Le misure adottate finora non hanno sortito effetti, si pensa ad un inasprimento.

Finora l’NBA ha provato a farci pensare due volte i giocatori, prima di simulare: esponendoli agli spettatori, tramite video, avvisi pubblici e multe. Ma l’impatto è stato ridotto. Si continua, piace dire a loro, a vendere le chiamate, come viene spesso sottolineato in telecronaca specialmente dai talent che a loro volta sapevano come sfruttare certe situazioni.

Questo processo ha portato gli uffici di New York, nello specifico il Competition Committee, a considerare misure più gravose: sul tavolo il fallo tecnico per punire i casi di “flopping“, come riportato da Shams Charania di The Athletic. Probabilmente, prima di implementare il suddetto cambiamento, l’NBA potrebbe testarlo durante la Summer League e nella G League, come sempre in questi casi per limarne i dettagli.


L’introduzione delle tecnico avrebbe dei vantaggi indiscutibili: si legge spesso di come certe chiamate arbitrali vadano al di fuori dello spirito del gioco, anche se ultimamente la conversazione era spostata su come viene concepito il fallo di sfondamento, che meriterebbe un approfondimento a parte. L’assunto, in goni caso, è ben più complesso di quanto possa sembrare.

Ciò che dalla TV può sembrare una simulazione, spesso può semplicemente essere un contatto fuori equilibrio; e se la lega vuole disincentivare il flop, è chiaro che voglia anche evitare di incorrere in punizioni eccessive e pressione in più per gli arbitri. In più, l’introduzione causerebbe più momenti di pausa per le review arbitrali allo schermo, ed è evidente che la lega si stia già confrontando con il problema delle troppe interruzioni.

Tutto ciò premesso, e al netto della necessaria prudenza da adottare nel tracciare la linea, di certo un deterrente in più contro il flopping sarebbe gradito. Stiamo a vedere.