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Questo contenuto è tratto da un articolo di Samson Folk per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marta Policastro per Around the Game.


Durante la stagione 2020-21, l’allora ventiduenne Gary Trent Jr. approdò ai Raptors nella trade che coinvolse Norman Powell. Fino ad allora, si era guadagnato la fama di un giocatore mediocre in fase difensiva ma molto abile nel tiro da tre punti. Oggi, la situazione è molto diversa.


Le guardie tiratrici con buone capacità realizzative sono spesso oggetto di paragoni esagerati: per un certo periodo, all’inizio della sua seconda stagione in maglia Raptors, il nome di Trent Jr. era stato addirittura affiancato a quello di Bradley Beal. In quel periodo, la guardia si trovava nella top-5 dei candidati al premio di DPOY e stava disputando un’ottima stagione, grazie alla capacità di tiro dal palleggio, all’intensità difensiva e al coraggio di rischiare. Da quel momento, però, le sue medie punti sono scese: da 18.3 a 17.4, fino a 12.7. Non si è trattato di un calo nel rendimento, ma semplicemente di un cambiamento nel contesto e nel ruolo ricoperto all’interno della squadra. Tuttavia, nella stagione attuale, da quando i Raptors sono tornati dalla pausa per l’All-Star game, Gary Trent Jr. ha visto il suo minutaggio e il suo coinvolgimento nella partita aumentare nuovamente:

  • Pre All-Star: 26 min/G, 11.5 PTS, 41%, 10 FGA/G
  • Post All-Star: 33 min/G, 18.3 PTS, 45.7 FG%, 15 FGA/G

I Raptors hanno avuto moltissimi problemi di infortuni, che si sono trasformati in un’opportunità per un giocatore in grado di costruirsi tiri facilmente: si è caricato di nuove responsabilità offensive e riesce finalmente a mostrare ciò di cui è capace.

“Poter giocare in NBA è una grande opportunità: è la lega migliore del mondo. Che io giochi o non giochi, l’importante è che continui a lavorare perché l’opportunità prima o poi arriverà. Devo essere un buon compagno, un buon giocatore, una buona persona e aiutare la squadra a vincere. Questo è il mio unico obiettivo”.

In un’epoca in cui le stelle riescono a firmare contratti molto onerosi, chi stella non è si ritrova ad avere più probabilità di essere scambiato o di vedere il proprio ruolo ridimensionato rispetto al passato: quest’ultimo caso è proprio quello di Gary Trent Jr., anche se bisogna riconoscere che il giocatore non si è mai tirato indietro di fronte a una richiesta del coach e si è sempre preoccupato prima di tutto della squadra e dei compagni.

Negli anni a Toronto, nessun tiratore è mai stato all’altezza di Gary Trent Jr., che per questo motivo è sempre stato fondamentale per la squadra. Nessuno si aspettava che Gradey Dick potesse sostituirlo, ma la scelta al Draft è stata un segnale che i Raptors stavano cercando di affiancare a Trent Jr. un giocatore con caratteristiche simili.

“Penso di poter essere d’aiuto per i giocatori più giovani, ormai in NBA ne ho viste tante”, ha affermato Trent, dopo aver stabilito il suo season high. “Scottie Barnes, per esempio, è arrivato nella Lega ed era già come è adesso, sotto i riflettori. Io, invece, sono partito dalla panchina e a volte nemmeno da lì, sono stato titolare; insomma non c’è una situazione che non abbia già vissuto”.

Quando si parla di costruire un roster, è sempre complicato trovare la giusta soluzione che metta d’accordo la personalità dei giocatori con la disponibilità economica della squadra. Per esempio, Kelly Olynyk è un veterano affidabile, fa spogliatoio e aiuta i giocatori a crescere nel sistema di gioco del coach. Quando si parla di Gary Trent Jr., è difficile ignorare la sua situazione contrattuale, ma si nota facilmente come il giocatore non senta alcuna pressione a riguardo, anzi. Nonostante sia nel contract year, ha preso sotto la sua ala il rookie che potrebbe sostituirlo e continua a mettere al primo posto la squadra. Ultimamente, è stato un realizzatore e un difensore sulla palla instancabile. Soprattutto, è stato di esempio per i compagni e ha dimostrato di essere pronto a fare tutto ciò che gli verrà chiesto.