FOTO: Atlanta Hawks

La pallacanestro NBA moderna si fonda per buonissima parte sul saper mettere in campo un sistema offensivo con ottime spaziature, che possa limitare al minimo gli aggiustamenti avversari sulle stelle, impedendo così l’utilizzo di raddoppi o coperture aggressive che alterino l’equilibrio difensivo, aumentando di conseguenza il numero di probabilità di finalizzazione del vantaggio. In quelle squadre con attaccanti ball dominant, a maggior ragione, serve disporre attorno ad essi il giusto numero di giocatori capaci di “aprire il campo”, di impedire cioè che la difesa avversaria possa permettersi di collassare sul creator principale senza pagarne dazio, ampliando gli spazi a favore dei grandi giocatori di isolamento e rendendo più efficaci collaborazioni come pick&roll, hand-off e via dicendo, una volta alterata la difesa. Per fare un esempio: un giocatore come Jarred Vanderbilt, per quanto ricco di doti, viene spesso completamente ignorato dai difensori avversari, e questo ha portato a un progressivo calo di minutaggio per lui ai Playoffs con i Lakers, che hanno tratto molto più vantaggio dai minuti di Rui Hachimura, più adatto da affiancare a un creator come LeBron James, o comunque da inserire in un attacco che contasse sulla gravity di Anthony Davis. Ecco, “gravity” è un concetto importante: per “gravity” si intende la capacità da parte di un giocatore di attirare su di sé i difensori avversari, e può essere con o senza palla (on e off ball). Una metrica di Basketball Index traccia non solo la gravity esercitata dal singolo giocatore, ma anche la gravity dei compagni che lo circondano, e un tweet della pagina ufficiale ha diffuso la classifica dei giocatori NBA con la peggior gravity attorno. Ecco la lista dei peggiori 5 (su 263, minimo 1000+ minuti giocati) e un nostro commento:

  • Zach LaVine (Chicago Bulls)
  • Dejounte Murray (Atlanta Hawks)
  • Darius Garland (Cleveland Cavaliers)
  • Trae Young (Atlanta Hawks)
  • Bogdan Bogdanovic (Atlanta Hawks)

Commento


  • Atlanta, abbiamo un problema! Un front-court composto da Clint Capela e John Collins – soprattutto il recente John Collins – porta con sé molte problematiche a livello Playoffs. Come si può notare, i 3 giocatori con il maggior volume di tiro in squadra sono quelli a risentirne maggiormente, e non è dunque un caso che Collins sia stato ceduto, né tantomeno che l’innesto di Saddiq Bey a stagione in corso abbia portato moltissimi benefici, garantendogli anche diversi minuti di qualità ai Playoffs. Vedremo se questo nucleo riuscirà a evolvere tramite una “aggiunta per sottrazione”, sebbene i problemi strutturali sembrino essere ancora presenti.
  • i Cleveland Cavaliers hanno aggiunto due tiratori come Georges Niang e Max Strus, mosse spiegabilissime, visti i problemi della passata stagione, soprattutto ai Playoffs. I Knicks hanno spesso ignorato tutti coloro che non si chiamassero Darius Garland e Donovan Mitchell, essendo Mobley e Allen privi di tiro e mancando uno starter di livello capace di chiudere in maniera affidabile sugli scarichi – LeVert molto altalenante. La presenza di un movement shooter come Strus e di un’ala stretch come Niang permetteranno a coach J.B. Bickerstaff di svariare maggiormente con i quintetti, affiancando al back-court talentuoso giocatori più complementari.
  • i Chicago Bulls sono usciti al Play-In contro i Miami Heat, dopo aver vinto la prima contro i Raptors grazie a una grandissima prestazione di Zach LaVine. La carenza di tiratori di movimento, al netto della presenza di uno stretch big come Vucevic e di ottimi tiratori sugli scarichi come Coby White o Patrick Williams ha portato coach Billy Donovan a schierare spesso una “3 guard lineup”, con Alex Caruso, Patrick Beverley e lo stesso LaVine in campo allo stesso tempo, assieme a DeMar DeRozan, altro non-lungo e nemmeno tiratore da fuori. Oltre ai palesi difetti difensivi e di taglia, uno dei problemi di questo quintetto di Chicago riguarda anche l’assenza di tiratori di movimento – diversi da quelli sugli scarichi – attorno alla stella ex Timberwolves e in generale di un attacco a metà campo costruito ad hoc, essendo i nomi sopra elencati comunque tiratori efficienti. Vedremo se la prossima stagione LaVine e compagni cambieranno qualcosa.