A Ferragosto è ripartita la stagione dei record del basket femminile americano. Tutto sembra andare a favore della squadra più sfortunata della lega, ma è ancora tutto da decidere. Clark è già in forma Playoffs
Ci siamo. Dopo l’All-Star Game più seguito di sempre e l’ottavo oro di fila conquistato alle Olimpiadi da Team USA, è ora di tornare nelle arene statunitensi. La WNBA è ricominciata a Ferragosto, il 16 notte in Italia. Saranno 40 giorni di fuoco prima dei Playoffs che chiuderanno la 28esima stagione del campionato femminile di basket americano.
Team USA ancora in ritmo Olimpiadi
La WNBA è ripartita da Chicago, Milwaukee e Los Angeles, con tre partite interessanti per motivi diversi. Nella capitale dell’Illinois, le Phoenix Mercury hanno vinto agevolmente contro le padrone di casa, le Sky di Angel Reese e Kamilla Cardoso. Nonostante le tre giocatrici più forti fossero appena rientrate da Parigi con l’oro al collo (e, presumibilmente, qualche notte di festa alle spalle), tutte e tre hanno giocato al meglio. Kahleah Copper, dopo la super finale contro la Francia, ha messo a referto 29 punti, e anche Diana Taurasi e Brittney Griner sono andate in doppia cifra. Minnesota ha battuto Washington (che, nonostante le prestazioni generalmente positive, non riesce a staccarsi dal fondo della classifica) con un’ottima Napheesa Collier, anche lei appena tornata da Parigi (quattro punti e un rimbalzo per la pavese Cecilia Zandalasini).
Sulla costa Ovest le prime in classifica, le New York Liberty di Sabrina Ionescu e Breanna Stewart, hanno passeggiato sulle Sparks: 103-68 il risultato finale, con la squadra di Los Angeles che, dopo il grave infortunio di Cameron Brink, sembra aver mollato qualsiasi speranza di raggiungere i Playoffs. Non è nemmeno da escludere – se si ha un po’ di malizia – che possano cominciare a fare tanking. In questi giorni hanno cominciato a circolare i primi mock draft (le ipotesi di draft che fanno i fan e gli esperti – in entrambi i casi non vanno presi troppo seriamente, soprattutto prima della lottery), e le Spark vengono date per prime e con la pick spesa per Paige Bueckers. Non sappiamo certamente se avranno loro la prima scelta, ma possiamo già dire che, con ogni probabilità, sarà proprio la guardia di UConn a essere selezionata per prima.
Sguardo ai Playoffs
A poco più di un mese dai Playoffs, dunque, come siamo messi? New York al momento è la netta favorita. La squadra di Brooklyn – gemella dei Nets – è avanti a tutte in classifica. Ai Playoffs, ricordiamolo, ci vanno le prime otto nella classifica generale in regular season, indipendentemente dalla loro conference. Le Liberty hanno attualmente un record di 22-14, quattro vittorie in più delle Connecticut Sun e delle Lynx. Poi, in ordine, Seattle con 17 vittorie; le campionesse in carica, le Las Vegas Aces, con 16; le Mercury a 14; le Indiana Fever di Caitlin Clark a 11 e infine le Sky a 10.
Sembra finalmente l’anno delle Liberty, la squadra più sfortunata della WNBA. Sono tra le fondatrici della lega, hanno avuto e hanno giocatrici straordinarie, hanno raggiunto i Playoffs 18 volte nelle 27 stagioni del campionato finora, ma non hanno mai vinto l’anello. Hanno disputato cinque finali senza vincerne una (record della lega), e sono l’unica squadra fondatrice a non aver mai vinto l’anello. Insomma, una lunga sequela di sfortune. Stanno vincendo la regular season con grande facilità, ma ai Playoffs, com’è noto, è un’altra storia. Chi potrebbe razionalmente fermarle, al di là del fato, sono le Sun, una squadra molto compatta e completa in ogni reparto, e le Las Vegas Aces, le quali, sebbene non stiano disputando una stagione eccellente finora, sono le campionesse in carica e hanno una capacità di gestire la pressione e i momenti caldi della partita superiore a tutte: A’ja Wilson sarà probabilmente l’MVP del campionato, Kelsey Plum ormai è una giocatrice esperta, Chelsea Gray dovrebbe cominciare a ingranare, e hanno trovato un gioiello alla 17esima scelta al draft, la capitana delle Iowa Hawkeyes Kate Martin, che merita una parentesi.
The Glue
Quella di Martin è una storia molto bella che è solo all’inizio. Colei che era considerata il collante, the glue, della squadra dell’Iowa incentrata unicamente sul talento straordinario di Caitlin Clark, dopo il college era destinata a giocare in qualche squadra oltreoceano, oppure persino ad abbandonare il sogno di una carriera da professionista, per provare magari a diventare coach. Al draft dello scorso 15 aprile è andata, insieme alla coach Lisa Bluder e alle altre sue compagne delle Hawkeyes, a sostenere l’amica Clark, star assoluta della serata e come previsto prima scelta assoluta. Alla 18esima chiamata, già al secondo turno, esce il suo nome: è stata scelta dalle Las Vegas Aces. Martin non ci crede nemmeno e comunque, essendo una scelta del secondo turno, è probabile che verrà scartata. I team di WNBA hanno un roster di 12 giocatrici, è quindi difficile che le seconde e terze scelte riescano a essere confermate durante la preseason.
In pochi giorni, Martin si fa voler bene da tutte le compagne e dall’allenatrice Becky Hammon: tutte ne rimangono stregate. Viene confermata, nonostante non abbia una grande media realizzativa. Ma in campo fa sempre quello che le viene richiesto. Pur giocando ancora pochi minuti a partita – davanti a sé ha parecchie fuoriclasse – è riuscita a integrarsi benissimo nella squadra. Il suo essere così apprezzata da tutte è già diventato un meme: sono tanti i video sui social delle Aces in cui le compagne la incensano e ne esaltano le lodi. La veterana Kelsey Plum ha già confermato il soprannome che aveva alle Hawkeyes: «Per noi è the glue».
La rookie dei record
Dopo la sfida con Chicago, le Mercury non si sono fermate. Sono partite subito per Indianapolis ad affrontare le Indiana Fever in back-to-back. Era una missione complicata, e infatti la partita è iniziata subito male. Davanti avevano uno scenario ancora inedito per la WNBA: Caitlin Clark ben riposata, e ormai sempre più a suo agio nella nuova realtà. Il primo tempo è stato dominato dalle padrone di casa, che sono arrivate a +28, sotto gli occhi di un incredulo Tyrese Haliburton.
Nel secondo tempo le Mercury hanno cominciato a rialzare la testa, arrivando addirittura a +1 nel quarto periodo, ma era lo schiaffo necessario a Clark, Kelsey Mitchell (28 punti e inarrestabile dall’arco) e Aliyah Boston per rimettersi in riga e chiudere alla grande. Per Clark è stata un’altra notte da record: è diventata la rookie con più partite (quattro) con 25+ punti, cinque assist e cinque rimbalzi, superando proprio la sua avversaria, Diana Taurasi, in quello che è sembrato un vero e proprio passaggio di testimone.
Clark, prima della pausa, era già diventata la prima rookie di sempre a registrare una tripla-doppia (19 punti, 13 assist, 12 rimbalzi) contro nientemeno che le Liberty di Ionescu e Stewart. E nell’ultima partita prima dell’All-Star Game e la pausa estiva, contro le Dallas Wings di Arike Ogunbowale, ha fatto 19 assist, record della WNBA. Non un record tra le rookie, ma in assoluto.
È chiaro che siamo di fronte a numeri incredibili e mai visti prima. Nella prossima partita contro le Seattle Storm (domenica 18, alle 21:30 ora italiana), dovrebbe superare il record di assist stagionali per una rookie. Ora appartiene a Ticha Penicheiro, con 225 assist. Clark è a 223. Se mantenesse la sua media attuale, di 8.2 assist a partita, dovrebbe superare il record assoluto di 314 di Alyssa Thomas.