I Golden State Warriors sono a una vittoria dal titolo NBA. Ma i Celtics, con le spalle al muro, possono reagire.
Questo contenuto è tratto da un articolo di Bill Sy per Celtics Blog, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.
Prima di Gara 3, avevo scritto queste cose:
“I giocatori dei Golden State Warriors, sommati, hanno un totale di 123 gare di NBA Finals giocate in carriera. I Boston Celtics zero. Gara 1 potrebbe aver illuso alcuni, ma Gara 2 ha rimesso tutto in chiaro: Golden State è una dinastia, che ha il compito di tenere a bada un gruppo di giovani rivoluzionari di Boston. (…) Con Klay Thompson, Steph Curry e Draymond Green già oltre i 30 anni, il gruppo si comporta bene sotto pressione. 6 Finals in 8 anni non arrivano per caso. Jayson Tatum, Jaylen Brown e Marcus Smart, invece, stanno ancora grattando la superficie dei rispettivi prime. Che Boston vinca o perda, questo dev’essere l’anno zero.”
Flashforward al post-Game 5, con quell’esperienza che ha giocato un ruolo sempre più chiave nella serie. Nella sconfitta di Boston per 107-97 nel quinto atto, infatti, si è visto quanto i Celtics debbano ancora imparare da un gruppo tre volte campione NBA.
Finalmente la difesa si è fatta valere contro Steph Curry: 16 punti col 32% dal campo, e prima partita dall’8 novembre 2018 in cui non ha segnato nemmeno una tripla; i Celtics hanno anche tirato meglio dall’arco (35% contro un povero 22% dei ragazzi della Baia) e il doppio dei tiri liberi (31 contro 15). Hanno comunque perso.
Una causa di rilevante importanza è la quantità di palle perse, ben 18, che hanno portato a 22 off turnovers points di Golden State. Perdendo palla più di 16 volte, Boston ha vinto una sola partita di questi Playoffs, ovvero Gara 2 contro i Milwaukee Bucks.
I Warriors hanno la seconda miglior difesa stagionale, ma è chiaro che Boston poteva e doveva fare di meglio in una partita così importante. “Abbiamo perso palla troppe volte”, ha detto Jaylen Brown.
Il solo trio Brown-Tatum-Smart è stato responsabile di ben 13 turnover, di cui 4 nell’ultimo quarto. “Dobbiamo migliorare ” ha sottolineato JT. “Siamo difficili da battere quando non perdiamo palla e, ovviamente, lo siamo meno quando ciò accade in questo modo.”
Il primo possesso, terminato con una brutta persa di Jayson, è stato il preludio di quanto sarebbe successo in Gara 5:
Anche i tiri liberi sbagliati hanno inciso molto: ben 10 su 31 lasciati sul ferro dai ragazzi di Ime Udoka, in una partita in cui il distacco finale è stato proprio di 10 punti.
La fatica potrebbe aver giocato un ruolo importante: i Jays hanno giocato 44 minuti a testa, senza mai riposare nel terzo quarto, in cui Boston ha segnato 11 punti in più di Golden State (35-24 di parziale). In questi 12 minuti, Smart e Robert Williams hanno fatto gli straordinari, restando in panchina per soli 42 secondi in totale, nonostante non siano al 100% fisicamente.
“Volevo restare in campo e Ime Udoka ha creduto in me. Nel corso della gara abbiamo creato ottime giocate, eravamo dentro la partita, ma poi non siamo riusciti a compiere il passo decisivo.”
– Jaylen Brown
Boston ha commesso meno falli degli Warriors, ma più volte ha perso la testa. Sono stati ben due, infatti, i falli tecnici fischiati ai Celtics, uno a Udoka ed uno a Smart. Questo il primo: con mezzo secondo sul cronometro del primo quarto, Udoka ha protestato fortemente riguardo al contatto tra Andrew Wiggins e Robert Williams, giudicato irregolare a sfavore del centro Celtics, e così l’arbitro Marc Davis ha punito il coach ex Nets; per lo stesso Udoka, “a Tony Brothers non è piaciuto il modo in cui l’ho indicato”.
Stessa sorte per Smart, ma in una situazione ancora più delicata, visto che gli è stato rifilato nel mezzo del quarto periodo… e visto che subito dopo, ha commesso un ingenuo fallo in attacco sbracciando per smarcarsi su una rimessa.
“Non è il nostro miglior momento. Nel corso dei Playoffs siamo sempre riusciti a mettere a posto le cose”, ha detto Al Horford, autore di un’opaca prestazione. “Ma in Gara 5 non è andata così.”
Boston è ancora fiduciosa e la possibilità di vincere il titolo non è sfumata. Gli stessi Celtics hanno detto e dimostrato più volte di essere una squadra “battle-tested” durante questi Playoffs: ora, spalle al muro, è il momento più importante in cui darne un’altra dimostrazione.
In Gara 6, davanti al pubblico del TD Garden, Boston potrà e dovrà cambiare le cose. Per colmare il gap di esperienza, in una partita così importante, è necessaria una prestazione che dovrà essere ai limiti della perfezione. Perché il primo championship point è sulla racchetta degli Warriors, che non tremeranno.
“La nostra fiducia dev’essere ai massimi storici ora, e sarà così. Dobbiamo giocare da squadra, restare uniti. Ed è ciò che abbiamo fatto per tutta la stagione: noi contro tutti.”
– Jaylen Brown