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Luka Magic
Per Luka Doncic questa non si prospetta la più semplice delle serie. I Suns hanno numerosi giocatori capaci di cambiare su di lui e infastidirlo, probabilmente nei ruoli dall’1 al 5. Storicamente, contro questo nucleo, Luka si trova in una streak negativa di 7 sconfitte consecutive e una sola vittoria, risalente a novembre 2019.
I Suns hanno una buona dose di difesa point-of-attack in Mikal Bridges, dei corpi mobili e capaci di reggere il contatto in area come Jae Crowder o Cameron Johnson, un’anchor big come Ayton sì ben piazzato, ma anche estremamente mobile e versatile, oltre ad un back court con un difensore di effort come Booker e un “vecchio volpone” come Paul.
Per far capire il grado di attenzione che viene rivolto a Doncic da difese “normali”, basti sapere che è il giocatore che nella lega subisce la trap sul pick&roll con più frequenza (3.8%) dopo l’Harden di Philadelphia, con la differenza che per Luka si parla di un campione di 65 gare, per il Barba di 21.
Su questo tipo di coverage, Luka produce 1.277 punti-per-possesso, praticamente il massimo per chi riceve questo trattamento a frequenza simili, con una surreale effective field goal% del 71.0% e solo l’11.0% di turnover%. Un unicum per i giocatori di quel range, considerato che crea anche 1.059 punti-per-possesso dopo un passaggio a seguito di questo tipo di pressione difensiva.
Nell’unico matchup stagionale, i Suns hanno messo in pratica tutta la loro versatilità, cambiando molto spesso con numerosi giocatori. Il duello principale, ad ogni modo, è stato quello con Mikal Bridges. Quest’ultimo è un giocatore da All-Defensive Team e un candidato DPOY, dalle leve lunghissime ma dalla corporatura esile e agile, capace di sgusciare fra e sopra i blocchi con enorme facilità.
Bridges passa over the pick per il 49.3% dei pick&roll difesi impiegato sul ball handler, limitandolo a 0.899 punti per possesso, molto buono per Synergy Sports (72° percentile). Considerando che Luka ha la propria peggior produzione quando un difensore passa sopra il blocco, con 0.981 punti-per-possesso generati (comunque discreta, ma sotto la sua media), sarà un matchup davvero divertente.
Un’altra delle qualità di Mikal è quella di essere anche un atleta incredibilmente rapido e verticale, capace di contestare tiri al ferro di ogni tipo. Questo, unito al fatto che, nonostante il corpo longilineo, possa tenere botta dal post grazie alla sua velocità di piedi e elasticità nell’assorbire il contatto, fa sì che limiti gli avversari a 0.953 punti-per-possesso in post up, discreto per uno della sua taglia.
Da parte sua, Luka produce ben 0.929 punti-per-possesso segnando dal post, abbondantemente sopra la media, utilizzando questa soluzione come terza opzione offensiva per frequenza, dopo pick&roll da handler e isolamento.
La mancanza di taglia di Bridges sarà anche uno dei motivi per cui si cercherà di cambiare spesso sul pick&roll contro Luka, che sia con gli esterni come Crowder o Johnson, o – soprattutto – con il lungo, in particolare Ayton.
Luka si è accontentato molto in stagione di soluzioni semplici da tre punti, senza esplorare il mismatch con il Biyombo o McGee di turno fuori dall’area. Nessuno di questi due sarebbe stato capace di reggere il suo primo passo ma, come si sa, la regular season è la regular season.
Ai Playoffs Luka dovrà cercare molto di più di sfruttare i cambi favorevoli, nonostante stia tirando con il 36.7% da fuori su 10 tentativi a gara, per cercare di far collassare la difesa in area e far funzionare al meglio l’attacco 5-out di Dallas.
Quando serve i tiratori in spot up giocando il pick&roll da handler, Luka genera 1.185 punti-per-possesso, all’85esimo percentile di Synergy Sports. Nel caso sottostante sfrutta il double drag, ma il succo è lo stesso.
Con Ayton, ad ogni modo, cambiano le carte in tavola. DA cambia sulle guardie nel 17.8% dei suoi matchup totali, limitandole ad un 37.8% dal campo e al 32.5% da tre punti.
Questo prototipo di lungo mette storicamente in difficoltà Luka, tanto che lo scorso anno uno dei profili più temuti nel matchup con i Clippers, di cui avevamo scritto, era Ivica Zubac.
Il fatto di tirare con percentuali eccellenti da tre punti aiutò molto lo sloveno lo scorso anno, che mantenne quasi il 41% da fuori su 10.8 tentativi a partita. Contro Ayton, attaccare il mismatch sarà molto più complicato, dato che Luka non avrà modo di sfruttare il post con la sua solita facilità né di creare vantaggio sul primo passo. Avere la possibilità di non effettuare con troppa urgenza dei blitz, se non direttamente la trap su Luka (almeno, non da subito), è un privilegio che non molti si possono permettere.
Nei minuti senza Ayton, o per provare a far rifiatare un po’ Bridges, il matchup alternativo potrebbe essere quello con Cam Johnson o Jae Crowder. I due, soprattutto il primo, sono ottimi difensori, atletici, fisici, in grado di contestare Luka dal post senza cedere troppo in termini di centimetri, orizzontali – inteso come spostamento concesso sul parquet – e verticali.
Per svolgere questo tipo di lavoro, nonostante l’impegno, è abbastanza complesso venga impiegato Devin Booker. Quest’ultimo spende molto effort difensivo, e può risultare un difensore positivo contro prototipi di giocatore della sua stazza o scorer rapidi.
Ma con un creator e un attaccante come Luka, D-Book paga troppo in termini di fisicità e centimetri, tanto che potrebbe diventare uno dei target preferiti degli attacchi dello sloveno.
La soluzione principale, dunque, si dirama fra molti minuti di marcatura da parte di Bridges alternati a cambi con DA da lungo, o al massimo con un esterno fra Crowder e Johnson. L’idea sarà sicuramente quella di evitare che Luka si metta in ritmo al ferro o sfrutti la penetrazione per spaccare in due la difesa di Phoenix, che si troverebbe a sanguinare su ogni scarico.
Il counter che cercherà di proporre Dallas per rimescolare un po’ le carte e scompigliare il sistema di coach Monty Williams sarà far ricevere Luka con delle azioni precise. Chicago action con Kleber o Dorian Finney-Smith (o,perché no? Brunson) ad aprirsi e Powell a mettere pressione al ferro, oltre a dei semplici handoff, potrebbero rivelarsi la soluzione giusta per seminare zizzania nella difesa dei Suns.
Per quanto Porzingis non sia più in squadra, anche dei semplici flare screen nella early offense per forzare il closeout forte da parte della difesa, con Kleber e Finney-Smith in primis, potrebbero essere una soluzione sporadica per arrivare a punti facili.
Le alternative ci sono per Dallas, così come per Phoenix, non resta altro da fare che godersele.