Questo contenuto è tratto da un articolo di Samson Folk per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
La fine della Regular Season si avvicina di giorno in giorno, con le franchigie che si stanno adattando alla situazione attuale in vista del raggiungimento dei propri obiettivi. Per quanto riguarda i Toronto Raptors, il finale di Stagione 2023/24 rappresenta un periodo di transizione, in cui la squadra di coach Darko Rajakovic sta cercando di consolidare e compattare il roster, provando a portare a casa quante più lezioni, e vittorie, in vista del futuro. La rottura del 3° metacarpo della mano sinistra di Scottie Barnes, arrivata subito dopo la meritata presenza all’All-Star Game, ha rappresentato una mannaia per i sogni dei Raptors e dei loro tifosi, oltre che per il prosieguo della crescita del giovane talento. E dato il posto libero lasciato da Barnes alla leadership tecnica della squadra, Immanuel Quickley ha colto l’occasione per ribadire la validità del suo arrivo in Canada – con le prestazioni prodotte che gli sono valse l’attributo di King of Touches.
La notizia più lieta è che IQ è giovane abbastanza da giustificare i picchi del suo gioco, ed è abbastanza talentuoso da rendere la sua crescita un divertimento, sia da vivere che da osservare dall’esterno – dopo tutto, Quickley ha appena 25 anni. Dal suo arrivo in Canada ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti, passando dai 70 tocchi a partita prima dell’All-Star Game a più di 80 nel post-ASG, riuscendo a mantenere la media e dando ai Raptors dei validi motivi su cui riflettere in estate, in occasione della sua Restricted Free Agency.
Analizzando rigidamente al dettaglio la situazione dell’ex Knicks, è possibile affermare che non abbia raggiunto sin da subito il livello delle aspettative nei suoi confronti. Molti analisti ed esperti presumevano un suo vero e proprio cambio di passo una volta ottenute le chiavi della fase offensiva di un team. Col suo arrivo a We The North, e quindi col passaggio da 6° uomo a guardia principale, IQ ha visto il numero di assist a partita impennare, mentre la sua efficienza nello scoring è apparsa ad intermittenza – ma parrebbe comunque del tutto normale, dato il suo recentissimo arrivo nel nuovo team. Per rendere il tutto più comprensibile, va detto che le aspettative nei suoi confronti lo vedevano co-condurre la squadra con Scottie Barnes, ma i due non hanno particolarmente brillato fino all’infortunio alla mano della quarta scelta assoluta al Draft 2021.
De facto, Quickley finora ha potuto avere al suo fianco un range di compagni che spazia dal livello All-Star a quello di giovane che alterna presenze in NBA e G-League, specialmente per quanto riguarda i centri. In tutta franchezza, l’ago della bilancia pende più verso i secondi che i primi, questo per avvalorare maggiormente la qualità del lavoro prodotto da Immanuel fin qui. Tutto sommato, ecco alcune delle sue statistiche: riesce a mandare nel cesto il 42% dei suoi tentativi da oltre l’arco in catch&shoot e il 39% dei tiri in pull-up sul medesimo volume di gioco – davvero notevole. Dopo l’ASG sta tirando col 45% le triple non dagli angoli – il suo massimo ai tempi dei Knicks è stato il 43%. Questo tipo di conclusioni racconta maggiormente la qualità di chi le esegue, rispetto alle loro controparti dagli angoli, poiché gli schemi offensivi vengono spesso messi a punto per far collassare le difese proprio in quel punto. Tutto ciò certifica il fatto che Immanuel Quickley sia uno dei migliori tiratori in NBA – e probabilmente del mondo.
Una guardia top-level deve avere nel suo bagaglio tecnico ogni tipo di giocata, da tirare fuori al momento opportuno. Pensando ad un cestista pari ruolo e di livello equiparabile ad IQ, uno dei nomi più probabili è quello di Darius Garland: il giovane talento dei Cleveland Cavaliers è un tiratore incredibile, in possesso di infinite doti attaccando il ferro. Tuttavia, non ha ancora raggiunto il livello di All-Star, specie se paragonato ai migliori della lega. La descrizione è perfettamente attribuibile anche a Quickley: un buon giocatore, un’ottima guardia, e come tale verrà retribuito in vista della Free Agency. Ma c’è ancora del divario tra il suo livello e quello dei migliori in NBA.
In questa clip di Raptors Show, dello scorso gennaio, coach Erik Spoelstra espone l’importanza dai palleggi extra per prolungare la durata delle offensive al ferro di Quickley, per favorire la sua conferma da grande playmaker e scorer. L’All-Star Break rappresenta il giro di boa per quanto riguarda l’efficienza offensiva di IQ, anche per quanto riguarda la profondità delle sue offensive a canestro. Ecco alcuni numeri:
- Pre All-Star Game: 10.8 drive a partita – 35% FG – 10% assist-rate – 4.7 punti
- Post All-Star Game: 11.4 drive a partita – 54.5% FG – 18.7% assist-rate – 5.5 punti
Il netto miglioramento del suo rendimento non è giustificabile tramite floater e tiri dal mid-range: Quickley tira il 33% delle sue conclusioni dal mid-range e il 14% dalla medio-lunga distanza – Pre ASB: il 14% dei tiri arrivati attaccando il ferro, il 34% dal mid-range; Post ASB: il 20% dei suoi tiri arriva attaccando il ferro, il 25% dal mid-range. In questo modo, la sua efficacia realizzativa è migliorata a vista d’occhio, con altrettanti progressi in assistenza ai compagni e in particolare nel creare spazi e occasioni per i lunghi.
In ognuna delle occasioni raccolte dalla precedente clip, Quickley avrebbe potuto optare per la conclusione a canestro, invece ha deciso di prolungare il palleggio e trovare i compagni meglio posizionati. Addirittura, nell’azione finalizzata da Gradey Dick da oltre l’arco, IQ ha utilizzato il suo sguardo per indurre Bogdan Bogdanovic in errore e servire il compagno. Riesce sempre con maggior costanza a trovare la linea di fondo andando in palleggio, per poi spostare il pallone su uno dei due angoli, trovando il compagno smarcato. In questo modo spinge la guardia in marcatura su di lui, aprendo uno spazio offensivo. Inoltre, RJ Barrett ne può trarre beneficio eseguendo tagli e facendosi trovare libero.
In passato Quickley ha disputato intere partite senza mettere a referto assist dentro il perimetro avversario, e gran parte del suo miglioramento avvenuto indossando la canotta dei Raptors deriva dal fatto che essi sfruttano maggiormente le occasioni in transizione, e che in generale siano una squadra dal gioco parecchio collettivo – traendo beneficio dallo stile di gioco della sua nuova franchigia. Da poco ha messo a referto una prestazione da ben 18 assist, 13 dei quali avvenuti dall’intero del perimetro e 5 di questi 13 erano advantage assist. 5/13 non è una grandissima parte, ma è pur vero che Quickley non può stabilire se i compagni riusciranno a concretizzare i suoi passaggi. In generale, 5 advantage assist a partita sarebbe un’ottima media.
Fino ad inizio marzo Quickley ha creato 0.991 punti assistendo i compagni in uscita dal Pick&Roll – sotto la media – e 0.764 punti per chance da tiratore nella medesima situazione di gioco – una media molto negativa. Le stesse statistiche in canotta dei New York Knicks riportano 0.991 punti generati in assistenza e 1.107 al tiro. Ciò dimostra che qualcosa non stia andando come previsto dal suo arrivo in Canada. Coach Darko Rajakovic ha provato a dare una motivazione a tutto ciò in un’intervista, di cui riportiamo l’estratto.
“Quando si osservano le statistiche è importante tenere in considerazione il tipo di difesa contro cui sono state effettuate certe giocate. Lui [Quickley, ndr] ha dovuto affrontare difese molto affollate finora. Ciò che più conta è che finora ha sempre optato per la giocata migliore.
Coach Darko Rajakovic
Di seguito alcuni esempi di difesa contro cui si è dovuto cimentare IQ dal suo arrivo a We The North, ma a prescindere da ciò che è riscontrabile in video, bisogna ammettere che forse Immanuel avrebbe potuto provare qualche tentativo in più al tiro. Va rimarcato il fatto che stia evolvendo alcuni aspetti del suo gioco, passando ad un buon livello nell’attaccare il canestro. Un altro dato di fatto è che la sua gravity al tiro intacca gli schemi e le intenzioni difensive degli avversari. Ed eccone un esempio.
I Raptors adottano il cosiddetto Spain Leak, e un rudimentale blocco in scivolamento per creare due opportunità rispettivamente per Quickley e in contemporanea per Gradey Dick nell’angolo. Il rapporto causa-effetto generato dalla sua shooting gravity fluidifica parecchio lo sviluppo di gioco, aprendo varie opzioni offensive. Quando si tira col 45% in triple “above-the-break” (tutte eccetto gli angoli) è naturale generare attenzioni nei difensori avversari, che tenderanno a chiudere in maniera repentina favorendo ulteriori letture e opzioni di gioco.
Per approfondire meglio questo concetto si possono osservare le giocate nella prossima clip: il 39% con cui IQ tira in pull-up genera diverse ansie difensive, creando reazioni drastiche e immediate in uscita dal Pick&Roll, permettendo ai rimanenti Raptors in campo di sfruttare una situazione di superiorità numerica, 4-contro-3. Durante queste giocate è possibile notare come Quickley riesca a trascinarsi dietro i difensori lungo tutto il terreno di gioco, risultando quindi un fattore fondamentale per le offensive dei canadesi.
Riassumendo, le giocate interessanti e i numeri corposi messi a referto da Immanuel Quickley nel post ASG sono un dato molto importante – riassunti in ben 21 punti, 6.5 rimbalzi, 8 assist e il 60% di True Shooting – ma ci sono altrettanti aspetti fondamentali, meno appariscenti all’occhio ma comunque efficaci nel risultato, che IQ sta evolvendo nel suo stile di gioco. Il Gioco del basket si basa principalmente nello sfruttare al meglio i propri punti di forza: creare spazi, vantaggi offensivi e continuare a diversificare le giocate contro le difese più reattive e pronte. Quickley si sta affermando come uno tra i migliori tiratori al mondo, e con i suoi Toronto Raptors sta provando a sfruttare ulteriormente le sue abilità al tiro, anche in funzione dei movimenti dei compagni e da eventuali occasioni generate da essi. Finora è stato efficace e divertente da vedere, in attesa del boost rappresentato dal ritorno di Scottie Barnes.