FOTO: NBA.com

“Tutti sono stati grandiosi con me, mi hanno fatto sentire come se fossi parte di una grande famiglia.”

Queste sono state alcune delle parole di Simone Fontecchio in un’intervista recente per NBA.com, a cura di Cam Cobey – la nostra la trovate QUI. E forse era destino che il nazionale italiano finisse proprio con i Utah Jazz, ai quali ha rivelato di essere legato da una figura in particolare: Danny Ainge.

Fontecchio ha parlato di quando si rese eleggibile per il Draft 2015, svolgendo dei workout con i Celtics e parlando con Ainge, allora general manager di Boston. L’agente di Fontecchio ritirò il nome dal Draft, e ancora oggi è difficile stabilire cosa sarebbe successo:


“Non so se sia stata la scelta giusta”, ha dichiarato il giocatore dei Jazz, spiegando poi come da giovane la sua visione fosse differente, percependo la NBA come un qualcosa di lontano e impalpabile:

“Crescendo, non pensi davvero alla NBA. E’ difficilissima anche solo da immaginare. Vuoi solo divertirti e diventare un giocatore professionista, ma non sai mai davvero che livello ti possa trovare a raggiungere.”

E, invece, Simone Fontecchio oggi è un giocatore NBA. L’azzurro ha raccontato di come, in particolare dopo Tokyo 2020, si sia reso conto di avere delle possibilità, ricordando che alcuni analyst si chiedessero come fosse possibile che un giocatore del genere non si trovasse nella Lega di pallacanestro più talentuosa del mondo:

“Ho iniziato a pensare di avere delle possibilità”, ha dichiarato Fontecchio, e così è stato. Lo stesso Danny Ainge con cui aveva parlato 7 anni prima si è rifatto sotto ma, dopo qualche incontro nell’estate 2022, il destino sembrava riservare ancora un nulla di fatto. A luglio 2015, però, è arrivato un’offerta impossibile da rifiutare, che Fontecchio e famiglia hanno accolto scioccati, sempre secondo quanto detto nell’intervista.

Quella NBA tanto impalpabile è diventata concreta, anche se il giocatore dei Jazz stesso spiega che sia riuscito pienamente a realizzarlo solo dopo la quarta gara stagionale, contro i Rockets:

“Quello è stato davvero il primo momento in cui ho pensato: ‘Ok, questa è la NBA. Sei un giocatore NBA. Goditela.’. Questo momento è durato 10 secondi, poi mi sono detto: ‘Vedi di tornare al lavoro adesso’.”

– Simone Fontecchio

Un percorso davvero assurdo, che ha portato Simone Fontecchio dal voler vincere gli incontri in famiglia:

“Quando ero più giovane, volevo sempre giocare contro mio fratello, volevo essere come lui.”

A segnare un game winner contro i Golden State Warriors, campioni in carica:

“Quella è stata una partita incredibile. Ti siedi e pensi a tutto il lavoro che hai svolto, a tutti i sacrifici fatti negli ultimi 10 anni. Ne vale assolutamente la pena.”