I New York Knicks hanno finalmente trovato la loro risposta nel ruolo di point guard con Jalen Brunson. La domanda ora è: quanto in alto può arrivare sotto i riflettori del Madison Suqare Garden?

Questo contenuto è tratto da un articolo di Patrick Diaz per The Knicks Wall, tradotto in italiano da Anna Cecchinato per Around the Game.


Jalen Brunson è arrivato ai New York Knicks con grandi aspettative. A seguito della sua crescita esponenziale nei suoi quattro anni con i Dallas Mavericks, ha la possibilità di diventare una vera e propria stella al Madison Squre Garden, in una posizione in cui i Knicks hanno cercato stabilità per quasi un decennio.


Il due volte campione nazionale a Villanova ha tutte le carte in regola per continuare a crescere a New York, e avendo già dimostrato di poter performare a livello Playoffs, è atteso ora dagli anni migliori della sua carriera. Con un contesto giusto intorno, potrebbe anche diventare quell’All-Star a lungo termine che manca ai Knicks dai tempi di Carmelo Anthony.

A Dallas, Brunson viveva nell’ombra di uno dei migliori giocatori dell’NBA, Luka Doncic, che era ovviamente il principale trattatore di palla. A New York, invece, Brunson non ha questo “problema”: è stato preso per guidare l’attacco e ha dimostrato di essere all’altezza del compito nelle prime partite della squadra di Tom Thibodeau. Ora la palla passa da lui: riuscirà il nuovo playmaker della franchigia a guadagnarsi la sua prima selezione da All-Star?

Una lunga serie di cose dovrebbero andare per il verso giusto per Brunson affinché questo accada, perché c’è molta concorrenza tra le guardie della Eastern Conference. Di contro, non va sottovalutato il vantaggio di giocare nel mercato mediatico numero uno del Paese.

Nella pallacanestro, più che in ogni altro sport o quasi, un singolo giocatore può innalzare il livello della sua squadra; le selezioni per l’All-Star Game, però, sono più che altro un riconoscimento personale che premia le statistiche individuali di un giocatore. Se i Knicks saranno al di sotto delle aspettative come squadra, ma Brunson supererà le proprie a livello personale, potrebbe comunque guadagnarsi un invito alla festa.

Al momento, anche se ha giocato solo sette partite, ha una media di 18.4 punti, 6.9 assist e 3.8 rimbalzi. Nessuna point guard dei Knicks si è avvicinato a questi numeri dopo l’Hall of Famer (e broadcaster) Walt “Clyde” Frazier, e non c’è dubbio sul fatto che Brunson possa mantenerli, a patto che continui a migliorare nella metà campo offensiva. Se il suo numero di assist è accresciuto molto, come prevedbile, a livello di efficienza realizzativa sta facendo registrare percentuali leggermente peggiori rispetto alla scorsa stagione, principalmete a causa del calo nel tiro da tre punti (attualmente intorno al 32%).

Ad Est, in ogni caso, giocano alcune delle guardie più forti della lega, tutte in lizza per lo stesso posto di Brunson, tra giovani emergenti che stanno diventando stelle e altri in fasi più avanzate delle loro carriere.

Jalen ha le potenzialità per stare al passo con i migliori? Molti suoi colleghi lo considerano un giocatore di grande talento, e poi c’è il vantaggio di popolarità e viibilità che può derivare dall’essere un giocatore dei New York Knicks.

Se continuerà ad eccellere sotto i riflettori del Madison Square Garden, le possibilità di assicurarsi un posto all’All-Star Game il prossimo febbraio saranno reali. Basta guardare al suo compagno di squadra Julius Randle, che è stato un All-Star e il Most Improved Player a seguito di una delle migliori stagioni che qualsiasi giocatore dei Knicks abbia mai avuto.

Ma attenzione, Jalen. Gli obiettivi più ambiziosi portano anche aspettative elevate. E i tifosi dei Knicks tendono a farsi sentire quando le cose non vanno come auspicato.