I Celtics hanno provato a liberarsi di Ray Allen e Rajon Rondo in una blockbuster trade con i Detroit Pistons.

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Questo contenuto è tratto da un articolo di Kyle Daubs per Fadeaway World, tradotto in italiano da Erika Annarumma per Around the Game.


Prima dell’inizio della stagione 2007/08, i Boston Celtics fecero importanti operazioni di mercato per tornare ad essere competitivi ai massimi livelli. Rinunciarono a una serie di giocatori e scelte per acquisire Kevin Garnett e Ray Allen, che accanto al pilastro della franchigia, Paul Pierce, avrebbero costituito il “Big Three” che dieci mesi più tardi vinse il titolo. Uno degli altri punti di riferimento della squadra era Rajon Rondo, il playmaker titolare, che quell’anno era parte anche dell’All-Defensive Team.


La stagione successiva, i Celtics fallirono nel loro obiettivo di tornare alle NBA Finals, complice l’assenza per infortunio di KG. E così, nell’offseason 2009 Danny Ainge andò molto vicino a rivoluzionare un’altra volta quel roster, cedendo via trade Rajon Rondo e Ray Allen. I Celtics offrirono ai Detroit Pistons i due in cambio di un pacchetto composto da Richard Hamilton, Tayshaun Prince e Rodney Stuckey.

Secondo Adrian Wojnarowski, che al tempo lavorava per Yahoo! Sports, a Boston c’erano dei dubbi sul potenziale e sulla maturità di Rondo, che però era reduce da una grande post-season. Allen, invece, era prossimo a compiere 34 anni e aveva un contratto da 20 milioni in scadenza l’estate successiva. Per questo Ainge si decise a proporre i due ai Pistons.

“Ci sono stati dei confronti interni su Rondo, soprattutto per quanto riguarda la sua maturità. Non ci sono problemi con lui che non possano essere risolti, ma Ainge lo ha reso disponibile sul mercato. Ciononostante, è difficile immaginare un accordo che Boston potrebbe stringere con questi due giocatori che potrebbe darle la possibilità di rimanere una contendente al titolo con Kevin Garnett e Paul Pierce”.

Adrian Wojnarowski (Yahoo! Sports)

Woj raccontò che non era “insolito” che Ainge facesse telefonate personalmente ad altri general manager, e così era stato anche con Joe Dumars. I dettagli della proposta furono inviati a Detroit passando per le mani di dirigenti di livello più basso delle due organizzazioni. Alla fine, dopo qualche giorno, al front office di Boston arrivò il rifiuto da parte dei Pistons.