Foto: The Knicks Wall

Questo contenuto è tratto da un articolo di Candace Pedraza per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Fabrizio Riposati per Around the Game.


Cosa potremmo dire dell’attuale versione dei New York Knicks? Siamo partiti da meno di due mesi con la stagione 2022/23, e già alcune cose saltano all’occhio di chi guarda le loro partite con costanza.


I Knicks hanno un rendimento e una consistenza pienamente nella media NBA. Non così male da controllare quotidianamente i draft generators per quantificare le chances di accogliere Victor Wembanyama o Scoot Henderson la prossima estate; ma neanche abbastanza bene da essere considerati una squadra competitiva per i Playoffs della Eastern Conference. Trovarsi nel purgatorio, quest’anno, è preoccupante?

I Knicks l’estate scorsa non hanno provato ad accelerare i tempi con una mossa di mercato, dopo le firme di Jalen Brunson e Isaiah Hartenstein, e la conferma di Mitchell Robinson. La prima stagione dell’ex Dallas sta andando bene, anche meglio del previsto, e giovani come Quickley, Toppin e Reddish stanno iniziando a trovare spazio con regoarità. Ora, New York può avere la speranza che qualcuno dei più giovani sbocci definitivamente in questa stagione e aiuti la squadra di coach Thibodeau a cambiare passo; l’attenzione, però, potrebbe spostarsi sempre di più sulla colonna W-L in classifica, e dunque sulle percentuali di avere una delle prime scelte nel Draft 2023.

In tutto questo, il front office potrebbe intervenire nei prossimi mesi con una trade, o attraverso un cambio allenatore? Forse. Ad oggi, il loro record è di 11 vittorie e 13 sconfitte, valido per l’11esimo posto a Est. Il loro attacco produce 111.5 punti ogni 100 possessi (14esimo in NBA), mentre la difesa ne concede 112.9 (22esima).

I Knicks stanno annaspando in diverse situazioni di gioco, soprattutto in difesa. Thibs e soci hanno optato per una difesa focalizzata sui drop-back e sugli aiuti nel pitturato, a scapito della protezione del perimetro (sono la squadra che concede più triple a partita, 39.3), di una possibile difesa a zona, o della pressione forte in POA. Questa dovrebbe essere la tattica fino al pieno recupero di Quentin Grimes, uno dei migliori difensori point-of-attack del team, di ritorno da un fastidioso infortunio al piede.

Persino Grimes, però, ha dovuto aspettare che Thibodeau risolvesse i suoi dubbi sulla rotazione delle guardie quest’anno. Lui, insieme a Reddish, ha già dimostrato di avere un buon impatto in uscita dalla panchina, e più volte ha fatto meglio di qualche starter. E a proposito di starter…

COSA SUCCEDE A BARRETT E RANDLE?

RJ Barrett ha iniziato questa stagione con molte aspettative addosso. Dopo aver scollinato i 20 punti a partita l’anno scorso, sembrava che fosse sul punto di imporsi come un (quasi) All-Star con i Knicks, specialmente con l’aggiunta di Brunson. Come sappiamo, però, non è quello che sta accadendo.

All’inizio di quest’anno, invece, Julius Randle aveva ricominciato a giocare con il dente avvelenato. In molti avevano attribuito la brutta stagione da cui è reduce, in cui è sembrato l’ombra del giocatore che aveva vinto il MIP nel 2021 e portato i Knicks ai Playoffs da quarta testa di serie, all’assenza di una point guard che guidi l’attacco di New York. Il resto lo avevano fatto le carenze di Randle e un atteggiamento discutibile soprattutto nella metà campo difensiva.

E così, New York ha aggiunto una point guard in estate. Il risultato? Sfortunatamente per New York, il risultato allo stato attuale è che Randle sta continuando a fare quello che faceva, e Barrett non sembra riuscire a fare quello step di crescita atteso da anni. I due non solo sono stati inefficienti con la palla in mano, ma sono stati anche abbastanza deludenti in difesa. Randle, ovviamente, in primis: ha 0.018% di Defensive Win Shares (DWS) e il secondo peggior Defensive Rating tra gli starter di New York, dietro solo a Evan Fournier.

Né Randle né Barrett stanno riuscendo a fare molto per migliorare il roster attuale, e questo inizia ad essere frustrante per i tifosi Knicks, considerando che finalmente è stata aggiunta la tanto attesa “forza regolatrice” in cabina di regia. Con RJ e Julius insieme in campo, i Knicks hanno un Net Rating negativo (-5.3), causato soprattutto dai 120.5 punti concessi agli avversari ogni 100 possessi.

ARIA FRESCA

Ancora una volta in questa stagione, proprio come nella scorsa, la panchina dei Knicks è una boccata di aria fresca. Basandoci sul Net Rating, la second unit è settima in NBA, subito dietro a squadre più-che-competitive come Celtics, Suns e Cavaliers.

A guidare la panchina c’è Immanuel Quickley, il quale è stato di gran lunga il più sorprendente tra le giovani guardie di New York quest’anno. IQ non solo sta migliorando in attacco, ma la sua difesa ha fatto un grande salto in avanti. I numeri lo confermano: con lui in campo, New York subisce quasi 17 punti in meno ogni 100 possessi. Il 23enne, poi, è in top-10 tra le guardie per diverse voci statistiche (Opp. FG%, Def Rtg, STL%, DWS).

Nonostante il calo di Derrick Rose, che tra l’altro potrebbe salutare già nelle prossime settimane, la panchina è ad oggi nelle affidabili mani dei giocatori più giovani. Quickley, Reddish, Toppin, Hartenstein, Mitchell e Grimes sono stati di buon impatto finora in stagione, e secondo alcuni IQ dovrebbe entrare nello starting five al fianco di Brunson.

Detto ciò, ci sono delle lacune da colmare. Obi Toppin, relegato a backup di Randle nella rotazione, ha faticato ultimamente. La sua produzione offensiva è in calo nelle ultime settimane e i segnali di una sua maturazione si stanno facendo sempre più rari. Il suo sviluppo, come quello degli membri dello young core, è fondamentale per calibrare le prospettive di questi Knicks e dunque le loro intenzioni nelle prossime due sessioni di mercato, in cui giocatori come Rose o Randle potrebbero partire e fare spazio ai più giovani, per permettere loro di crescere intorno a Brunson.

CONCLUSIONI

I Knicks potrebbero considerare di assumere un nuovo head coach con una filosofia offensiva più sviluppata rispetto a quella di Thibodeau. Per ora, l’attacco dei Knicks appare stagnante e dipendente dal talento di Brunson o Randle, addetti a caricarsi la squadra sulle spalle. E se Brunson ha dimostrato di saperlo fare in modo solido, Randle decisamente no. Per un allenatore che si è sempre distinto per il lavoro nell’altra metà campo, infine, i risultati difensivi sono poco incoraggianti (come detto, New York è tra le peggiori 10 dell’NBA).

Dopo un mese e mezzo di stagione, insomma, il front office dei Knicks ha davanti a sé il prodotto che ha creato. Ovvero, una squadra mediocre con zero chances di andare ai Playoffs, non posizionata al meglio per la prossima Lottery e con le idee poco chiare sulla direzione tecnica del progetto.

Qual è il piano, New York?