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La Summer League è uno degli eventi di culto dell’offseason NBA. Inizialmente nata come una competizione collocata ad Orlando, dove si è protratta dal 2002 al 2017, si è poi spostata a Las Vegas dal 2018, mettendo principalmente in mostra i talenti di giovani già nella Lega o di giocatori, undrafted o dalla G League, in cerca di un contratto (dei quali parleremo più avanti).
Oltre all’evento principale in Nevada, si disputano anche due tornei minori: il California Classic e la Salt Lake City Summer League. Il primo si è svolto al Chase Center dal 2 al 5 luglio, e ha visto sfidarsi – come ogni anno, con selezione fissa, in un formato a “tutti contro tutti” – Golden State Warriors, Miami Heat, Los Angeles Lakers e Sacramento Kings, i quali hanno esordito con due eccellenti vittorie, guidati da un ottimo Keegan Murray. La scelta assoluta numero #4 del passato NBA Draft ha mostrato dei flash notevoli, accendendo e non poco i tifosi Kings presenti all’evento.
Stesso formato anche a Salt Lake City, dove si è giocato dal 5 al 7 luglio, con la differenza che, a partecipare, sono stati Memphis Grizzlies, Oklahoma City Thunder, Philadelphia 76ers e, ovviamente, Utah Jazz.
L’evento principale, infine, ha avuto inizio a Las Vegas il 7 luglio, e si protrarrà per 11 giorni fino al 17 luglio, vedendo partecipare tutte e 30 le squadre, che scenderanno in campo 4 volte ciascuna nella prima fase. Dopodiché, i due team con il record migliore si sfideranno per il gran finale, mentre le altre 28 giocheranno una quinta gara di consolazione. Il tutto per un totale di 75 gare.
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Non esistono regole fisse per partecipare alla Summer League, anche se, solitamente, a scendere in campo sono principalmente rookie, sophomore e giocatori di G League o undrafted. Il senso dell’evento è quello di dare spazio ai profili più giovani in cerca di un posto nella lega, se non semplicemente desiderosi di affermarsi di fronte agli occhi delle varie franchigie.
I partecipanti ricevono comunque un pagamento giornaliero, come spiegato in questo estratto tradotto da un articolo di Rishabh Bhatnagar su SportsKeeda:
“Sebbene non siano titolari di un regolare stipendio NBA, questi giocatori ricevono un pagamento “per diem” di 1500 dollari, assieme a vari benefici, giocando in Summer League. Nonostante possa sembrare poco se paragonato a un contratto NBA, è comunque notevole, e può essere diviso a rate o incassato con un unico pagamento complessivo. Inoltre, esseno svolto a Las Vegas, è la squadra ad occuparsi di pagare il viaggio, oltre a vitto e alloggio.”
Tra gli esordi d’eccellenza da segnalare fra i top dell’ultimo Draft ci sono quello del già citato Keegan Murray al California Classic, di Chet Holmgren a Salt Lake City e la sfida fra prima e terza scelta assoluta che ha visto fronteggiarsi Jabari Smith e Paolo Banchero, autore di un ottimo debutto e pronto a scendere nuovamente in campo questa sera alle 22, ora italiana, contro i Sacramento Kings.