La fondamentale arte del rimbalzo offensivo con cui Steven Adams cambia le partite

Nelle ultime tre partite giocate dai Memphis Grizzlies (tre vittorie), Steven Adams ha catturato ben 26 rimbalzi offensivi. 26 extra-possessi, 26 volte in cui ha vanificato lo sforzo difensivo avversario prolungando il possesso del pallone, con tutti gli effetti tattici, tecnici e mentali che ne conseguono.

Quanto è incisivo, matematicamente, un rimbalzo offensivo?

Per capirlo, basti pensare che la produzione media degli attacchi NBA contro le difese schierate è pari a 0.952 punti per possesso, mentre in successione a un rimbalzo offensivo, con difesa quindi mossa e disorganizzata, sale a 1.141 PPP. Tradotto: è una situazione che vale una miniera d’oro in termini di efficienza.


E quella miniera d’oro, Adams la porta con costanza nelle tasche dei Memphis Grizzlies. E non sono da considerare solo i rimbalzi offensivi conquistati direttamente dalle sue mani, ma anche quelli che dipendono indirettamente da lui, quando gli avversari devono usare due difensori per il taglia-fuori. Con lui in campo, i Grizzlies registrano il 37% di OREB% (99esimo percentile); ciò significa che su 100 tiri sbagliati hanno a disposizione ben 37 extra-possessi.

Grazie a questo dato, i quintetti che lo includono segnano 119 punti su 100 possessi (89esimo percentile) nonostante un’efficienza al tiro da 40esimo percentile.

Devi avere un giocatore davanti a lui e un altro dietro di lui, per lottare con lui, portarlo via da sotto il canestro ed evitare che prenda il rimbalzo, sperando che i compagni riescano a prendere la palla

– Mike Brown

Ai Playoffs, la limitata mobilità laterale di Adams potrebbe essere un problema per la difesa dei Grizzlies, ma la sua presenza nel pitturato in entrambi i lati del campo lo sarà altrettanto per le squadre avversarie.