Questo contenuto è tratto da un articolo di Mac Pham per The Lead SM, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
La NBA sta riscontrando un numero mai visto di infortuni e problemi fisici. In generale, il 35% della lega ha già subìto un infortunio. Il criterio della NBA di Player Participation Policy è valido per ogni giocatore che abbia partecipato almeno ad un All-Star Game o sia stato selezionato in un All-NBA Team negli ultimi 3 anni. L’anno scorso a questo punto della stagione, il numero di partite saltate da giocatori che rientravano nei criteri di Player Participation Policy ammontava a 67, mentre quest’anno si assesta a 83, in aumento del 23%.
Gli All-Star sono sempre più colpiti da infortuni
In altri termini, in 1 su 4 partite NBA dei giocatori che rientrano nella definizione di “star” per la Player Participation Policy sono assenti. In questa stagione già 49 giocatori che rientrano in questi criteri hanno saltato almeno una sfida di Regular Season, inclusi Stephen Curry, Kevin Durant e Zion Williamson. Altri giocatori della stessa cerchia hanno composto questa lista sin dal primo giorno della Stagione 2024/25, tra cui Joel Embiid, Kawhi Leonard e Paul George. E la lista prosegue parecchio. Ecco alcuni giocatori che salteranno svariate settimane di gioco:
- Kevin Durant (stiramento al polpaccio);
- Ja Morant (sublussazione all’anca destra);
- Paolo Banchero (strappo al muscolo obliquo destro);
- Tyrese Maxey (infortunio al tendine del ginocchio destro);
Anche altri giocatori che ancora non rientrano in suddetti criteri hanno avuto a che fare con problemi fisici:
- Kristaps Porzingis (problema al piede destro);
- Aaron Gordon (stiramento al polpaccio destro);
- Malik Monk (distorsione alla caviglia destra);
- Chet Holmgren (frattura all’anca destra);
- Khris Middleton (problema alla caviglia destra);
- Lonzo Ball (in recupero da infortunio al polso destro);
Di questa lista fanno parte la pick #1 e #2 al Draft 2022, ovvero Paolo Banchero e Chet Holmgren, e la #1 e #2 del Draft 2019, Zion Williamson e Ja Morant.
Problemi ai Playoffs: Eastern Conference
Da quando il talento NBA è esploso in maniera definitiva non c’è stata una stagione in cui le star sono rimaste tutte in piena forma ed integri per i Playoffs. Basta osservare le ultime 5 edizioni delle Eastern Conference Finals – a cui hanno preso parte 2 volte i Boston Celtics, 2 volte i Miami Heat ed i Milwaukee Bucks. Nel 2020 le squadre erano tutte in buon stato di forma e salute, a parte Giannis Antetokounmpo che ha saltato le ultime 2 sfide delle Semifinals contro gli Heat. Nel 2021 Jaylen Brown ha saltato l’intera post-season, mentre Jimmy Butler si è infortunato nel corso dei Playoffs. Per un frangente era inoltre parso che Giannis avesse subito un brutto infortunio al ginocchio durante le Eastern Conference Finals. Nel 2022 Khris Middleton si è infortunato al First Round, ed ha saltato la fase successiva contro i Celtics. Nel 2023 Antetokounmpo era infortunato in Gara 1 del First Round, ed ha poi saltato altre 2 sfide contro gli Heat. Jayson Tatum ha subito un infortunio in Gara 7 delle Eastern Conference Finals contro Miami. Infine, nel 2024 Damian Lillard e Giannis hanno saltato la maggior parte delle sfide della serie persa contro gli Indiana Pacers. Butler è stato messo k.o. da un infortunio contro i Philadelphia 76ers, che lo ha messo fuori dai giochi per il resto della post-season. Non c’è realmente stato un anno negli ultimi 5 in cui le maggiori franchigie dell’Est – Boston, Milwaukee, Miami – si siano sfidate con tutti gli uomini a disposizione.
In Western Conference la situazione non è migliore
La vastità della carneficina della Western Conference ha fatto colare a picco le speranze in post-season di franchigie come i Los Angeles Clippers, i New Orleans Pelicans ed i Memphis Grizzlies. Dopo la prima apparizione alle Conference Finals dei Clippers nel 2022, Kawhi Leonard ha saltato l’intera Regular Season e Paul George ha saltato la sfida del Play-In Tournament. Nel 2022 i Pelicans hanno raggiunto i Playoffs dopo aver sconfitto i Clippers al Play-In. Nella stagione successiva sono stati i principali candidati al 1° seed fino a dicembre. Ma poi Zion Williamson ha subito un infortunio al tendine del ginocchio a gennaio, saltando il resto della stagione. E NOLA è uscita di scena dai discorsi riguardanti i Playoffs. Nel 2022 i Grizzlies ed i Sacramento Kings erano rispettivamente 2° e 3° seed della Western Conference. L’anno successivo Ja Morant ha giocato solo 9 partite dopo averne saltate 25 per sospensione e poi altre 48 per infortunio. I Grizzlies non hanno raggiunto i Playoffs a fine stagione. Dopo esser tornati ai Playoffs dopo una lunga assenza, i Kings hanno sfigurato nella scorsa post-season. Hanno perso giocatori fondamentali come Malik Monk e Kevin Huerter in 9 delle ultime 14 partite tra Regular Season e Play-In.
La frustrazione dei tifosi
Ad ogni nuova stagione entrambe le Conference sembrano un campo di battaglia prima che abbiano inizio le ostilità, con il numero di successivi infortuni in aumento. Certamente gli infortuni fanno parte del gioco. Ma la mole di infortuni a giocatori fondamentali non è altro che un coltello conficcato nel fianco delle franchigie e dei tifosi.
La lega è più dotata di talento che mai, ma svariate sfide fondamentali si vedono private dei loro protagonisti, che nel tempo hanno reso importanti gli eventi con la loro presenza in campo. Con l’avanzare della stagione parrebbe che le franchigie abbiano un gran numero di partite da disputare senza i loro uomini migliori. In un mondo in cui i tifosi producono milioni di dollari durante la Regular Season con la vendita dei biglietti, è aumentata la loro frustrazione, non potendo assistere al miglior livello di basket mondiale.
Non ci sono colpevoli. Gli atleti si sottopongono a rigorose routine durante la off-season, gli staff medici ed allenatori danno il massimo affinché i giocatori rimangano in ottima salute. Ma finché le star continueranno a saltare le sfide di cartello, specie in post-season, la NBA dovrà trovare soluzioni alternative.
Alcuni hanno proposto l’idea di accorciare la Regular Season. Altri hanno menzionato un miglior load management, poiché recenti studi hanno rivelato che non ci sia alcun legame tra la riduzione del rischio di infortuni ed il riposo. Si spera che l’evoluzione degli stili di allenamento ed in campo medico possano fornire risposte nei prossimi anni. Per adesso i tifosi dovranno a malincuore accettare la realtà dei fatti: gli infortuni sono parte del gioco ed il loro numero è destinato a crescere.