Da quasi trent’anni, Flint versa in condizioni disperate, tra povertà, degrado e violenza. Quattro ragazzi, cresciuti su quelle difficili strade, sono riusciti a farsi onore, ribaltando il loro destino.

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Una delle scene più potenti di “Roger & Me”, opera prima del documentarista Michael Moore, ritrae Ben, un ex operaio della catena di montaggio alla General Motors, mentre tira a canestro nel cortile di un istituto di igiene mentale.

L’uomo racconta di come un giorno, colto da un esaurimento nervoso dopo essere stato messo in cassa integrazione per l’ennesima volta, lascia la fabbrica, distrutto, in lacrime, salendo in auto per rientrare a casa.

La radio, in modo beffardo, suona “Wouldn’t it Be Nice” dei Beach Boys: una dissonanza grottesca per il povero Ben, che vive uno dei momenti più difficili della sua vita mentre una canzone lo invita ad avere speranza in un futuro migliore.

Moore riproduce una soggettiva dell’operaio con raggelanti immagini dalle zone più disastrate di Flint, tra case abbandonate, immondizia e un’invasione di topi: il tutto accompagnato dalle spensierate note della band californiana.