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Questo contenuto è tratto da un articolo di David Dennis Jr. per Andscape, tradotto in italiano da Marta Policastro per Around the Game.


Con una brutale schiacciata ai danni di Kevin Durant, Anthony Edwards, guardia dei Minnesota Timberwolves, ha ottenuto un duplice obiettivo: azzerare ogni speranza di vittoria dei Phoenix Suns (eliminati con uno sweep) e l’affermare il proprio status come stella della lega. Nonostante i Suns, sesti nella Western Conference, non fossero avvantaggiati dal fattore campo, molti pensavano che sarebbero riusciti a passare il turno: i T-Wolves si erano infatti dimostrati fino a quel momento una squadra giovane, con ancora molto da dimostrare e soggetta a scivoloni nei Playoffs. Due anni fa, per esempio, contro i Memphis Grizzlies, sprecarono un vantaggio in doppia cifra nell’ultimo quarto, mentre l’anno scorso la squadra si disunì dopo il pugno di Rudy Gobert a Kyle Anderson. Sembrava dunque che Minnesota fosse destinata a soccombere contro i Suns del due volte campione NBA Kevin Durant. Non erano stati fatti i conti con Anthony Edwards, leader emotivo e stella, a soli 22 anni, di una squadra che può far affidamento, tra gli altri, su Mike Conley, da 16 anni nella lega, sul quattro volte All-Star Karl-Anthony Towns e sul tre volte DPOY Gobert. Sebbene Edwards non abbia mai nascosto la propria ammirazione nei confronti di Durant, lo ha comunque preso di mira per tutta la serie, ricorrendo anche al trash talking, e lo ha surclassato (emblematica la prestazione di Ant-Man in gara 4, in cui ha segnato 40 punti). È la prima volta che vediamo KD così sopraffatto in una serie di Playoffs: il solo pensiero che qualcuno potesse metterlo in difficoltà emotivamente sembrava impossibile, prima dell’inizio del confronto. La schiacciata di Edwards su KD ha scritto una pagina importante della storia della lega, come poche altre hanno fatto in passato: quella di Julius Erving su Michael Cooper nel 1983, anno del titolo di Philadelphia, o quella di Michael Jordan sul centro dei Knicks Patrick Ewing nel 1991, per esempio. Quella schiacciata significò la consacrazione di MJ come nuovo padrone della lega. Nel 1994, invece, il centro di Golden State, Chris Webber, segnò l’inizio di una nuova era di ali forti, facendo passare la palla dietro la schiena prima di posterizzare Charles Barkley. Lunedì scorso, con soli due minuti da giocare in gara 4, Edwards si ritrova in isolamento contro Beal, fa un palleggio di esitazione e scatta verso l’area, poi salta per schiacciare. Durant pensa inizialmente di cercare la stoppata, ma si rende conto di non poter raggiungere quell’elevazione. Ormai però è troppo tardi e viene travolto. È un’azione che racchiude tutta la serie: Durant che si accorge, per la prima volta, di non essere all’altezza dell’avversario.

Fa sicuramente effetto sapere che in questi Playoffs né LeBron James, né Stephen Curry, né Kevin Durant siano riusciti a superare il primo turno; tra pochi giorni c’è addirittura la possibilità che Nikola Jokic sia l’unico vincitore del trofeo di MVP a poter ancora lottare per il titolo. Non è detto che gli altri non possano farlo nelle prossime stagioni, ma se succedesse si tratterebbe più di un evento estemporaneo che della nascita di una nuova dinastia. Quel che è certo, però, è che il futuro di Durant a Phoenix non sembra promettere nulla di buono. I Suns, infatti, non hanno first round pick dal 2025 al 2030 e KD ha già espresso la propria frustrazione per il modo in cui è stato impiegato in attacco. Chiederà (di nuovo) di essere ceduto oppure resterà a Phoenix, nonostante la franchigia non sembri avere un piano per vincere? In ogni caso, la carriera di Durant sarà difficile da valutare, perché attualmente i suoi unici due titoli provengono dagli anni a Golden State, quando si unì a una squadra che era già superteam anche senza di lui. Sicuramente concluderà la carriera in top 10 per punti realizzati e avendo portato due franchigie alle Finals, ma probabilmente nessuno costruirà mai una statua in suo onore davanti a un palazzetto. In carriera, Durant ha sempre fatto parte di un Big 3, ma non è più riuscito a superare il secondo turno ai Playoffs da quando ha lasciato gli Warriors nel 2019: anche questa stagione, al fianco di Devin Booker (49 punti in gara 4) e Bradley Beal, si è conclusa prima del previsto. Non è stata solamente colpa sua, ma è anche vero che il leader di tutte queste squadre è sempre stato lui.

Qual è invece il destino di Edwards? Il suo prossimo avversario sarà il 2 volte MVP Nikola Jokic. Anche se i Nuggets sono favoriti, il risultato di questa serie non sarà per forza indicativo di ciò che accadrà nelle prossime stagioni. Edwards, con la sua difesa asfissiante, il suo carisma e le sue schiacciate, ha iniziato la stagione come futura stella, ma è arrivato il suo momento di splendere: nessuno osa più mettersi sulla sua strada per fermarlo, perché tutti sanno che è impossibile.