Questo contenuto è tratto da un articolo di Marc J. Spears & Cade Cunningham per Andscape, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.
Su Around the Game prosegue il viaggio attraverso la giovane carriera di Cade Cunningham, che si sta raccontando a Andscape (The Undefeated) in prima persona nel corso di tutta la stagione. Qui l’ultimo episodio del suo “diario”, in esclusiva italiana su Around the Game.
Dopo aver vinto l’MVP del Rising Stars, la prima scelta assoluta dell’ultimo Draft si è concessa un po’ di meritato riposo dopo aver trovato ritmo e fiducia con i Detroit Pistons. Ha parlato in questa “pagina” della sua amicizia con Saddiq Bey e della sua voglia di scoprire la città di Detroit, soprattutto dal punto di vista gastronomico.
Finora il mio anno da rookie, e in generale quello degli altri ragazzi della mia classe Draft, è stato positivo: abbiamo dimostrato di essere un insieme di ragazzi davvero bravi, a partire dalla high school. In ogni caso, io mi concentro sempre su me stesso e sul mio percorso.
In molti erano subito pronti a screditarmi dopo le mie prime partite, ma va bene così. Starà a me smentire tutti e continuare a dimostrare chi sono davvero.
Nel corso di questa stagione ho imparato davvero molto dalle sconfitte, e ricordo bene le mie sensazioni dopo aver attraversato una striscia negativa di 14 sconfitte. Vincere è fondamentale, e facendolo potrò diventare una superstar, che è ciò che desidero. Non si può diventarlo perdendo, sono davvero motivato e tutto deve partire dalle vittorie.
Credo che qualcosa sia cambiato a livello di “narrativa” dopo l’All-Star break. Forse di recente hanno iniziato a guardare di più le nostre partite…
Io e Saddiq Bey abbiamo un’ottima intesa, ed entrambi abbiamo una grande sete di vittoria. Nessuno deve essere meglio di noi, in ogni possesso, ci piace giocare duro. Adoro la nostra connessione, sono sicuro che insieme vinceremo molto. Vederlo segnare 51 punti è stato davvero incredibile: non ho giocato, quel giorno non stavo bene, ma mi sono potuto godere lo spettacolo dalla panchina… è stato divertentissimo.
Approfittando della pausa per l’All-Star Game, ho colto l’occasione per staccare dal basket, anche se il pensiero di tornare giocare rimaneva fisso, perché sentivo che eravamo sulla strada giusta. Nel corso dell’anno ho fatto vedere a tutti chi sono, ora cerco di impormi nel modo che voglio. La costanza e la fame sono tutto.
A Detroit, dopo l’All-Star Game, ho anche potuto rilassarmi. Non ho fatto una vacanza vera e propria, non sono andato al mare, volevo solo rilassarmi dopo il Rising Star Challenge e la vittoria del premio di MVP della partita, la ciliegina sulla torta. Ho anche giocato contro Bey e Isaiah Stewart, è stato molto divertente, e in generale in tutto il weekend c’è stata una bella atmosfera. Per ora il trofeo di MVP è a casa mia, ma stavo pensando di metterlo in spogliatoio. Inizialmente non l’ho fatto per paura che fosse vittima di vandalismo…
Qui in città mi trovo bene. Non ho ancora esplorato per bene Detroit, ma appena la stagione finirà, lo farò subito. Sono molto curioso in primis di conoscere meglio i ristoranti della città, alcuni compagni mi hanno consigliato qualche locale specifico che voglio provare. Per ora sono andato solo in un ristorante con proposte anche vegane, e in uno con una cucina messicana/mediterranea.
Questo anche perché ho uno chef personale a casa, che mi consente di mangiare molto: dalla pasta agli hamburger vegani e alla pizza, non devo preoccuparmi di nulla che riguardi il cibo. Essendo diventato vegano, non sento più il bisogno e la voglia di mangiare carne. Ho fatto molte ricerche a riguardo e ho scoperto molte più cose negative che positive sulla carne. Ora mi sento come se riuscissi a mangiare meno, il mio corpo sta bene anche con quantità minori di cibo.
Tornando al basket, in questi giorni ovviamente sto seguendo anche il torneo NCAA. Per ora è stato interessante: ho guardato TCU-Arizona… al mio amico Mike Miles non è stato fischiato un fallo nel finale e hanno perso, ma in ogni caso mi sto divertendo a guardare le partite. Ci sono ottime squadre che giocano duro e si stanno vedendo tante partite interessanti.
L’anno scorso, con Oklahoma State, abbiamo perso contro Oregon State da quarta testa di serie, quando avremmo dovuto far meglio e vincere. Lo ricorderò per sempre, ma è andata così e devo guardare avanti. Ora il mio presente e il mio futuro sono qui con me, a Detroit. Ho appena iniziato.