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Questo contenuto è tratto da un articolo di Tristan Rawcliffe per Sportskeeda, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


La conferenza stampa di Giannis Antetokounmpo dopo l’eliminazione al primo turno Playoffs contro Miami ha generato infinite scie di commenti e discussioni. Tra cui le parole di Shaquille O’Neal, sicuramente non sulla stessa lunghezza d’onda del talento greco dei Milwaukee Bucks quando ha definito “not a failure” la stagione appena conclusa dalla sua squadra.

Durante una recente puntata di The Big Podcast with Shaq, l’ex centro dei Lakers (tra le altre squadre in cui ha giocato) si è discostato con decisione dall’opinione del greco:

“Il problema della parola “fallimento” è che le viene attribuita spesso un’accezione fin troppo negativa, e la gente che l’ascolta si butta subito giù. Ma bisogna accettare che persino il migliore tra noi ha fallito almeno una volta. Quante volte hai fallito anche tu, Nichelle, prima di vincere il sesto Emmy? Io sono nel mondo del basket NBA da 25 anni ormai, quindi un bel po’ di tempo, e posso dire che tutti i più grandi sono passati dalla sconfitta.”

In tale ottica, Shaq ha fatto un paragone con le squadre che provano a vincere il Super Bowl in NFL:

“Si è diretti: si gioca a football, si punta a vincere il Super Bowl. Si comincia col Draft, poi si trascorrono 12 settimane vogliosi di partecipare e vincere il Super Bowl.”

Shaq è poi tornato sulla mentalità “partecipativa”:

“Secondo l’odierno ambiente amichevole, questa mentalità più partecipativa che competitiva sta cambiando il basket. Dico sempre alla gente che pur essendo cinquantenne, non cambierei mai i miei metodi e i miei modi con quelli di oggi.”

Il discorso è stato approfondito parecchio dall’ex big man dei Lakers, che ha utilizzato la propria vita e carriera come termine di paragone per spiegare la sua opinione al riguardo:

 “Quando si viene indicati come i migliori, ci si aspetta che si vinca. E se non si vince, allora è un fallimento. Non c’è niente di male. Non sono stato un fallimento come giocatore, ma ho fallito nello scegliere la squadra per cui giocare, la città e ho fallito nel raggiungere certi miei obiettivi. Accade. Sono periodi bui di ognuno di noi.”

“Giannis ha vinto il titolo due anni fa, e tutti sappiamo che quando una squadra vince, vuole una cosa sola: ripetersi. Vincere ancora. Beh, i Bucks sono usciti al primo turno e contro l’ottavo seed. Non si può perdere contro l’ottavo seed e dire che non sia un fallimento. È un vero e proprio fallimento.”

Subito dopo, Shaq ha ripreso il discorso continuando il paragone tra la sua carriera da giocatore e la situazione di Giannis e dei Bucks, affermando che il fallimento sia solo questione di prospettive. Secondo O’Neal, lui stesso ha fallito in tutte e 15 le stagioni in cui non è riuscito a vincere il titolo.

“Le persone osservano il fallimento da differenti prospettive. Io ho fallito almeno 15 volte in vita mia, è vero. Io ero Shaq, The Man, quello che firmava contratti a grosse cifre, con tutti gli sponsor, che girava gli spot pubblicitari… Ci si aspettava che vincessi, e invece mi capitava di perdere, di sbagliare tanti tiri liberi, di non segnare molto. Ed era un fallimento. E quando vincevo, cosa ci si aspettava da me, secondo voi? Che vincessi ancora!”

“Si, ci si aspetta si vinca ancora. E i migliori accettano la sfida, prendendola sul serio. Non capita nemmeno di leggere i commenti o dar retta a certe frasi tipo: ‘Oh Shaq, hai fallito’. Sì, so che ho fallito e l’ho fatto nel momento in cui non ho vinto il titolo. Ho fallito.”