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Questo contenuto è tratto da un articolo di K.C. Johnson per Chicago Tribune, tradotto in italiano da Andrea Campagnoli per Around the Game.


Joey Reinsdorf aveva saputo da circa un’ora che i suoi Chicago Bulls avevano ottenuto la settima scelta al Draft 2019. Nonostante questo, quando ha visto in TV l’ufficialità, non ha potuto fare altro che sbuffare.


“Magari la prossima volta mio padre si deciderà a mandare qui mio fratello”, ha scherzato Joey. “No, seriamente, spero che questo possa essere il nostro ultimo anno in questa situazione.”

Reinsdorf, il figlio 22enne del presidente Michael Reinsdorf, scherzava sul fatto che per il secondo anno consecutivo in cui rappresentava i Bulls nella “backroom” della Lottery… non aveva portato molta fortuna, anzi.

“Ovviamente non sono contento come speravo di esserlo, però tutto sommato sono speranzoso. Il management ha dimostrato di aver saputo trovare giocatori di talento anche alla numero 7, in fondo”.

Ancora una volta, in uno sforzo per promuovere la maggiore trasparenza possibile, la NBA aveva invitato 12 giornalisti a partecipare e assistere al momento dell’estrazione della lotteria del Draft, che poi è quel video che viene postato sul sito della Lega dopo lo speciale televisivo che annuncia le pick.

È qualcosa di veramente serio, qualcosa che può cambiare il destino delle franchigie. Per questo motivo la Lega lo tratta con enorme riguardo. Ma come funziona?

Avendo personamente partecipato al “dietro le quinte” del Draft, posso assicurare che dagli anni ’90 ad oggi poco, anzi pochissimo è cambiato riguardo al sistema.

Prima di tutto, non puoi entrare nella sala dove si svolge la Lottery senza aver depositato tutti i tuoi dispositivi elettronici – smartphone, laptop, registratore, Apple Watch – in appositi contenitori al di fuori della stanza; dopodiché, devi passare sotto ad un metal detector, proprio come in aeroporto. Non sono previste pause per andare in bagno e nessuno può uscire dalla stanza se non al termine del sorteggio.

Lou DiSabatino, vice presidente della Lega per Operations ed eventi, è colui il quale prende in mano e chiama ogni pallina della lotteria, dalla 1 alla 14, prima di metterle in una macchina (la stessa, tra l’altro, che viene utilizzata per la lotteria nazionale). Micah Day, un membro del team che dirige proprio DiSabatino, è l’orologio dell’evento: è lui a controllare che ogni pallina venga estratta nei tempi previsti (20 secondi per la prima, 10 per le restanti tre). Darrington Hobson, notaio della celebre società di consulenza Ernst & Young, siede alla sinistra di DiSabatino per verificare la correttezza del processo; e a tutto ciò assiste anche un rappresentante della società Smartplay, per intervenire, in caso di problemi, sul macchinario che ha il compito di mixare le palline.

Come abbiamo già detto: non si scherza.

Alle operazioni partecipano anche Jamin Dershowitz, NBA’s assistant General counsel, che ha il compito di spiegare il funzionamento del sorteggio ai giornalisti e ai 14 rappresentanti dei team NBA; e anche Kiki VanDeWeghe, Vicepresident of Basketball Operations, il quale ha il dovere di annunciare i risultati della Lottery a tutti i riuniti. Mark Tatum, Deputy Commissioner, ha gli stessi suoi obblighi – nei confronti, però, delle televisioni.

Siete ancora convinti che un sistema così complesso e lungo possa essere truccato facilmente come dicono in molti?

Torno al caso dei Bulls, che in seguito ai risultati della loro Regular Season 2018/19 avevano 125 combinazioni numeriche favorevoli per ottenere la prima scelta al Draft, di cui 86 cominciavano con il numero 2, e 39 con il numero 3.

Alle 18:41 sono iniziate le estrazioni. DiSabatino chiama i primi quattro numeri: 7-4-12-13. E subito Dershowitz trova a chi appartiene questa combinazione: i Pelicans.

“F—k yeah!!” – ha esclamato il coach di New Orleans, Alvin Gentry, saltando dalla sedia e battendo le mani con enorme entusiasmo. Con solo il 6% di possibilità, i Pels si erano assicurati la prima pick al Draft.

La combinazione 5-7-10-12 ha aiutato poi i Grizzlies ad ottenere la numero 2, e anche in questo caso le probabilità per Memphis non erano altissime (6.3%).

I Knicks, che prima della Lottery avevano una percentuale di ottenere la prima scelta del 14% (al pari dei Suns e dei Cavs), si sono dovuti accontentare della scelta numero 3, grazie alla stringa 3-1-2-5.

La quarta scelta è stata poi vinta dai Lakers, dopo che era stata estratta un’altra combinazione numerica che avrebbe premiato ancora Memphis.

Per chi crede nella scaramanzia, la storia racconta che quel giorno coach Gentry avesse con sé, nel momento dell’estrazione, una cravatta che gli era stata prestata dall’executive di New Orleans, David Griffin: non una cravatta qualsiasi, ma quella che l’ex GM dei Cavs indossava proprio quando ha vinto le due first round pick con la franchigia dell’Ohio…

“State certi di una cosa: quest’estate, a Las Vegas, giocherò un sacco di soldi sui numeri 7-4-12-13…”

– Coach Alvin Gentry