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Questo contenuto è tratto da un articolo di Oliver Fox per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


I Boston Celtics ci riproveranno. E probabilmente potrebbero farlo con impeto maggiore rispetto ad ogni altra squadra negli ultimi 20 anni. Con il prolungamento di Sam Hauser per 4 anni e $45 milioni, i Celtics si sono assicurati che i migliori 9 in roster vestiranno la canotta bianco-verde anche nella Stagione 2024/25. Andando indietro con la memoria, si tratta della prima volta che ciò accade negli ultimi 20 anni. A dire il vero, non è avvenuta la riconferma neppure di un top-8 a roster, figurarsi un top-9. Pur essendo un evento senza recenti precedenti, bisogna ancora comprendere se si tratti di una buona o cattiva idea – oltre alla reale importanza della questione, se posta in questo periodo dell’anno. In molti ritengono si tratti di una scelta corretta, in compenso bisogna analizzare tutti i possibili scenari e comprenderne i risvolti. La situazione attuale in casa bianco-verde si presenta così: Jayson Tatum, Jaylen Brown, Derrick White, Jrue Holiday, Sam Hauser e Payton Pritchard rimarranno in Massachussetts per i prossimi 4 anni – qualcosa di davvero incredibile. Kristaps Porzingis è sotto contratto per le prossime 2 stagioni, e Al Horford sarà Unrestricted Free Agent la prossima estate, così come Luke Kornet. Si tratta degli uomini fondamentali all’interno delle rotazioni di coach Joe Mazzulla. Oshae Brissett – un elemento pressoché marginale la scorsa stagione – è divenuto Free Agent, ma è stato confermato Xavier Tillman, che di fatto ha rimpiazzato Brissett nel corso dei Playoffs. Si è rivelato affidabile negli spazi alle NBA Finals, il che vuol dire che i Boston Celtics hanno effettivamente confermato i loro top-10 in roster. 


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L’inizio dell’analisi avviene dalla parte più divertente di tutto ciò: è incredibile, davvero incredibile e stupendo. I tifosi sono follemente innamorati. I rinnovi e i contratti hanno reso l’estate molto divertente, più che la scorsa per ciò che concerne i prolungamenti – prettamente monopolizzata dall’estensione contrattuale di Jaylen Brown, in quel momento il contratto più ricco nella storia della NBA. Non che i tifosi non ne siano stati entusiasti, poiché la maggior parte di essi lo era. In compenso, nessuno di loro lo ha potuto davvero gustare, essendo reduci da una cocente sconfitta alle Eastern Conference Finals. Ma dopo la vittoria delle NBA Finals e del Titolo, quest’off-season è stata come immergere le dita nella marmellata, aggiungendo dello zucchero e rifinendo con fragole e panna – praticamente il dolce ideale di un bambino di 5 anni. Qualsiasi cosa appare incredibilmente splendida con in mente le immagini della vittoria del Larry O’Brien Trophy. L’accordo annuale di Kornet? Epico. La conferma di Tillman? Spettacolare. L’ufficialità delle estensioni di Jayson Tatum e Derrick White nella stessa giornata? Qualcuno potrebbe anche pensare a una parata sul fiume per celebrarlo. In base alla propria fede cestistica sulla scala Official Celtics Love/Hate Spectrum, che varia da “Tifoso dei Los Angeles Lakers negli anni ’60” a “Fedelissimo tifoso bianco-verde da 50 anni”, ci saranno visioni differenti di quest’offseason dei C’s. Sul versante positivo, la franchigia del Massachussetts ha appena vinto le NBA Finals e sarà la favorita nella corsa a vincere il Titolo nella Stagione 2024/25 – almeno fino al prossimo novembre. Se in salute si tratta della miglior squadra e, nonostante il livello della Eastern Conference sia migliorato, non ci sono rivali paragonabili a LeBron James approdato ai Miami Heat nel 2010 per distruggere la lega, ricordando uno dei Conquistadores spagnoli del 16° secolo. Approfondendo quest’assunto: i Milwaukee Bucks sono rimasti praticamente uguali e Giannis Antetokounmpo è un avversario temibile. Paul George è approdato ai Philadelphia 76ers, il che non garantisce ancora nulla, ma di certo migliorerà la squadra. Mikal Bridges è giunto ai New York Knicks per provare a dimostrare che ricostruire in NBA un team collegiale vincente sia il segreto per la vittoria. Come già detto, nulla è già scritto e le avversarie sono migliorate – obiettivo prefissato da ogni contender prima dell’estate.

I tifosi dei Celtics più sfegatati sosterranno che nessuna delle squadre sopracitate ha la minima chance, ma potrebbe essere soltanto una fantasia troppo sfrenata. Rivali forti alimentano la competitività, e il resto della Eastern Conference non era in grado di competere con il roster dei C’s, che invece è rimasto inalterato. I tifosi rivali porranno la loro attenzione sull’aspetto economico-finanziario, e la disastrosa situazione che aspetta i Celtics nel prossimo futuro. Nella Stagione 2025/26, una volta che scatteranno tutte le possibilità di rinnovo, i Celtics saranno già per distacco il più alto monte ingaggi nella storia della NBA – e quasi certamente supereranno lo spauracchio da poco costituito dai vertici della lega: il Second Apron. Senza dilungare troppo il discorso su questo nuovo espediente, creato per impedire la creazione di superteam, esso non ha avuto il tempo per essere effettivo, con alcuni contro. Dato che i bianco-verdi violeranno – e di molto – la luxury tax per 2 volte consecutive, potranno apportare pochissimi cambiamenti in roster, e di esiguo valore: minimum veteran e First o Second round Exceptions. Le scelte al First round del Draft dei C’s saranno inoltre spostate alla fine dello stesso. Ci sono state tante speculazioni sulla prospettiva delle varie franchigie sul Second Apron, e la maggior parte di esse concordano sul fatto che sia un tentativo di imporre un hard cap da parte dei vertici NBA, pensato praticamente per scoraggiare i proprietari delle franchigie a superare la luxury tax. A quanto pare, però, i Celtics saranno costretti a farlo. A prescindere da ciò che Brad Stevens avesse in mente prolungando i contratti in blocco non dando peso alle conseguenze, per poi pensarci in futuro. Scegliendo questo percorso, però, la flessibilità del roster è praticamente nulla – aspetto che può essere sottovalutato fin quando il roster manterrà questo livello. Ma c’è una possibilità, seppur remota, che dovrebbe spaventare a morte i fan bianco-verdi. Tutto sembra fiabesco al momento, ma le situazioni tendono a cambiare molto rapidamente in NBA, a prescindere da cosa ci si aspetti sulla carta. Varie franchigie sono andate all-in, creando superteam per poi vederli smembrarsi inesorabilmente, come ad esempio fatto dai Brooklyn Nets – per i quali ci si chiede se non possano pensare ad un ritorno nel New Jersey. Citando l’ex Assistente dei Celtics, Jay Larranaga: “Se si smette di migliorare, si smetterà di essere una buona squadra.”. In ogni caso, quale sarebbe stata l’alternativa per i Boston Celtics? Non confermare lo storico team che ha appena vinto il 18° Banner? Se le cose dovessero andar male per i Celtics, tanto da dover cedere un big contract per scendere sotto il Second Apron, in ogni caso sarà una buona notizia, poiché sarebbe una scelta attuata solo in caso le cose stessero andando davvero male. Seneca il Giovane affermò: “Un uomo che soffre prima del necessario, soffre 2 volte.”. Quando le cose vanno bene, viene spontaneo pensare che tutto continui a farlo, anziché impazzire per via di un previsto futuro. Per adesso, i tifosi preferiranno di certo affondare le dita nella marmellata.