Jokic si è interrogato sui “tiri difficili” di Kawhi Leonard in Gara 2

Ty Lue non ha avuto bisogno della lavagna nell’huddle: l’azione si è spiegata da sola. Undici secondi sul cronometro. Un punto di vantaggio. Un minuto alla fine. Un uomo seduto in panchina che ha messo a segno una dozzina di tiri senza un filo di emozione. “Questo è il piano che seguiremo” – ha detto Lue, allenatore dei Clippers, descrivendo un huddle del quarto quarto alla fine della seconda partita – “Kawhi, fa’ canestro, poi fermiamoli di là e vinceremo questa partita”.
E così, il sei volte All-Star Kawhi Leonard si è isolato in punta e il possesso è finito prima ancora di iniziare. Aaron Gordon si è piazzato davanti a lui con i suoi 203 centimetri di altezza, ma di fronte all’avversario sembrava più basso di un metro. Russell Westbrook ha accennato a venire in aiuto. Non l’ha fatto.
Leonard ha ottenuto un canestro, elevandosi per un tiro dalla media distanza fin troppo facile per i suoi punti 38 e 39. Pochi secondi dopo, dopo un passaggio sbagliato di Nikola Jokic, è arrivato anche lo stop difensivo. I Clippers hanno vinto la partita. Gordon e i suoi compagni dei Nuggets sono rimasti a mani vuote e a corto di risposte su come fermare Leonard. “Era caldo come olio bollente”, ha detto Gordon nel post-partita, negli spogliatoi – “Per alcuni di quei tiri che ha segnato, bisogna stringergli la mano. Bisogna però cercare di rendergli le cose più difficili.”.
Gordon ha fatto del suo meglio, ha piazzato una mano proprio sulla faccia di Leonard per tutta la sua raffica di tiri. Ma i Nuggets non gli hanno reso le cose particolarmente difficili, alla fine, in una prestazione elitaria e a sangue freddo lunedì sera. Forse distratti dalle numerose minacce offensive dei Clippers, i Nuggets e l’allenatore ad interim David Adelman non hanno inviato più corpi su Leonard fino al quarto periodo. I suoi due ultimi canestri sono arrivati sopra le braccia tese di Gordon con solo una vaga idea di aiuto nelle vicinanze.
“Ha avuto una notte unica. È davvero difficile – forse dovremmo solo farlo sentire più circondato. Ma credo che sia abituato. Ha segnato dei tiri difficili – ma sono davvero difficili per lui, che li segna da così tanto tempo?”.
– Nikola Jokic
In effetti, c’è poco che il 33enne Leonard non abbia visto e poco che il mondo non abbia visto da Leonard. Il due volte MVP delle Finals è alla sua dodicesima partecipazione ai playoffs. Ma quello di lunedì sera è stato un clinic di tiro perfetto come pochi, con un palleggio preciso e un jumper dalla linea di fondo pulitissimo in una straordinaria serata da 15 su 19. Non ha sbagliato un secondo tiro dal campo fino a tre minuti nel quarto quarto, alzandosi con un’efficienza meccanica per conficcare pugnali nel cuore dei Nuggets a ogni run.
È stato particolarmente speciale per lui e per i Clippers, vista la ben documentata odissea che ha lasciato la salute di Leonard in dubbio per quasi tutte le serie da quando ha affrontato proprio Denver nelle semifinali della Western Conference nella COVID Bubble. Dopo anni di lacerazioni al crociato anteriore, interventi chirurgici e gestione del carico , la sua carriera sembrava in bilico dopo il ritiro dalle Olimpiadi di Parigi per problemi di infortunio. Invece, i Nuggets sono caduti dalla parte sbagliata della storia, dopo stagioni in cui Leonard ha guardato i Playoffs dei Clippers dalla panchina. “Sono solo felice di essere in grado di muovermi e di essere uscito dalla partita in buone condizioni”, ha detto Leonard nel post-partita – “E questo è il mio orgoglio: essere in salute.”.
La point guard dei Clippers James Harden, nativo di Los Angeles e amico di lunga data di Leonard, ha detto nel post-partita che il compagno non è stato apprezzato “nemmeno un po’” per il percorso che ha fatto. “C’è sempre negatività”, ha detto Harden – “Si parla sempre di quello che ha passato e di quello che non è in grado di fare, solo a causa di qualcosa che non può controllare. Ma non si apprezza quanto sia forte quando è in campo e fa prestazioni come quella di stasera.”.
Leonard non è più il fattore X che ha caratterizzato tante stagioni dei Clippers negli anni passati. Ora è praticamente certo di infilare un jumper smarcato e di superare le coperture a uomo sugli isolamenti. E i Nuggets, oltre a risolvere il problema della difesa contro Nikola Jokic, devono risolvere anche il cubo di Rubik di inviare più corpi sia a Harden che a Leonard – o rischiano di vedere la loro stagione distrutta.
“Sappiamo che se abbiamo un Kawhi sano” – ha detto Lue nel post-partita – “possiamo vincere qualsiasi serie.”.