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Questo articolo, scritto da Aaron Washington per Business Casual Basketball e tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game, è stato pubblicato in data 19 luglio 2021.


“We’ll be back”


– sono state queste le parole che Trae Young ha scritto sul suo profilo Twitter poco dopo la sconfitta in Gara 6 delle Eastern Conference Finals contro i Bucks, futuri campioni NBA. Un percorso che resta comunque più che positivo, in cui gli Atlanta Hawks sono andati oltre ogni aspettativa – anche quelle dei loro stessi tifosi – arrivando a sole due vittorie dalle NBA Finals.

Per un momento, a molti il sogno Finals è sembrato davvero realizzabile, ovvero dopo l’improbabile – peraltro senza Trae Young – e larga vittoria in Gara 4 per 110-88. In quella gara Lou Williams, Bogdan Bogdanovic, Kevin Huerter e Clint Capela hanno segnato ben 71 dei 110 punti totali; 12, invece, sono arrivati da un nome piuttosto inaspettato: Cam Reddish, alla prima allacciata di scarpe dal lontano 21 febbraio.

Nessuno sarebbe rimasto deluso se il prodotto di Duke avesse giocato male, vista la sua prolungata assenza e il rientro in un momento del genere; ma Reddish era consapevole del fatto che una buona prestazione avrebbe potuto aprirgli nuove porte per il futuro, dopo una prima stagione fatta di alti e bassi e dopo tanti ostacoli nel corso della seconda.

Per Atlanta due fattori importanti per raggiungere un grande risultato come questo sono stati gli innesti di Bogdan Bogdanovic e Danilo Gallinari, due giocatori che nei Playoffs hanno avuto un ampio minutaggio. Per firmarli, però, Atlanta ha speso molto (4 anni a $72 milioni per il serbo, 3 anni a $61.5 milioni per Gallo). Attenzione, quindi, a come verrà gestito il futuro e l’eventuale estensione di Reddish: se fosse in grado di migliorare il suo gioco offensivo e dare seguito ai flash difensivi mostrati nei primi due anni, Cam potrebbe desiderare un contratto ben più ricco di quello firmato da rookie.

Ad esempio John Collins, compagno di squadra scelto due anni prima (nel 2017), esce dal rookie contract (4 anni per un totale di $11 milioni) dopo essere diventato un’ala grande quasi-All-Star, risultando anche determinante nel corso di questa Playoffs run. Sfruttando il momento, ora JC chiederà un contratto vicino al massimo (circa $125M totali), dopo aver rifiutato un’offerta di estensione per 4 anni degli Hawks del valore di $90M. A Reddish manca ancora molto per permettersi di ricevere offerte del genere, ma anche lui sta migliorando progressivamente, così come hanno fatto Huerter e Hunter.

Gli Hawks, dunque, dovranno presto vedersela con il contratto di Collins; e tra 12 mesi, presumibilmente, con quello di Trae Young (indubbiamente un max contract) e di Kevin Huerter, che potrebe diventare Restricted Free Agent.


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Atlanta, come promesso da Trae, potrebbe tornare alle ECF, visto il talento a disposizione, ma guardando al futuro della franchigia sarà importante prendere le scelte giuste in offseason, con il rischio di assistere a un addio tra i giovani di maggior prospettiva a roster.

La situazione attuale degli Hawks

Riguardo all’immediato futuro, le cose potrebbero andare in due modi diversi:

#1: rinunciare ai diritti su Brandon Goodwin, Tony Snell, Lou Williams, Solomon Hill e John Collins (in caso si rivelino costosi). Se poi Dunn non esercitasse la sua Player Option da $5 milioni, Atlanta si ritroverebbe con ben $17 milioni di spazio salariale, da utilizzare per rimpiazzare proprio Collins.

#2: scommettere su JC, riempiendo il cap – a prescindere dalla decisione di Dunn (che in ogni caso dovrebbe ri-firmare, dato che, non avendo giocato in Regular Season, poche squadre saranno interessate a lui).

Per Collins un max sarebbe da 28 milioni annui, con il classico aumento annuo dell’8% per 4 o 5 stagioni: non proprio spiccioli, per un ragazzo da 14 punti a partita col 17% di Usage in queste 18 gare di Playoffs.

Di Young e Huerter, invece, si parlerà il prossimo anno, a meno che tanti giocatori secondari vengano ri-firmati in questa offseason, spingendo il front office a farci un pensiero già ora. Attenzione a come verrà utilizzata la non-taxpayer Mid Level Exception, ora del valore di circa $10M.

La questione-Cam

La decima scelta del Draft 2019 ha spesso avuto problemi di efficienza in questi suoi primi due anni nella Lega, probabilmente a causa della poca confidenza. Aver giocato in quel modo contro i Bucks, però, deve essere stato molto incoraggiante.

In ogni caso, se questa rimarrà una performance isolata, occuparsi di lui sarà indolore: tenerlo fino alla scadenza del rookie contract, e poi provare ad offrirgli un contratto modesto. Se invece il suo sviluppo dovesse “esplodere”, allora bisognerà affrontare una situazione più delicata.

Cam gioca approssimativamente nel ruolo di Bogdanovic e Huerter. Se quest’ultimo firmasse un contratto da circa $15 milioni, ad esempio, i due costerebbero $33 milioni all’anno, quasi il 30% del cap. Bogdan e Kevin hanno qualità di shooting e creation importarti, ma sul versante difensivo il discorso è diverso; al contrario, Reddish è ancora grezzo offensivamente, ma ha dimostrato affidabilità nella metà campo difensiva.

Se Cam dovesse crescere in attacco, uno dei due (Bogdanovic e Huerter) rischia dunque di essere sacrificato.

Huerter potrebbe essere ri-firmato subito, per poi poterlo scambiare entro la deadline del 2022, in modo da alleggerire il cap; oppure, potrebbe semplicemente essere ceduto via sign-and-trade la prossima estate. In ogni caso, sacrificare Bogdanovic sarebbe più semplice.


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Bogi percepirà 18 milioni per 2 (o 3, se eserciterà l’opzione) stagioni, dunque una trade potrebbe portare altri nomi interessanti in Georgia. È vero, il serbo ha giocato un’ottima seconda parte di stagione, Playoffs inclusi, ma Atlanta potrebbe considerare questa ipotesi.

Tra le ali ci sono ottimi giocatori, Gallinari incluso, ma nessuno offre quel tipo di prospettiva futura che Cam Reddish e De’Andre Hunter incorporano oggi. Ovviamente, però, questi scenari dipendono da quanto Reddish migliorerà nella prossima stagione.

Conclusioni

Bodganovic recentemente ha parlato con The Athletic di quanto sia difficile mantenere compatto un gruppo nel corso degli anni, anche dopo delle stagioni positive: “Sarà difficile ritrovare tutti qui. Ricordo che tempo fa lessi che Draymond Green disse lo stesso riguardo a Golden State, e penso che qui la situazione sia simile, perché la squadra è ricca di talento e di grandi giocatori.”

Evolversi fino a diventare una squadra da titolo richiede sacrifici su molti fronti, e a volte chi è parte di questi lunghi processi non riesce ad arrivare fino alla fine del percorso.

Qualcuno resterà, qualcun altro dovrà abbandonare la nave. Che abbia inizio l’estate degli Atlanta Hawks.