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Questo contenuto è tratto da un articolo di John Volta per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Lo scenario è quello di un tavolo da poker in una sala da gioco, colmata dal fumo di sigari e sigarette. La mano è di quelle che sin dall’inizio possono lasciare a metà strada il giocatore: buona, ma dalla quale può scaturire anche una pesante sconfitta. L’errore del giocatore, giunto alla 5° carta mostrata dal dealer, è quello di tenere in conto solo Il valore delle sue carte, e non di quelle degli altri giocatori. Le carte in mano saranno abbastanza per vincere il piatto, o si è caduti vittima di un bluff? A grandi linee, questa situazione rispecchia quella dei Phoenix Suns nell’attuale post-season. Il roster è ben munito di talento – proprio come 2 buone carte in mano a Texas Hold’em – ma le cose devono girare del tutto in favore dei Suns affinché possano portare a casa la mano – o, nel loro caso, il Titolo NBA. Per poter vincere serve una combinazione di aspetti e componenti, e non soltanto la fortuna. Non ci sono molte novità in arrivo dall’esterno, per cui la franchigia deve puntare su ciò che ha in dotazione al momento – anche per convincere eventuali nuovi proprietari intenzionati a rilevare la franchigia, che farlo sarebbe un affare per entrambe le parti. I Suns hanno appena cambiato il loro Head Coach, mettendo sotto contratto Mike Budenholzer; il neo coach è famoso per le sue tattiche offensive e per il legame che riesce a imbastire con i vari membri del suo roster. E il roster è proprio al centro della questione principale: da molti è considerato a pezzi dal punto di vista motivazionale, ci si chiede quindi se sia giunto il punto di apportare uno scossone che possa far cambiare la musica in Arizona. La fanbase è delusa, e il confine tra i problemi attuali del team e le eventuali soluzioni è arduo da valicare. In verità, bisogna affermare che le opinioni sulle reali condizioni dei Suns siano varie e variegate, e in base al punto di vista dal quale si contemplano, esse possono essere corrette o totalmente sbagliate. Ma dato che chiunque può sentirsi in grado di sostituirsi al Front Office, è importante provare ad affrontare la situazione. Uno dei nodi principali all’interno del roster dei Phoenix Suns è rappresentato da Jusuf Nurkic. L’intera comunità di tifosi è divisa tra opinioni nettamente contrastanti sul centro bosniaco. Tenere The Bosnian Beast costituirebbe un impegno considerevole per la franchigia dell’Arizona, ma testimonierebbe la piena fiducia nei suoi confronti da parte di coach Budenholzer. I Suns sembrerebbero infatti orientati a confermare in blocco i membri del quintetto iniziale, nella speranza che il secondo anno insieme possa aggiungere ulteriore chimica e coesione a roster, in aggiunta alle innovazioni apportate dal nuovo coach e dalla sua filosofia di gioco. Quando si parla di mentalità, sicuramente si tocca uno dei temi più scottanti per quanto riguarda la Stagione 2023/24 dei Suns. Ma Nurkic si è distinto in tal senso, dimostrando di avere qualche limite circa le risorse fisiche, ma la sua esperienza ha comunque reso i suoi drive più efficaci che mai. Ha sgomitato, litigato e – con alterne fortune – spesso è stato “la pulce nell’orecchio” degli avversari per provare a distrarli dal gioco. Nurkic ha un’ottima considerazione all’interno della squadra, e questo è un aspetto non facilmente rimpiazzabile. Inoltre, se è vero che il roster abbia subito un calo a causa di qualche frattura al suo interno, è possibile che la conferma del bosniaco possa fornire una soluzione, più che rappresentare un problema. Focalizzandosi solo sugli aspetti fisico e statistico, Nurkic ha dimostrato parecchi limiti. Ha terminato la stagione con il 60.3% nel finalizzare al ferro, che lo posiziona al 54° Percentile e lo valuta con una C su BBall Index. Ed anche le altre statistiche non sono proprio tra le più strabilianti.


FOTO: BBall Index

Bisogna ammettere che Jusuf Nurkic non abbia performato al meglio nell’attaccare il ferro nel corso della stagione appena conclusa. Ma si è reso utile in altre maniere. Innanzitutto, è stato un connettore e facilitatore di gioco sul fronte offensivo, e per una squadra con carenze nel playmaking dovute alla mancanza di una vera e propria point guard, qualunque boost in termini di qualità di gioco è più che ben accetto. Sempre per BBall Index, il suo talento nel playmaking si è qualificato con l’87° Percentile e ha ottenuto un voto di A- per quanto riguarda i soli centri. 

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Oltre ai pro, bisogna adesso valutare i contro rappresentati dalla presenza di Nurkic nel roster dei Phoenix Suns. Per Spotrac, The Bosnian Beast è il 15° centro più pagato in NBA, tenendo conto del valore medio dei contratti stipulati dai suoi pari ruolo. 

  • 12) Nikola Vucevic, $20 milioni
  • 13) Jarrett Allen, $20 milioni
  • 14) Jakob Poeltl, $19.5 milioni
  • 15) Jusuf Nurkic, $17.5 milioni
  • 16) Zach Collins, $17.4 milioni
  • 17) Onyeka Okongwu, $15.5 milioni

Ciò che accomuna tutti questi centri è il fatto di avere qualche carenza all’interno del loro stile di gioco, che li rende di fatto una terza o quarta scelta tra i vari lunghi della lega. Quando i Suns hanno acquisito il centro europeo, probabilmente lo hanno fatto cercando di ottenere flessibilità a roster in prospettiva. Deandre Ayton ha un salario medio annuo di $33.2 milioni – che lo rende il 7° centro più pagato in NBA – e cedendolo i Suns hanno dato via una delle possibili sorprese. Tuttavia, anche Nurkic potrebbe riuscire ad esserlo. Ci sono certamente pro e contro nel confermare Jusuf Nurkic: sul parquet è un lottatore, che fornisce alla squadra quell’aspetto caratteriale che prima mancava. Non è riuscito a performare al meglio attaccando il ferro, specie se contrastato fisicamente in marcatura. Ma ha dimostrato di essere un ottimo facilitatore e connettore di gioco, un playmaker nel pitturato sul quale i Big Three possono sempre fare affidamento. Si può facilmente comprendere perché la fanbase sia schierata in due fazioni opposte circa la sua permanenza o il suo addio. Sarà la miglior opzione per gli schemi di coach Budenholzer? In passato, il neo arrivato coach ha spesso utilizzato una fase offensiva con five-out. Nurkic non sembra corrispondere a tale descrizione di centro. I Suns possono liberarsi del contratto pesante del bosniaco, che ha ancora 2 anni di durata e un valore complessivo di $37.5 milioni, e ci sarebbe un chiaro benefit nel farlo: la franchigia dell’Arizona è attualmente a $17.6 milioni dal second apron e Nurkic guadagnerebbe $18.1 milioni nella Stagione 2024/25. Chiaramente, la sua partenza avvicinerebbe i Suns alla seconda soglia salariale. Se ci fosse una franchigia con spazio e la necessità di colmare una lacuna nel reparto dei centri, i Suns dovrebbero contattarla immediatamente e iniziare ad intavolare una trattativa. Tra queste potrebbero esserci gli Oklahoma City Thunder. La carenza di affidabilità e solidità sotto i tabelloni e di un consistente numero di rimbalzi è stata una delle principali cause dell’eliminazione di OKC per mano dei Dallas Mavericks nelle Western Conference Semi-Finals. La franchigia dell’Oklahoma dispone anche di abbastanza spazio salariale, potendosi permettere il suo contratto. E chissà che i Suns non riescano ad ottenere un playmaker da un’eventuale trade – per esempio Josh Giddey. L’arrivo dell’australiano allontanerebbe i Suns nuovamente dalla seconda soglia salariale, ma qualunque aggiunta nel ruolo delle point guard rappresenterebbe in ogni caso un upgrade. James Jones dovrà trovare una soluzione per abbassare il tetto salariale al fine di non incorrere in restrizioni e ottenere ulteriore flessibilità. L’ipotesi di scambio tra Nurkic e Giddey genererebbe sicuramente parecchio hype in Arizona. Il prossimo video, in compenso, potrebbe far aumentare i dubbi tra i tifosi dei Suns.

I Suns non devono necessariamente andare alla ricerca di una trade per Jusuf Nurkic, ma dovrebbero valutare ogni eventuale offerta in arrivo e accettare solo dei pacchetti che arricchiscano il valore del futuro roster a disposizione di coach Budenholzer. Il motivo per cui è stato ceduto Ayton è stato creare flessibilità a roster. L’arrivo di Nurkic si è concretizzato anche grazie alla flessibilità acquisita, e il suo contratto è più ammortizzabile nel breve periodo. Proviene da una delle migliori stagioni nell’ultima decade della sua carriera e bisogna cercare di trarne vantaggio, alla ricerca di un fit migliore per gli schemi del nuovo coach, ringiovanire il roster e aggiungere fisicità e atletismo. Altrimenti, coach Bud dovrà cercare di ottimizzare le abilità nel playmaking del bosniaco. Non si tratterebbe del peggior scenario possibile per i Suns, se non dovessero riuscire a scambiare il lungo europeo. Ci sono altri giocatori all’interno del loro roster che possono risultare appetibili in ottica trade – uno su tutti, Nassir Little. Ma per ottenere obiettivi realmente utili alla squadra tramite scambio, il principale candidato rimane sempre Jusuf Nurkic. Se i Suns non dovessero trovare una soluzione da qui a febbraio, allora si potrebbe pensare anche a eventuali blockbuster trade.