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Questo contenuto è tratto da un articolo di John Volta per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


La post-season sta per avere inizio e i Phoenix Suns si troveranno a fronteggiare i Minnesota Timberwolves al First Round dei Playoffs, dopo averci avuto accesso tramite il 6° seed della Western Conference. I Suns hanno tra l’altro sconfitto proprio i Timberwolves nell’ultima gara in calendario di Regular Season, ottenendo l’accesso diretto ai Playoffs e guadagnando una settimana di riposo. Le due franchigie si sono affrontate ben 2 volte nelle ultime 9 giornate di Regular Season: si tratta perciò di una sfida dai volti familiari, nel cui computo la franchigia dell’Arizona è avanti 2-0. Nella settimana di riposo, sicuramente i due roster hanno avanzato strategie per poter prendere l’altro di sorpresa, a maggior ragione dopo tante sfide ravvicinate. I rispettivi coach hanno trascorso ore in sala film, a rivedere i match-up ideali da proporre sul parquet, gli schemi offensivi e le chiusure difensive da ottimizzare in vista di Gara 1. Ogni serie di Playoffs ha il suo X-Factor: gli All-Star sono gli All-Star, e le squadre non possono vincere se i loro uomini migliori non giocano dando il massimo. Sono il core della squadra, e se non giocano bene ne risente tutto il team. Ma nonostante ciò, saranno i loro gregari – i role player – a determinare le sorti della sfida. Ciò è stato denotato nelle ultime 2 stagioni, quando i role player sono calati d’intensità, perdendo fiducia nei propri mezzi ed efficienza al tiro: ad esempio, quando Torrey Craig ha tirato col 14.3% da oltre l’arco contro i Denver Nuggets. Oppure Mikal Bridges sparito dal campo contro i Dallas Mavericks l’anno precedente. Per questa serie, ci sono 2 elementi che giocheranno un ruolo importante, se non fondamentale, ai fini della vittoria o sconfitta dei Suns. E si tratta di 2 elementi che possono causare parecchi problemi ai Minnesota Timberwolves, giunti ai Playoffs con il 3° seed. Con poche sorprese, si tratta dei due giocatori in quintetto, esclusi Kevin Durant, Devin Booker e Bradley Beal.


Jusuf Nurkic

La Regular Season appena trascorsa è stata sensazionale per Jusuf Nurkic. The Bosnian Beast ha certamente superato le aspettative su di lui, sia per quanto riguarda il numero di partite disputate che per l’attitudine con cui è sceso in campo durante tutta l’annata. Gran parte dei dubbi avuti dall’ambiente-Suns al suo arrivo, avvenuto via trade in settembre 2023, riguardavano il suo essere un giocatore fin troppo emozionale, che spesso ha perso la concentrazione e “mollato la presa” nei momenti di difficoltà. Per di più, la frequenza degli infortuni subiti lo rendeva una costante incognita, e molti hanno posto pesanti quesiti sulla qualità dell’affare portandolo in Arizona.

Col suo rendimento, Nurkic ha dimostrato che i pessimisti si sbagliavano: è il 1° dei Suns per numero di gare disputate (76), mettendo a referto 10.9 punti e ben 11.0 rimbalzi. Ha inoltre raggiunto il career-high negli assist con 4.0, a cui ha aggiunto anche 1.1 stoppate. Si è rivelato quindi un ottimo innesto in roster, specie considerando che il suo contratto pesa relativamente poco sul salary cap, con il valore di $16.9 milioni. Per il buon esito della serie è necessario che The Bosnian Beast sia produttivo ed efficiente, poiché i Timberwolves sono una squadra forte fisicamente, con Rudy Gobert, Karl-Anthony Towns e Naz Reid a giocare un ruolo fondamentale nelle rotazioni. I Suns hanno fisicità, ma non abbastanza da poter essere paragonati agli uomini di coach Chris Finch, e non dispongono di tanti elementi nel ruolo di centro. 

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Drew Eubanks ha dimostrato di avere fin troppi up&down, mentre Thaddeus Young, il quale potrebbe dare la scossa in fase offensiva, ha 36 anni e potrebbe non riuscire a dare ai Suns ciò che serve loro, quando gli servirà. In una delle recenti sfide tra Pheonix e Minnesota è stato visto un game plan che includeva marcature strette su Gobert nel pitturato, e il risultato è che Nurkic è stato sostituito per troppi falli commessi, e quando è uscito dal campo i Timberwolves hanno avuto vita facile. Per fortuna di coach Frank Vogel, in quell’occasione i suoi uomini sono riusciti a tenere a bada gli avversari, ma sicuramente quella partita ha fornito dati e lezioni importanti su cui lavorare a coach Finch.

Il centro europeo deve giocare in modo intelligente, senza intraprendere scontri difensivi superflui che gli farebbero rischiare di aumentare il numero di falli personali. Uno dei fattori negativi della stagione appena trascorsa, infatti, è proprio il numero di falli commessi dal bosniaco: ben 254, segnando la sua annata con più falli commessi in assoluto. Una strategia attuabile in caso di suo sovrannumero di falli è il quintetto small-ball, utilizzando Kevin Durant come centro, e aprendo innumerevoli opzioni offensive per i Phoenix Suns. Durant potrebbe spingere Gobert lontano dal pitturato, concedendo maggior spazio in area ai suoi compagni. Il compito più arduo sarebbe marcare il francese, poiché i Timberwolves proverebbero ad andare per vie centrali, mettendo in difficoltà anche KD. Sembra quasi una partita a scacchi.

Grayson Allen

Il fattore-X secondario della sfida del First round tra Suns e Timberwolves è Grayson Allen. Coach Frank Vogel ha trovato in lui un tiratore da oltre l’arco impeccabile, tra i migliori della storia della franchigia dell’Arizona. Non male, per un giocatore spesso non ritenuto all’altezza o poco utile alla causa in passato. Grayson necessita di mantenere questo livello di self-confidence nel tiro da oltre l’arco per essere determinante in questa serie di Playoffs. Come visto nel corso della Regular Season, probabilmente avrà parecchie occasioni wide-open da lontano, risultato di tutto il talento a disposizione dei Big Three. La loro gravity porta spesso via il difensore in marcatura su Allen, lasciandolo libero di provare il tiro in solitudine. E lui ha dimostrato di saper essere letale per gli avversari, grazie al suo rilascio accurato e velocità d’esecuzione.

I Suns hanno bisogno di parecchie sue conclusioni a bersaglio, perché quando è stato incisivo sul tabellino dei marcatori, spesso la sua squadra ne ha risentito in positivo – con un record stagionale di 28-17. Sembra una buona presentazione, quindi ci si aspetta che i Suns puntino su di lui e sulla sua precisione dal perimetro. La sfida con Grayson Allen è la stessa presentatasi con Torrey Craig, Cameron Payne, Josh Okogie e altri: tutti giocatori validi ed efficaci nel corso della Regular Season, ma dal rendimento poco influente ai Playoffs. Spesso il loro apporto è consistito in possessi a vuoto, mentre i loro compagni dovevano sopperire alle loro carenze. GA tira col 40.6% da 3 punti in carriera, perciò ci si aspetta che continui su questi standard.

I Minnesota Timberwolves sono il miglior team in fase difensiva della NBA, nonostante quanto messo in mostra nel corso degli scontri diretti in Regular Season. Forse Phoenix è il loro avversario più difficile da affrontare? Dopo aver perso 3 sfide contro la squadra allenata da coach Vogel è probabile che molti rispondano affermativamente. Ma ciò non toglie loro la grande fisicità e stazza di cui dispongono e che possono sfruttare per attaccare il ferro e creare gioco dal pitturato trovando i compagni nelle corsie laterali. E i Suns hanno dimostrato di trovarsi a loro agio su quelle stesse corsie laterali. 

L’X-Factor costituito da Jusuf Nurkic e Grayson Allen potrebbe far pendere l’ago della bilancia in favore dei Phoenix Suns nel corso della serie di Playoffs contro i T-Wolves. E questo è ciò che tutta la città di Phoenix si aspetta e vorrebbe che accada. E se Kevin Durant, Devin Booker e Bradley Beal giocheranno come sanno, i Suns avranno davvero una chance per vincere e superare il First round.