L’ex coach di Bulls, Lakers e Knicks ha dichiarato di aver smesso di seguire l’NBA

La Bubble di Orlando per i Playoffs 2020 ha segnato un importante crocevia per l’NBA. Non solo per la scelta di decidere la stagione in un ambiente così atipico, ma anche e soprattutto per le prese di posizione forti sui temi sociali che dividevano (e dividono ancora) gli Stati Uniti.

Se in molti si sono sentiti ancora più rappresentati dalla lega di pallacanestro più importante del mondo grazie alla scelta di veicolare quei messaggi, altri li hanno definiti “politici”, e hanno deciso di prendere le distanze dal mondo NBA.

A quanto pare, tra questi ultimi c’è Phil Jackson. Il leggendario coach vincitore di undici anelli con Chicago Bulls e Los Angeles Lakers ha motivato così la sua scelta di distaccarsi dall’NBA:


Hanno fatto la bolla a Orlando, e tutti i team che erano qualificati ad andarci sono andati lì e sono rimasti lì. I giocatori avevano parole sulla loro schiena come “Giustizia”. Ricordo che facevo finta di fare la telecronaca: “Giustizia prova ad andare a canestro ma Pari Opportunità lo stoppa”, i miei nipoti lo trovavano divertente. Ma io non potevo guardare quella roba

Avevano pure slogan scritti sul campo. Volevano andare incontro a un certo tipo di pubblico, ma non sapevano che ne stavano allontanando un altro. Le persone vogliono vedere lo sport da un punto di vista non politico.