Questo contenuto è tratto da un articolo di Ricky O’Donnell per Celtics Blog (via SB Nation), tradotto in italiano da Niccolò Scquizzato per Around the Game.


La Summer League è un evento utile per giovani e staff tecnici… e un sollievo estivo per i malati di NBA. Ogni anno, gli appassionati di basket si riversano a Las Vegas (così come per le Summer League a Salt Lake City e in California) per vedere giovani giocatori appena arrivati o ai margini dell’NBA mettersi in mostra per ottenere un posto a roster per la Regular Season.


Le squadre della SL presentano in genere un’ampia gamma di talenti, tra cui giocatori in rampa di lancio al secondo anno di carriera, elementi di spicco della G League e giocatori di lungo corso. Ma il vero motivo per cui la Summer League è un evento intrigante ogni anno, è che offre alle squadre e ai tifosi la possibilità di vedere per la prima volta i rookie selezionati dalle franchigie solo poche settimane prima.

La Summer League è praticamente la fine ufficiale del ciclo del Draft, e questa classifica è composta da chi ci ha impressionato di più durante le ultime settimane. Ci sono stati molti giocatori interessanti che non sono entrati in questa lista, tra cui l’ala dei Nets Jalen Wilson, la guardia dei Pistons Marcus Sasser, l’ala dei Cavs Emoni Bates, la coppia degli Hornets Brandon Miller & Nick Smith Jr, la guardia dei Thunder Cason Wallace, la guardia dei Lakers Jalen Hood-Schifino, l’ala dei Nuggets Julian Strawther e altri ancora. Ecco invece la top-10 (+1) che abbiamo scelto.

11. Colin Castleton, C, Los Angeles Lakers

Colin Castleton è finito undrafted dopo una carriera universitaria di cinque anni a Michigan e Florida, ma i Lakers l’hanno firmato immediatamente con un contratto two-way. Castleton non è un giocatore giovanissimo per essere un rookie (compirà 24 anni prima della fine della stagione) e non è un atleta esplosivo al ferro, ma ha dimostrato in Summer League di avere diverse abilità valide per l’NBA, motivo per cui abbiamo aggiunto un posto a questa top-10. Le sue statistiche – 13,8 punti, 8,2 rimbalzi, 4 assist. 1,2 stoppate a partita con il 60% dal campo – evidenziano quanto sia completo il suo gioco per un centro di 210 centimetri e 105 chili.

Castleton è un abile realizzatore nell’uno contro uno quando riceve la palla in area. Ha un buon tiro dalla media distanza. Si posiziona bene come protettore del ferro, anche se non ha un’elevazione sopra la media. E quando ha la possibilità di giocare come facilitatore, può essere un passatore molto valido.

Negli ultimi anni i Lakers hanno ottenuto ottimi risultati ai margini del Draft, tra scelte a fine giro e undrafted, ed è assolutamente possibile che Castleton possa essere la loro prossima storia di successo, se la Summer League fosse indicativa.

10. Kobe Brown, F, Los Angeles Clippers

Kobe Brown si è trasformato in una scelta al primo turno migliorando notevolmente il suo tiro all’ultimo anno a Missouri. Non dovrebbe essere una sorpresa che un giocatore dopo quattro anni al college, che compie 24 anni a gennaio, abbia fatto una buona impressione contro la concorrenza della Summer League, ma è stato il modo in cui Brown l’ha fatto ad essere impressionante. Ha tirato da tre, ha segnato in post e in transizione, ha attaccato le difese dal palleggio, il tutto in un corpo di 208 cm per 113 kg.

Il fatto che il miglioramento del tiro di Brown abbia retto così bene alla Summer League potrebbe essere la cosa più incoraggiante: ha segnato il 40.7% dei suoi tiri da tre su 6.8 tentativi a partita dall’arco. I Clippers hanno un sacco di ali fisicamente grosse con uno stampo simile a quello di Brown, ma non ci sarebbe da sorprendersi se Kobe entrasse nella rotazione di Ty Lue prima del previsto.

9. Leonard Miller, F, Minnesota Timberwolves

Il gioco di Leonard Miller è semplicemente troppo stravagante per poter essere etichettato, e questo potrebbe essere il motivo per cui in qualche modo è scivolato al secondo giro. I Timberwolves sono entusiasti di aver scelto l’ala di G League Ignite alla 33, e quella che sembrava una steal nella notte del Draft è continuata a sembrarlo durante la Summer League. L’ala di 208 centimetri ha mostrato il suo mix unico di abilità, gestendo e passando la palla sul perimetro come una guardia, schiacciando al ferro come un big man e mostrando un tocco delicato nel pitturato. La sorpresa più grande è stata il rendimento del tiro da tre punti: 7 su 19 tentativi, quasi il 37%.

Il tiro da fuori continuerà ad essere la principale area di miglioramento per Miller: anche quando fa canestro, la meccanica non sembra molto fluida quando rilascia la palla. Allo stesso tempo, Miller è così grosso, così abile come handler e passatore, e così fuori dagli schemi nel modo in cui attacca il canestro, che potrebbe rimanere un attaccante efficace anche se il tiro non dovesse mai arrivare completamente. È ancora difficile credere che sia scivolato al secondo turno dopo un’annata come la sua in G League.

8. Hunter Tyson, F, Denver Nuggets

I Nuggets si sono mossi tra la fine del primo e l’inizio del secondo giro del Draft, nel tentativo di accaparrarsi più giocatori possibili ad un costo contenuto, che possano far parte della rotazione della squadra nei prossimi anni da contender. L’ala di Clemson Hunter Tyson è stata l’ultima delle tre scelte di Denver, ma è stato il loro miglior giocatore in campo per tutta la Summer League. La scelta numero 37 è un’ala di 203 cm per 97 kg, in grado di tirare da tre, passare e fornire taglia sotto canestro. È stato incredibilmente efficiente durante la sua esperienza a Las Vegas, con una media di 21,8 punti a partita con il 58,3% dal campo, il 51,7% da tre (su 7,3 tentativi a partita) e l’88,9% dalla lunetta.

Tyson è un rookie di 23 anni, ma questo non preoccupa i Nuggets. Hanno bisogno di giocatori che possano contribuire nell’immediato in uscita dalla panchina. Anche le altre giovani leve dei Nuggets hanno fatto una buona impressione, compresa la prima scelta dell’anno scorso, Peyton Watson, che è stato sostanzialmente inutilizzato durante la Playoffs run di Denver della scorsa stagione. La capacità dei Nuggets di mantenersi una squadra di livello dopo la partenza di Bruce Brown necessiterà del successo di almeno uno di questi giovani giocatori, e la run di Tyson a Las Vegas è stata un segnale incoraggiante in tal senso.

7. Ausar Thompson, G/F, Detroit Pistons

Ausar Thompson è un atleta eccezionale, un difensore asfissiante, un terrore in transizione, un preciso passatore, un ottimo rimbalzista e un abile trattatore di palla. Ma soprattutto, Ausar è un playmaker su entrambi i lati del campo. Gli highlights della sua Summer League sono costellati di momenti che mostrano tutti i modi in cui può impattare una partita senza bisogno di tenere la palla.

Con Thompson in campo, i Pistons dispongono di un difensore eccellente che potrebbe essere ancora più forte off ball di quanto non lo sia on ball. Potranno contare su qualcuno che possa aiutarli a correre in transizione e gestire un pick-and-roll quando la palla si allontana dalle mani di Cunningham e Ivey. Il tiro da tre punti di Ausar è ancora in fase di sviluppo, ma il suo impatto si farà sentire comunque.

Detroit punta molto sulle doti di Thompson, sperando che possa colmare ogni crepa presente in squadra. Dimenticate le lineup con il doppio centro, Pistons: accoppiate il quartetto Thompson-Cunningham-Ivey-Duren con un altro tiratore, e fateli correre. Con Ausar da collante, sono un progetto interessante.

6. Amen Thompson, G, Houston Rockets

L’infortunio alla caviglia che ha messo fine alla Summer League di Amen Thompson, subìto durante la sua prima partita, è stato particolarmente crudele, visto quanto allettante è apparso nei suoi primi 28 minuti di gioco.

L’intero pacchetto di skills che ha fatto di Thompson la scelta numero 4 era sotto gli occhi di tutti: velocità travolgente, salti incredibili, passaggi creativi e un playmaking difensivo assurdo per un guardia, conditi con tre rubate e quattro stoppate. È stato entusiasmante vedere Amen eseguire passaggi in uscita per iniziare una transizione e servire i taglianti a metà campo. Dovrà trovare il modo di segnare contro una difesa organizzata senza un tiro affidabile, ma il fatto che possa far collassare un’intera difesa con il suo primo passo da fermo e con le sue lunghe leve è un ottimo inizio. La transazione in NBA dei gemelli Thompson sarà affascinante da seguire, e questo è stato decisamente un buon assaggio.

5. Jordan Walsh, F, Boston Celtics

La combinazione di taglia e difesa di Jordan Walsh ha contribuito a renderlo una recluta a cinque stelle e un McDonald’s All-American alla Link Academy, ma il mancato sviluppo offensivo come freshman ad Arkansas lo ha fatto scendere alla numero 38 del Draft. La grande sorpresa a Las Vegas, però, è stata il miglioramento in attacco a questo livello.

Walsh farà il suo in difesa, dove è abbastanza veloce per proteggere le guardie, abbastanza forte per difendere le ali e abbastanza lungo (218 cm di apertura alare) per contestare i tiri indipendentemente dal matchup. La fase offensiva è stata più sorprendente: Walsh ha preso e realizzato tiri da tre punti, attaccato il ferro quando poteva e segnato in transizione. L’aggiunta al suo arsenale di un tiro decente porterebbe il gioco di Walsh al livello successivo, e potremmo essere già a buon punto.

4. Scoot Henderson, G, Portland Trail Blazers

Scoot Henderson ha giocato solo 21 minuti prima che un infortunio alla spalla ponesse fine al suo percorso a Las Vegas, ma gli sono bastati per mostrare il suo talento. La terza scelta assoluta ha messo a segno 15 punti, 6 assist, 5 rimbalzi e 1 rubata nell’unica partita contro i Rockets, ricordando al mondo perché tanti analisti ritenevano che avesse un talento tale da poter essere scelto con la 1 in molte altre annate.

La clamorosa combinazione di velocità e potenza di Henderson è risaltata ampiamente. La guardia di 188 cm è anche un playmaker di talento che sa sfruttare le proprie minacce come scorer per innescare i compagni di squadra, e le preoccupazioni sul suo jumper potrebbero essere un po’ eccessive: sebbene il suo tiro da tre punti è in stato di “lavori in corso”, Henderson è già molto bravo dal mid-range e dovrebbe essere in grado di estendere il suo raggio d’azione.

Lillard è prossimo ai saluti, ora i Blazers sono la squadra di Scoot. E ci sono tutti gli ingredienti per pensare che la franchigia si troverà benissimo nelle sue mani a lungo termine.

3. Cam Whitmore, F, Houston Rockets

La sorprendente caduta alla scelta numero 20 di Cam Whitmore è stata la storia più eclatante della notte del Draft. I Rockets, che secondo quanto riferito avevano preso in seria considerazione l’idea di sceglierlo alla 4, sono stati entusiasti di porre fine alla sua discesa di posizioni. Whitmore è un’ala di 2 metri con una combinazione elitaria di velocità, potenza e salto, e ha messo in mostra tutto ciò durante la Summer League.

L’ex Villanova è in grado di attaccare ferocemente il canestro e di concludere sia dopo che con il contatto. È un incubo in campo aperto e micidiale nei tagli quando vede una via verso il canestro. Anche il tiro di Whitmore si sta sviluppando e, sebbene la sua precisione non sia stata eccezionale, il suo volume è stato impressionante. La lettura del campo e i passaggi rimangono l’area di miglioramento più rilevante per Whitmore, ma se il tiro dovesse diventare più affidabile diventerebbe un realizzatore problematico da affrontare.

2. Victor Wembanyama, C/F, San Antonio Spurs

Victor Wembanyama ha avuto un impatto umano nel suo debutto alla Summer League, tirando solo 2/13 dal campo e contribuendo a dare il via ad alcune delle peggiori predizioni che si possano mai sentire. Fortunatamente, Wemby ha ricordato a tutti il motivo per cui è un prospetto generazionale nella sua seconda partita, dominando entrambi i lati del campo contro Portland e concludendo con 27 punti in 27 minuti, insieme a 12 rimbalzi, 3 stoppate e un paio di triple.

Il giovane francese arriva nella lega con una quantità soffocante di hype, ma certamente giustificato. Il suo talento è davvero senza precedenti.

La transizione più semplice per Wembanyama all’inizio della sua carriera sarà quella difensiva. Con i suoi 226 cm di altezza e 244 di apertura alare, ha tutti gli strumenti per diventare il miglior stoppatore della lega: gli Spurs lo utilizzeranno come roamer, ovvero come protettore del ferro in aiuto, che sembrerebbe il ruolo migliore per lui al momento.

Il suo attacco sarà pieno sia di giocate mozzafiato che di momenti in cui faticherà, e questo fa parte del progetto. Mi aspetto che da rookie si prenda molti tiri dalla media distanza e molti tiri da tre contestati, che sembreranno sensazionali quando andranno a segno e frustranti quando usciranno.

Wembanyama diventerà un grande giocatore, a patto che si mantenga in salute. Non vediamo l’ora di assistere al suo percorso.

1. Keyonte George, G, Utah Jazz

Keyonte George è stato considerato una scelta tra le prime 10 per la maggior parte del suo anno da freshman a Baylor, ma alla fine è uscito dalla lottery ed è sceso fino alla numero 16 durante la notte del Draft. Se il suo percorso nella Summer League è stato in qualche modo indicativo, sembra proprio che diverse squadre lo abbiano sottovalutato.

Nessun rookie alla Summer League è stato più impressionante di George, che ha messo in mostra la sua capacità di giocare con e senza palla, di segnare tiri difficili (con una bella meccanica di tiro dalla distanza) e di essere quantomeno competitivo in difesa. Prima che la sua corsa si concludesse con una distorsione alla caviglia contro i Nuggets, George ha messo a segno 21,2 punti a partita con un’impressionante efficienza realizzativa (60% di TS%) in sei partite tra Salt Lake City e Las Vegas. Il suo capolavoro è stato una partita da 33 punti e 10 assist contro i Clippers a Las Vegas.

La mancanza di particolare atletismo da parte di George ha fatto spesso notare come ogni canestro segnato a Baylor fosse stato impegnativo e difficile da realizzare. A Las Vegas, però, questo non è sembrato un problema: è stato in grado di arrivare al canestro con facilità e di ripiegare sul suo tiro in pull-up quando aveva spazio. George ha mostrato di avere ogni tanto ancora il paraocchi in fase realizzativa, ma il suo comfort nel gestire l’attacco con la palla in mano accresce il suo ceiling, mentre la sua abilità di tiro in spot-up lo rende un eccellente floor raiser. Gli Uath Jazz si staranno sfregando le mani pensando di aver messo le mani su un giocatore del genere alla 16.