FOTO: NBA.com

Alla fine è successo, nel modo più scontato possibile. LeBron James resterà ai Los Angeles Lakers minimo fino al 2024, dopo aver firmato negli ultimi minuti un’estensione biennale, con player option al secondo anno, del valore di $97.1 milioni – $111 milioni in caso di crescita del salary cap nel 2023/24, che andranno a sommarsi ai $44.5 milioni del 2022/23.

Il contratto prevede un trade kicker del 15% ma non una no trade clause, anche se non potrà essere scambiato nel corso della prossima stagione, secondo quanto riportato da Bobby Marks. La cifra è il massimo consentito dalla over-38 rule, descritta di seguito:

La regola – che lo stesso LeBron, assieme a Chris Paul, ha contribuito a cambiare, tanto che in precedenza si parlava di over-36 rule – serve a limitare le estensioni pluriennali a giocatori oltre i 38 anni (un tempo 36) che possano raggirare il salary cap, permettendo di pagare un prezzo ridotto nell’immediato con la consapevolezza di poter compensare con la lunghezza, quando un determinato veterano sarà ormai a fine carriera.


Delle varie opzioni che avevamo esposto QUI, questa era la più plausibile a causa dell’arrivo in NBA del figlio, “Bronny” James, nel 2024, quando LeBron potrà scegliere se esercitare o meno la propria player option. Citando un estratto dal nostro articolo apposito:

Papà Bron avrebbe l’opportunità di rifiutare la player option per la stagione 2024/25 e dedicarsi alle normali attività padre e figlio, come giocare insieme in una squadra NBA dopo aver forzato tutte le congiunzioni astrali per fare in modo che questo accadesse. Non si hanno ancora notizie certe su mete preferite, ma l’idea è che una reunion con i Cleveland Cavaliers potrebbe essere nell’aria, con qualche suggestione a destra e a manca che ha già cominciato ad emergere.

Come al solito, il volere di LeBron James – e di Rich Paul e Klutch Sports – sembra indirizzare tutto secondo i piani.