NBA, rifiutando addirittura una chiamata dei Boston Celtics.

6. Benji Wilson

Benji Wilson veniva descritto come “un Magic Johnson che sapeva tirare meglio”. Guardia/ala di 2 metri, è diventato la più grande speranza cestistica di Chicago a inizio anni ’80, ma è venuto a mancare proprio quando Michael Jordan era appena entrato in NBA, nel 1984. In quell’anno è stato tragicamente ucciso in una sparatoria vicino alla sua scuola, a soli 17 anni, diventando uno dei più grandi “what if” della storia di questo gioco.

5. Hank Gathers

Hank Gathers ha letteralmente dominato i campionati universitari degli Anni ’80 ed era destinato a diventare la prima scelta assoluta del Draft 1990, ma un problema cardiaco gli ha impedito di realizzare il suo sogno. Gli fu diagnosticato un battito cardiaco anomalo, ma si rifiutò di affrontare clinicamente il problema e un giorno svenne in campo. Morì un paio di mesi prima del Draft, nel marzo del ’90.

4. Pee Wee Kirkland

Altra leggenda dello streetball che non ha mai raggiunto l’NBA per problemi con lo spaccio di droga, Richard “Pee Wee” Kirkland ha addirittura rifiutato un’offerta dei Chicago Bulls nel 1969. Amatissima icona dei playground newyorkesi, Pee Wee avrebbe potuto andare a UCLA e poi sbarcare in NBA, se non fosse stato incarcerato per “un business che fruttava più soldi dello sport”, come dirà lui stesso qualche anno più tardi.

3. Len Bias

Len Bias doveva essere la ciliegina sulla torta dei Boston Celtics di Larry Bird: secondo gli addetti ai lavori, aveva le carte in regola per diventare meglio di Michael Jordan. Fu chiamato con la seconda scelta assoluta nel 1986, ma la sua tragica storia è tristemente nota: meno di 24 ore dopo il Draft, Len Bias è stato trovato morto nella sua casa, a causa di un’overdose di cocaina.

2. Earl Manigault

Earl “The Goat” Manigault non poteva mancare in questa classifca. Altra leggenda uscita dal Rucker Park, nota soprattutto per le sfide con Kareem Abdul-Jabbar, era un realizzatore dal talento cristallino e ha persino stabilito un record liceale all-time a New York con una prestazione da 57 punti. La sua dipendenza dalla droga, però, lo portò a un paio di incarcerazioni e a perdere di vista la propria chance di raggiungere l’NBA. Morirà nel 1998, all’età di 53 anni.

1. Oscar Schmidt

Oscar Schmidt è considerato all’unanimità il più grande giocatore di sempre a non aver mai raggiunto l’NBA. Il brasiliano ha rifiutato più volte l’NBA, preferendo giocare nel suo Paese d’origine e anche in Italia. Schmidt era soprannominato “Mao Santa” per la sua abilità nel tiro e per il suo straordinario tocco. Ha segnato 49.703 punti in 23 anni di carriera, un record difficilmente raggiungibile a qualsiasi livello.