Questo contenuto è tratto da un articolo di Zulfi Sheikh per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Con i Toronto Raptors sempre più vicini all’avvio del loro training camp, gli unici quesiti ammessi sono quelli riguardanti la grigliata inaugurale di fine agosto. Il presunto roster per la Stagione 2024/25 lascia poche aspettative di vittoria, ma alto desiderio di divertimento e di conseguenza svariate previsioni circa il numero di vittorie finali della squadra. Ciò vuol dire che non serve prendere troppo sul serio le sconfitte, e neppure gettarsi a capofitto nella tematica che sarà affrontata. Ma, numeri alla mano, il trio BBQ dei Raptors, composto da Scottie Barnes, RJ Barrett e Immanuel Quickley, occuperà il 60% dello spazio salariale del roster negli anni a venire. E anche se non è una cosa comune a tutte le franchigie – i Boston Celtics, ad esempio, saranno vicini a spendere il 70% del loro cap space sotto il First Apron solo per Jaylen Brown e Jayson Tatum – ciò comunica di fatto che la franchigia canadese sia andata all-in sul suo trio, attorno a cui prenderà forma il resto della squadra. Perciò, mentre l’estate si avvia mesta alla sua fine e tutto il mondo cestistico si prepara ad almeno 6 mesi consecutivi di pallacanestro, è un buon momento per analizzare l’elettrizzante cammino che aspetta i BBQ d’ora in avanti. E, paragonandolo ai veri e propri barbecue, bisogna innanzitutto analizzare ciò che ogni persona presente apporterà alla riunione. Le grandi riunioni necessitano in primis di una struttura. Ogni persona presente svolge un ruolo, ha delle necessità e aggiunge un elemento unico e personale al coro. Sembrerebbe proprio si stia parlando di una squadra di basket, giusto? I Toronto Raptors sperano che sia abbastanza per descrivere il cammino del loro trio. Barnes, Barrett e Quickley sono il core della franchigia del Paese della Foglia d’Acero, e il modo in cui svolgono i rispettivi compiti determinerà l’esito del futuro della franchigia, ed ovviamente anche della prossima stagione. Ed ecco un elenco dei vari ruoli che ogni membro della BBQ avrà all’interno del barbecue di Toronto.
Scottie Barnes, il padrone di casa
Non dovrebbe generare sorprese il fatto che tutti si ritroveranno nel giardino di Scottie Barnes. Quando i Toronto Raptors hanno messo sotto contratto il ventitreenne con una Rookie Max Extention, quest’estate, hanno contemporaneamente messo le chiavi della Scotiabank Arena nelle sue mani per i prossimi 5 anni. Un contratto meritato, vista la prima convocazione all’All-Star Game e la media di 19.9 punti, 8.2 assist, 6.1 rimbalzi – tutti career-high – nel corso di 60 partite e di una stagione tumultuosa. I suoi quasi 20 punti a partita sono coincisi con i career-high nella percentuale da 3 punti (34.1%), true shooting (56.6%) ed effective field goal (52.8%). Le impressionanti statistiche di Scottie non avranno come conseguenza solo una sostanziosa busta paga, ma lo hanno di fatto reso l’uomo-franchigia. Quest’appellativo comporta il peso delle speranze di tutta la fanbase, oltre che delle responsabilità nei confronti della franchigia. Perciò, si ritiene che nell’impresa culinaria Barnes svolga il ruolo di colui che mette a disposizione la casa e gestisce la serata come host. Ogni bravo host va incontro alle identità dei presenti, esaltandole e comportandosi di comune accordo. Che sia gestendo i fuochi alla griglia, riempiendo il cestello delle birre di ghiaccio o rimpiazzando la busta dell’immondizia e simili. Il punto è che il suo lavoro è fare ogni lavoro. Quantomeno non avrà il compito di dover tornare a casa a fine serata, dopo sollazzi e divertimento ma, di contro, avrà compiti organizzativi per tutto l’evento. Che sia il principale scorer della squadra, la sua ancora difensiva o il collante durante le 2 fasi di gioco, il ruolo di Barnes è di ricoprire tutti i ruoli. Soprattutto – come i gli host più bravi imparano in fretta – dovrà fare tutto ciò nell’arco di una sola serata. Così stanno le cose per un uomo-franchigia. Quando un quarterback in NFL assicura un cap-crunching, quantomeno, si suppone che debba farlo senza avere attorno un armamentario eccezionale, anziché dover migliorare il rendimento del resto della squadra. In ogni caso, ai Raptors serve che Barnes svolga l’host nel migliore dei modi, poiché è sempre dura trovandosi all’esordio, specie se il gruppo intorno è in continuo cambiamento, con gente in entrata ed uscita. Dovrà imparare varie cose. Tuttavia, che lo trovi stimolante o ne sia intimorito, ciò non cambia il fatto che tutti a Toronto si aspettano che svolga quel ruolo. E il livello a cui Scottie Barnes saprà svolgere il ruolo di host determinerà le sorti di questo e dei futuri barbecue canadesi.
RJ Barrett, il DJ
La musica è un fattore importante in ogni riunione, impostandone il tono. Un tranquillo pomeriggio può diventare immediatamente qualsiasi altra cosa in base al cambio di musica in sottofondo. Ed è il motivo per cui si auspica che RJ Barrett abbia un ruolo alla console. La scorsa stagione a Toronto ha mostrato un’ottima capacità nel leggere le partite e trovare il ritmo giusto per giocate efficaci. Questa è una skill molto importante per un DJ. Se si suona una musica dal ritmo elevato, quando la gente si aspetta un ritmo più tranquillo, si indispettisce il pubblico mandandolo fuori giri, avendo un influenza negativa sull’evento. Non saper comprendere i gusti di chi lo circonda può avere risultati sgradevoli, e basta chiedere allo stesso Barrett. Tutta la pazienza, la consistenza e il grande decision-making messo in mostra a Toronto hanno evidenziato le sue carenze durante l’esperienza a New York. Non gli veniva consentito spesso di dirigere l’orchestra e quando ciò capitava, il risultato era spesso fuori ritmo, con giocate forzate sperando in risultati fuori dal normale, ma che spesso non hanno funzionato. Ma una volta giunto in Canada le cose sono andate diversamente. Perché? Perché coach Darko Rajakovic ha riconosciuto il suo potenziale all’interno di questo sistema di gioco. A febbraio, durante la scorsa stagione, il coach ha messo a confronto Barrett con una leggenda cestistica parlando con la stampa, ovvero Manu Ginobili, affermando di aver rivisto in RJ “alcune giocate-tipo di Manu in lui, poiché può sia attaccare il canestro che leggere le giocate, allo stesso tempo. Ed è questo che gli chiedo di fare.”. Perciò, con la benedizione di coach Rajakovic, il ventiquattrenne ha iniziato a dirigere – la fase offensiva, non l’intera orchestra – ed ha dimostrato di essere in grado di condurre giocate cruciali nel corso delle partite. Ciò è risultato in un multiplo career-high e senza alcun dubbio la sua miglior streak in NBA.
Quando i Raptors hanno giocato in transizione offensiva, Barrett si è spesso trovato all’interno delle sue trame. Una volta giunti nella metà campo avversaria avrebbe raccolto il pallone e finalizzato l’azione. Che fosse dal perimetro o attaccando il ferro, Barrett ha spesso compiuto la scelta più corretta, a prescindere da cosa gli stesse accadendo attorno. Questo è ciò che occorre alla persona addetta alla musica nel corso del barbecue. Qualcuno che sappia quando sia il momento di mantenersi sul soft e quando alzare ritmo e volume. Il maggior quesito riguarda la continuità dello stesso Barrett: si sarà trattato solo di un evento sporadico o saprà giocare a quel livello per l’intera stagione ventura? Si ritiene che fino a quando sulla panchina dei Toronto Raptors siederà ancora coach Darko Rajakovic ciò sarà possibile. I tifosi più sfrenati si spingono addirittura ad affermare che Barrett sarà il leader dei Raptors nello scoring.
Immanuel Quickley, il maitre
Si sa, non sempre c’è una persona addetta a sistemare gli ospiti al tavolo in un barbecue in giardino, ma in questo caso questo ruolo è utile per spiegare quello che Immanuel Quickley avrà all’interno dei Raptors. Dopo aver messo nero su bianco un affare da 5 anni e $175 milioni con la franchigia canadese, è divenuto chiaro chi sarà la guardia negli anni a venire. E ogni buon conduttore di gioco prepara al meglio i suoi pari. Proprio ciò che fa un buon maitre: accogliere gli ospiti e comprendere quale sia il miglior posto per ognuno in base alle sue caratteristiche, sistemando al meglio la comitiva al tavolo. Per quanto in Canada sperino di vedere ancora la versione da career-high da 18.6 punti in 38 partite della scorsa stagione, molti si aspettano che torni ad essere la point guard d’inizio carriera, capace di servire 6.8 assist a partita – avendo un impatto positivo sia per sé stesso che per la squadra. Come per Barrett, bisogna vedere se sarà in grado di mantenere quel ritmo per una stagione intera, in compenso però è innegabile che il maggior carico di responsabilità nel ball-handling non abbia scalfito l’efficienza del suo playmaking. E nonostante un record negativo da 1.8 turnover a partita con Raptors – che però ha senso, visto l’incremento del suo numero di palloni giocati a partita – la sua assist-to-turnover ratio di 3.67 lo ha fatto posizionare al 24° posto nella lega. Nella sua prima stagione intera in Canada gli verrà richiesto di mettere in mostra soprattutto questo. Di produrre giocate dall’esito positivo sia per sé stesso che per la squadra, rendendo tutto il team più consistente. Facilitare il gioco per chi sta a fianco, specie per chi non riesce a crearsi vantaggio da solo attraverso il palleggio. Avere in mente le giocate di Kyle Lowry nel suo prime, fornendo passaggi precisi per un fulminante Pascal Siakam in transizione. Quando Lowry aveva messo piede sul parquet avendo abbrancato il rimbalzo, stava già cercando il #43 per offrirgli un buon passaggio, nel periodo in cui riceveva meno palloni. Adesso è il turno di Immanuel Quickley di gestire il roster in campo. Dovrà comprendere da quale lato preferisce tagliare Ja’Kobe Walter, ed eventualmente farlo spostare se serve, e anche cosa vuol dire condurre un two-man-game con Jakob Poeltl o Scottie Barnes, e così via. Se riuscirà a sistemare tutti al posto giusto al tavolo, il barbecue si svolgerà certamente al meglio.
I tifosi non devono preoccuparsi, poiché tutto il resto del roster darà una mano con il barbecue. Non sarà tutto completamente sulle spalle del trio BBQ. Gradey Dick probabilmente porterà degli hot-dogs, Poeltl invece l’insalata di pasta – o altrimenti dei noodles – mentre i rookie gireranno intorno come i bambini relegati al tavolo dei più piccoli – come ad esempio la G-League. Restando in attesa di sfide ufficiali, i tifosi canadesi possono riscaldare il loro cuore con gli ultimi raggi estivi pensando che, nonostante il bel tempo per le giornate all’aperto stia per terminare, a Toronto è appena iniziata la stagione dei BBQ. E anche se la novità può portare qualche incertezza, che sia riguardo ai ruoli di host, DJ o maitre nel trio come appena descritto, o da possibili altri esiti, essi troveranno una soluzione a ogni evenienza. Non rimane che prendere un piatto, trovare un posto – nel caso, chiedere a Quickley quale – e gustarsi ciò che i Toronto Raptors hanno in serbo da qui in avanti.